Porno et circenses (dacci oggi il nostro porno quotidiano)

Porno et circenses (dacci oggi il nostro porno quotidiano)
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Le statistiche che mette a disposizione ogni anno Pornhub e i vari sondaggi fatti da sessuologi rivelano che il 29-30% degli utenti di siti video porno sharing sia costituito da donne in Italia.  La pandemia, la conseguente paura del contagio, una ridotta socializzazione hanno aumentato di fatto la visione di questi siti. Insomma il porno è diventato da tempo di massa. Negli anni settanta chi lo guardava era un considerato un ragazzino o un pervertito. Ma il porno che in Italia insieme alle informazioni del gruppo dei pari è una delle poche fonti di educazione sessuale ricevute (in mancanza di quella nelle scuole e di consulti psicoterapici e sessuologici) è al tempo stesso diseducativo ai massimi livelli. Forse era meglio decenni fa quando c'era più erotismo e meno porno, quando bastava una sana commedia all'italiana o un libro di Moravia ad accendere il desiderio. Allora tutto parlava di sesso, ma il porno non era così pervasivo. Il porno oggi, che sembra un semplice svago, da un lato diventa un modo per manipolare la mente, per controllare la popolazione tramite il meccanismo di ricompensa cerebrale, come scrive egregiamente il professor Alessandro Benigni. Insomma il porno è un modo per gratificare il nucleo accumbens. Bisogna farsi una domanda legittima: perché il porno che fino al 2005 era a pagamento da lì in poi diventa gratis? Forse il potere ha deciso di fare un altro dono al popolo e di far fare un'ulteriore passo in avanti alla desublimazione repressiva, teorizzata da Marcuse. Detto in parole povere la diffusione a macchia d'olio della pornografia è controfivoluzionaria, un atto per tenere a bada e a posto il popolo, che ha più libertà sessuale, almeno apparentemente. Non solo ma il porno può creare complessi e sentimenti di inadeguatezza del proprio corpo oltre che di vera frustrazione in ogni visitatore. Se è vero che il porno può essere una  cosiddetta dipendenza indotta, dall'altro lato è necessario per chi è solo e non vuole molestare né sfruttare sessualmente alcuna donna. Alla classica dipendenza dal sesso ora può andare ad aggiungersi la porn addiction, che a suo modo per alcuni è incontrollabile.  In fondo comunque a chi non può fare all'amore ed è stanco di immaginare non deve essere preclusa la scopofilia, il voyeurismo.    Un tempo molti si lamentavano del porno dei professionisti perché troppo maschilista e senza trame. Ma il porno professionale era criticato anche perché talvolta i pornoattori impersonavano degli stupratori oppure perché impersonavano categorie professionali (medici, operatori sanitari,  poliziotti, insegnanti, etc etc) che trasgredivano il loro codice deontologico.  Avevano ragione a fare queste critiche,  ma il porno amatoriale è delinquenziale ai massimi livelli. Ci sono le porno vendette nei riguardi di ex fidanzate ed ex mogli, lo sfruttamento di donne disturbate psichicamente o drogate,  le compagne esibite come  trofei e costrette a farsi filmare per non essere lasciate, le ragazze riprese loro malgrado con un telefonino o una telecamera nascosta. Poi certi video amatoriali incentivano gli utenti anche a comportamenti illegali, come l'esibizionismo nei parchi, sui treni, nei boschi, sugli autobus, etc etc. Alcuni visitatori pensano a ragione che molti di questi video, che finiscono immancabilmente con una bella ragazza che è disponibile, siano dei fake,  ovvero delle farse, e ritengono giustamente che gli attori si siano messi d'accordo. Ma non tutti hanno la stessa capacità di discernimento e alcuni possono avere il desiderio irrefrenabile di emulare le gesta. Però torniamo alle pornovendette e simili.  Ciò  è eticamente riprovevole oltre a essere perseguibile legalmente, visto che esiste la legge sul revenge porn ed è  previsto anche il reato di diffamazione aggravata. Ma non sempre le vittime sanno di essere vittime, sanno cioè che ci sono loro filmati in siti porno. È praticamente impossibile visitare tutti i siti porno ogni giorno. Contemporaneamente per esempio ci sono molte ragazze che vogliono emergere, vogliono diventare pornoattrici e non vi riescono. Addirittura gli utenti di questi siti sono molto più attratti dall'amatoriale, dalla smania di riconoscere la ragazza della porta accanto rispetto alle varie pornostar. Di conseguenza ci sono pornoattrici volontarie fallite e ragazze involontarie esposte al pubblico ludibrio. Oggi chiunque ha una connessione Internet può usufruire facilmente della pornografia. Ecco perché Rocco Siffredi si è lamentato più volte che il porno gratis mette in crisi i professionisti del settore. Poi oggi il comune senso del pudore non è più forte come un tempo. Ci sono ragazzi e ragazze diciottenni che si dimostrano migliori dei professionisti e vanno a ingrossare le fila dell'amatoriale. Oggi il business si è spostato tutto sul web. Nessuno vuole più riviste, videocassette,  dvd. Basti pensare che nel 2013 Youporn è stato venduto per 100 milioni di dollari. L'amatoriale è ciò che ha arricchito questi imprenditori del porno online. Ma allo stesso tempo l'amatoriale è croce e delizia. Delizia perché grande attrazione per i visitatori.  