Sulla laurea, sulle menzogne, sui suicidi degli studenti, insomma sulla trappola di questa società...

Sulla laurea, sulle menzogne, sui suicidi degli studenti, insomma sulla trappola di questa società...
}}

Un ragazzo di 26 anni è morto, andando a sbattere contro un platano con la macchina. Doveva dare la tesi, ma in realtà l'esame non era previsto. Il padre ha detto che si vergogna di non aver capito che suo figlio era in una trappola. Non sembra un semplice incidente. Si sospetta che sia andato fuori strada volontariamente.  Inutile dire di chi è colpa, cercare la colpa o i colpevoli: come si suol dire in Toscana la colpa morì fanciulla. Qualcuno potrebbe giustamente dire che non bisogna speculare sull'autocolpevolizzazione (fisiologica e comprensibile per quello che è accaduto) di un genitore. È vero che non bisogna cercare il pelo nell'uovo e puntare l'indice. Sono il primo a dire che il mestiere di genitore è difficilissimo, che ogni cosa che fa un genitore sbaglia, che un genitore ha comunque il dovere di educare. Qualcun altro potrà affermare che disgrazie come queste sono dovute a un eccessivo senso di responsabilità di certi studenti e al loro falso Sé.  Però  mi chiedo quanti sono gli studenti che si suicidano per non aver soddisfatto le aspettative dei familiari. Non mi fraintendete: colpevoli  siamo tutti. Colpevole è la società che propina modelli, performance alte, aspettative elevate. Colpevoli siamo tutti noi che ci adeguiamo. I figli hanno dei sogni, delle ambizioni. I padri vogliono il meglio per i loro figli (non stiamo a discutere se il meglio sia davvero laurearsi o meno) e impongono, senza rendersi conto, le loro pregiudiziali, che talvolta diventano dei veri e propri pregiudizi. Ma la colpa -lo ripeterò fino allo sfinimento- è di tutti noi che pretendiamo per noi stessi e per i nostri cari il massimo, inseguendo un ideale di perfezione, una normalità perfetta o se volete una perfezione normale, secondo cui bisogna essere bravi a scuola, ovvero laurearsi a pieni voti senza andare fuori corso, cioè eccellere e primeggiare. La colpa è della competizione eccessiva. La colpa è ritenere una colpa indelebile fallire. La società giudica. La società parla del tuo insuccesso. Se ti  prefiggi un obiettivo, un traguardo,  devi raggiungerlo: questo è ciò che insegnano.  Lo scrivo senza mezzi termini: il numero crescente dei suicidi fuori corso è un segnale da non sottovalutare.  Le aziende  ricercano gli studenti più bravi. Il mercato del lavoro vuole questo: è selettivo, cerca l'eccellenza (poco importa se i figli dei titolari delle aziende non hanno mai letto un libro e/o sono cocainomani e/o hanno a mala pena terminato le scuole dell'obbligo, che anche se hanno due neuroni nella loro scatola cranica hanno anche un fior fiore di professionisti che li aiutano). I genitori quindi non sbagliano a ricordare le regole del mercato del lavoro ai figli, anche perché sono regole che non hanno fatto loro e a cui tutti o quasi, volenti o nolenti, devono sottostare. La trappola è di questa "bella" società, a cui bisogna uniformarsi per forza. La pressione sociale è molto più forte di quello che si pensi. I figli non vogliono deludere i genitori, che talvolta diventa "i figli non possono deludere i genitori", che talvolta diventa "i figli non devono deludere i genitori". Non sono spesso i padri che pretendono molto per loro volontà o per loro mentalità: è il mondo occidentale che pretende molto dai cittadini, che alza anno dopo anno l'asticella ed è sempre più esigente. Ma imprimere nella mente dei figli il giusto senso del dovere, magari spronandoli pure, va bene. Un altro conto è non tenere conto dei loro interessi, delle loro attitudini o anche dei loro tempi. Alle volte è difficile trovare una linea di demarcazione tra le due cose perché la linea è molto sottile e tutto può essere equivocato, frainteso. Così come da parte dei genitori talvolta è difficile trovare la differenza tra volere bene e imporre quello che si presume sia il bene. I genitori non dovrebbero essere egoisti e dovrebbero fare il bene dei loro figli. Alcuni genitori però vogliono imporre idee e modelli, a volte antiquati, che potevano andare bene ai loro tempi. Alcuni genitori pensano talvolta erroneamente che i loro figli siano ingenui, sprovveduti,  incoscienti e pensano di sapere con certezza quale sia il bene dei loro figli, magari sbagliando in pieno. I genitori in questi casi rivendicano un'esperienza di vita che i figli non hanno, mentre i figli dicono che i genitori non sono al passo con i tempi. Nel rapporto tra genitori e figli ci sono molte tipologie di relazioni: ci sono genitori lassisti che permettono tutto ai figli e genitori che costringono totalmente i figli a fare le cose che decidono loro. Prese in considerazione tutte queste premesse, è ovvio che spesso qualcuno finisca in trappola e si suicidi. Ma la trappola è di questa società.  I genitori e i figli, così com'è tutti noi, non facciamo altro che cadere in trappola, anzi in molti ormai siamo talmente abituati a stare in trappola che non chiediamo più neanche aiuto: ci lamentiamo con gli amici oppure no, però nessuno si ribella perché tutti abbiamo qualcosa o qualcuno da perdere e neanche ci divincoliamo più, anzi spesso stiamo docili e mansueti perché quel poco che abbiamo è già molto e non è conveniente sputare nel piatto in cui mangiamo. La furia iconoclasta non è ammessa. Se qualcuno ha un esaurimento di nervi subito sono pronti uno psicoterapeuta e i farmaci. Poco importa indagare sulle cause; poco importa sapere la vera ragione del sintomo. Ciò che importa è essere il prima possibile presentabili socialmente e lavorativamente fino a quando uno non è da rottamare o da seppellire. Infine un consiglio spassionato a chi si trova nella identica situazione di quel ragazzo: a volte è meglio smettere di mentire agli altri e anche a sé stessi, è meglio dare il grande dispiacere ai genitori di avere un figlio bugiardo e non laureato  che l'atroce dispiacere di avere un figlio morto. E ultima cosa ma non meno importante: anche se una persona venisse considerata out da questa società può avere i suoi vantaggi, non tutto a volte viene per nuocere, e non è assolutamente detto che sia un dramma.

Dalla stessa Categoria