Due parole sulle prossime elezioni e la politica in genere...

Due parole sulle prossime elezioni e la politica in genere...
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Siamo in bilico tra inflazione e recessione. Il 25 settembre andremo alle urne e molto probabilmente il maggior partito sarà quello degli astensionisti.  Non saranno elezioni politiche come le altre perché verrà deciso il futuro degli italiani nei prossimi dieci anni. Sarebbe meglio prendere una decisione, qualunque essa sia. Sarebbe meglio non avere incertezze né tentennamenti di alcuna sorta. Che cosa chiedere al futuro governo? La prima cosa sarebbe quella di non far fallire lo Stato italiano e ciò vuol dire essere europeisti, non fare troppo debito, non perdere i soldi che dovrebbe darci l'Europa. La seconda cosa sarebbe garantire uno Stato sociale, cioè combattere la povertà e garantire una vita dignitosa a tutti. La terza cosa che mi viene in mente (ma non meno importante in ordine di priorità) sarebbe tutelare i diritti civili e non lasciare che la conquista di essi inizi dalla società civile soltanto, ma auspicare che anche i politici se ne facciano carico con un minimo di senso di responsabilità. La quarta cosa sarebbe non stravolgere le regole del vivere civile, che sono da decenni stabilite dalla Costituzione.  Altre cose altrettanto importanti sarebbero una sanità efficiente, delle infrastrutture efficienti, una giustizia più giusta o comunque più snella, meno burocrazia, servizi statali più efficaci, etc etc. Certo non dipende solo dai governanti. Come avrete capito, se queste dovrebbero essere le condizioni e le premesse irrinunciabili,  nessun partito e nemmeno nessuna coalizione potrà realizzare tutte queste cose sopracitate: comunque vada quindi sarà un insuccesso e bisognerebbe accontentarsi dei meno peggio, andando per esclusione. Non vogliamo partire prevenuti e già dare la colpa a certi politici prima che entrino in azione; vorremmo solo non decisioni né scelte giuste (questo si può sapere solo col senno di poi) ma almeno ragionevoli, umane. Chiediamo forse troppo?  C'è bisogno a ogni modo  che anche i cittadini comuni si comportino in modo civile e responsabile,  non facendo i free rider, detto in parole povere i furbastri, e non portando lo Stato italiano alla cosiddetta "tragedia dei beni comuni". Bisogna pensare che non si possono sfruttare i beni comuni  così e che in futuro non ci potrebbero essere sufficienti risorse per tutti. Ma anche i politici dovrebbero dare il buon esempio ai cittadini comuni come me e spesso ho dei dubbi seri che lo facciano. Spesso invece i primi furbastri e i primi lestofanti sono loro. Ma non lamentiamoci troppo dei politici perché sono quelli che abbiamo. Come i generali li prendono tra i  colonnelli, così anche i politici vengono scelti dalla società civile. In molte cose ci rappresentano,  sia per quanto riguarda le virtù che i vizi. Certo bisognerebbe porre l'accento su quanto siano discutibili e opinabili i criteri di scelta. Una volta un politico locale giustificandosi che non sempre in politica c'erano i migliori o presunti tali per capacità,  professionalità,  esperienza, competenze, onestà mi disse: "a un certo punto noi prendiamo chi viene", facendomi capire che non tutte le persone meritevoli avevano l'interesse,  la voglia di mettersi in gioco, lasciare magari un'attività professionale o culturale avviata per essere odiati da una parte della popolazione. Un tempo tutti avevano interesse a mettersi in politica. Oggi no. Per prima cosa c'è il rischio elevato di finire nell'occhio del ciclone e avere pubblicità negativa. Poi non sempre fare politica significa avere lauti compensi. Si pensi solo ai sindaci di paesi e cittadini, i cui stipendi spesso non sono commisurati a capacità,  dedizione e responsabilità.  Ma non ci sono solo coloro che si tirano indietro perché è svantaggioso entrare in politica hanno le loro colpe (è un peccato di omissione) ma anche i dirigenti dei partiti che candidano spesso le persone perché nazionalpopolari, simpatiche, attraenti, sexy, mediatiche, etc etc. Insomma la politica è una brutta bestia, può dare molto ma anche chiedere molto. Ed è un vero peccato che la cosiddetta politica dal basso, quella che un tempo si chiamava democrazia dal basso non sia più praticata come qualche decennio fa: certi giovani contestatori difendevano ogni tipo di diritti e combattevano gli abusi di potere. Peccato che poi alcuni di loro rovinarono  tutto, finendo in un delirio interpretativo, in una spirale di violenza e sparando a chi non la pensava come loro. Negli anni '70 è stata persa una grande occasione di cambiare in meglio le cose e probabilmente altre occasioni non torneranno più. Ma adesso cerchiamo almeno di salvare il salvabile. Io una piccola idea su chi scegliere ce l'ho.

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