Croce perché Tiziana Cantone, suicidatasi dopo la diffusione di suoi video intimi divenuti virali, è ormai più famosa della pornostar italiana più famosa, ovvero Valentina Nappi. Le vittime di revenge porn soffrono di ansia, depressione,  disturbo post-traumatico da stress. Ma molti uomini non lo sanno o fingono di non saperlo. Allo stesso tempo sono pornografi e moralisti. Sono pronti a distruggere la reputazione di una ragazza o di una donna, essendo di fatto complici della pornovendetta. Non dimentichiamoci che è stata approvata la legge sul revenge porn solo dopo  che la parlamentare Giulia Sarti ne era stata vittima, quindi quando questo crimine aveva colpito realmente una di loro. Sarebbe perciò l'ora che nessuno che posta video porno possa rimanere anonimo e che l'amatoriale sia sempre verificato, certificato, onde evitare altre tragedie. Ma il business del porno online  calpesta qualsiasi dignità umana, lede qualsiasi diritto femminile,  è anch'esso riproposizione del vecchio stereotipo della donna oggetto, degradazione del femminile,  rigurgito stesso di maschilismo e patriarcato. Quando c'è un femminicidio qualche esperto parla sempre di educazione degli uomini. Ma fino a quando Internet non sarà regolamentato, vietando davvero la visione di siti porno ai minori, e fino a quando i politici  non si ricorderanno che lo Stato  è  laico e non confessionale, (strafregandosene dei loro referenti vescovi e cardinali) e fino a quando perciò gli stessi parlamentari non decideranno di inserire l'educazione sessuale nelle scuole, ripristinando anche l'educazione civica, fino ad allora non ci saranno le premesse per un sano rapporto tra i sessi, tra  tutte le persone di ogni orientamento sessuale e genere (mi scuso per il periodare involuto e scorretto,  ma questa volta ci voleva). Il porno online dovrebbe avere più rispetto per il prossimo. Dovrebbe essere molto più umano. In fondo però è sufficiente vedere su un qualsiasi dizionario l'etimologia: pornografia deriva dal greco e stava anticamente a significare "disegni di  prostitute". Nomen omen:  per la pornografia ogni donna è sempre stata puttana.  Le stesse femministe hanno sempre dichiarato che la pornografia era troppo fallocratica e hanno sempre veduto nella sua rappresentazione un grande squilibrio di potere tra uomo e donna. La pornografia è solo a misura d'uomo: ideata da uomini per essere fruita soprattutto da uomini. Forse quindi chiedere rispetto e umanità a questo genere è decisamente troppo. Ma sta anche dal prendere atto di questo stato di cose o almeno dal non tralasciarle,  dal non dimenticarsene che passano le conquiste femminili. Ci sono uomini che vanno deprogrammati, rieducati.  Per fare ciò però bisogna tutti/e ripensarsi e riflettere. Bisognerebbe condannare socialmente quei fidanzati e mariti padrone (al resto ci penseranno i magistrati) che prima chiedono di fare un video porno alla compagna come prova d'amore e poi la sputtanano in rete se vengono lasciati. Tutto ciò è emblematico della guerra tra i sessi. Molti cosiddetti maschi occidentali non riescono a rispettare la dignità neanche di chi amano o più probabilmente dicono e credono di amare. Uscire da questa situazione è difficile, quasi impossibile. Forse si va di male in peggio. Forse tutto è destinato a peggiorare ulteriormente, dalla concezione della donna ai rapporti tra i sessi. Gli informatici dei siti porno hanno imitato Youtube e utilizzato le categorie, molte delle quali prendendo spunto dalla nosografia psichiatrica. Il gioco delle tre carte era fatto. Nuovi abusi  venivano consentiti. Ma tutto ciò viene spesso nascosto. Non devono essere intaccate le dinamiche del potere. Chi critica la pornografia viene tacciato di essere un moralista retrogrado, un impotente, un represso, un pazzo oppure tutte queste cose assieme. Il porno dovrebbe essere garantito a tutti i maggiorenni ma con le limitazioni suddette (amatoriale verificato, certificato, etc etc), naturalmente a patto che a forza di sessualità così esibita non si crolli tutti in un calo del desiderio psicologico. Anche questo è un rischio da prendere in seria considerazione.

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