Una piattaforma carica di cibo viene fatta scendere attraverso la grossa apertura che caratterizza gli innumerevoli piani della prigione verticale nella quale hanno luogo le vicende narrate in “The Platform”, il film del regista spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia che ancora oggi suscita interesse negli spettatori.
Ogni giorno la piattaforma procede verticalmente da un piano all’altro.
Ogni giorno chi si trova ai piani più alti fagocita tutto, spinto dalla fame o dal desiderio di vendetta, lasciando perire gli altri compagni.
Cercare di mangiare il possibile è l’unico modo di sopravvivere all’interno della prigione che, mese dopo mese, cambia il proprio assetto spostando i propri detenuti in livelli diversi: in tal modo chi prima si trovava agli ultimi livelli mangerà più del necessario, rispondendo alla tirannia dei compagni e diventando egli stesso un tiranno.
Sarà questo l’angoscioso e ciclico destino di Goreng, volontario della sperimentazione, o egli sceglierà piuttosto di seguire l’atteggiamento del Don Chisciotte, protagonista delle sue letture?
La conclusione delle vicende non lascia spazio ad una visione perfettamente lucida delle problematiche, tuttavia il riferimento al noto personaggio della letteratura non può essere considerato come un elemento marginale della narrazione.
Il Don Chisciotte è un personaggio che segna l’avvento di un nuova concezione della letteratura e dei personaggi che la caratterizzano che sembrano emergere in tutte le proprie sfumature, nei propri difetti e nella propria natura umana.
Nonostante le proprie imperfezioni e l’atteggiamento lontano da quello dello stereotipato e perfetto cavaliere, il personaggio nato dalla penna di Cervantes non ha paura di volgere lo sguardo al male e alle ingiustizie del mondo, trovando la forza necessaria per cercare di combatterlo.
In definitiva il parallelismo tra il protagonista e il personaggio letterario appare chiaro: il mondo non ha bisogno di perfetti e invincibili eroi ma piuttosto di uomini finiti che hanno il coraggio di cadere e di rialzarsi per spezzare quella ruota che ciclicamente sottomette gli uomini.
Sono vicende cariche di tensione e dense di avvenimenti quelle che ruotano attorno alla trama del noto film che, tra dialoghi e personaggi sbalorditivi, lascia spazio a riflessioni profonde e ben architettate da parte dello spettatore.
Non pochi quindi i riferimenti all’ambito letterario, la cui esposizione sembra lasciar spazio a tematiche e a riferimenti filosofici inerenti soprattutto la natura umana e il pessimismo antropologico che, attraverso le parole di Machiavelli e Hobbes, volge uno sguardo critico all’avidità umana e alle ingiustizie di cui essa si fa promotrice.
In definitiva, un film che va oltre le apparenze che cerca di spiegare una realtà che va ben oltre la propria rappresentazione e che volge uno sguardo critico alla natura umana, difficile da modificare e impossibile da comprendere.
Gabriele Iacono.