Continuiamo a vivere le nostre vite, come se niente fosse, ma altrove c'è la guerra. Il pensiero della guerra quasi lo rimuoviamo o quantomeno rimane in noi sotto traccia. Il nostro pensiero della guerra è un fiume carsico, diventa cosciente, percepibile ogni tanto in qualche nostra discussione con gli amici oppure quando guardiamo il telegiornale e poi rimane nascosto, ripiomba nel nostro inconscio per tutto il resto della giornata. Ci sono gli impegni quotidiani, le incombenze, le contrarietà: ci sono la noia, l'alienazione, la fatica giornaliere. Il bombardamento di notizie e gli opinionisti sguaiati nei talk show ci nauseano a lungo termine: si chiama sovraesposizione mediatica. Ma la guerra è lontana! E poi cosa possiamo fare noi semplici cittadini comuni, banali uomini della strada? Il nostro potere decisionale è nullo. Ma molti interrogativi assillano la mia mente. Mi chiedo per dirla alla Guccini “quando è che l'uomo vivrà senza ammazzare?”
Vedo tanta gente che prende posizione, come se in guerra ci fosse una parte totalmente giusta. Alcuni addirittura pensano che questa o quella guerra sia giusta. C'è un grande tifo da stadio, che non serve a nessuna causa. Ma c'è davvero empatia nei confronti delle vittime e dei familiari di ogni parte? Ci sono giornalisti di destra che giustificano i bombardamenti di Gaza con il 7 ottobre. Ci sono persone di sinistra che non sono state mai solidali con i familiari delle vittime del 7 ottobre. Scendere in piazza per la Palestina è più che legittimo, probabilmente giusto, ma è ignobile bruciare la bandiera di Israele e far sfociare l'antisionismo nell'odioso antisemitismo! I morti dovrebbero essere tutti uguali, ma la realtà è che ognuno piange sempre i suoi morti. Per molti ci sono i morti della parte giusta e i morti della parte sbagliata. La mia opinione non conta, ma penso che bisognerebbe essere dalla parte dei civili innocenti bombardati a Gaza e dei loro familiari, delle vittime del 7 ottobre e dei loro familiari, delle vittime russe e ucraine e dei loro familiari Bisognerebbe stare dalla parte delle vittime, di tutte le vittime e dei loro familiari. La nostra empatia dovrebbe essere trasversale. A mio avviso questa è umanità e non volgare qualunquismo cerchiobottista! Bisognerebbe pensare a tutte le perdite umane e a tutto il dolore causato dalle guerre. Mai generalizzare: 100000 israeliani sono scesi in piazza contro Netanyahu e bisogna ricordare che Hamas andò al potere con un'esigua maggioranza. Così come bisogna ricordare che il figlio di Netanyahu non è a combattere, ma si trova a fare la bella vita negli States. La stessa cosa vale per i leader di Hamas, che fanno la bella vita all'estero. È la solita vecchia storia: “Armiamoci e partite”. Riflettevo in questi giorni che il potere inebria spesso. Il potere dà scariche di adrenalina e di dopamina. Ma in alcuni casi il potere slatentizza la follia dei governanti e dei loro popoli. La domanda è come fermare questa crescita esponenziale di follia, che pervade intere nazioni. Purtroppo è impossibile rispondere! Nessun psicoterapeuta, nessun psichiatra ha la ricetta magica. È già molto difficile rispondere perché la follia diventa collettiva e coinvolge un intero popolo. Arendt parlò di banalità del male. Bonhoeffer mise a punto la teoria della stupidità. Milligram dimostrò l'obbedienza acritica all'autorità. Lo psicologo Asch studiò la grande pressione esercitata dal gruppo sul singolo individuo. Ma c'è anche chi non riconosce la follia di Putin, dei leader di Hamas, di Netanyahu e taccia gli altri di psicologismo e dà esclusivamente spiegazioni geopolitiche, culturali, religiose, economiche, ideologiche, storiche, sociologiche, culturali alle guerre. È difficile stabilire cosa abbia causato l'orrore di ogni guerra. Forse ci sono tanti motivi. Anzi sicuramente. Adesso speriamo che per la Palestina e per l'Ucraina vadano avanti le trattative e si giunga finalmente a cessare il fuoco.
Riporto questa splendida poesia di Trilussa, musicata da Claudio Baglioni, che esprime in poche parole la follia di ogni guerra:
Ninna nanna, nanna ninna
Er pupetto vo' la zinna
Fa' la ninna, dormi, pija sonno
Che si dormi nun vedrai
Tante infamie e tanti guai
Ninna nanna, tu non senti
Li sospiri e li lamenti
De la pora gente che se scanna
Che se scanna e che s'ammazza
A vantaggio della razza
De la gente che se scanna
Per un matto che comanna
E a vantaggio pure d'una fede
Per un Dio che nun se vede (ninna nanna, ninna nanna)
Ma che serve da riparo
Al re macellaro che
Sa bene che la guerra (ninna nanna, ninna nanna)
È un gran giro de quattrini
Che prepara le risorse (ninna nanna, ninna nanna)
Pe' li ladri delle borse
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna
Fa' la ninna, fa' la nanna
Fa' la ninna, che domani
Rivedremo ancora li sovrani
Che se scambiano la stima
Boni amichi come prima
So' cugini e fra parenti
Nun se fanno i complimenti
Torneranno ancora più cordiali
Li rapporti personali
Senza l'ombra d'un rimorso
Sai che ber discorso
Ce faranno tutti 'nsieme (ninna nanna, ninna nanna)
Sulla pace e sul lavoro
Pe' quer popolo frescone (ninna nanna, ninna nanna)
Risparmiato dar cannone?
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna