Angelo Canino: il POETA ACRESE

}}

Ad Acri, località del  territorio del Parco Nazionale della Sila, borgo con  origini  antiche della Presila Greca, tra i più grandi della Calabria e della Provincia di Cosenza, nota anche per la  produzione della Patata della Sila,   risiede il poeta acritano  Angelo Canino.

Angelo Canino, è nato ad Acri nel 1960, è sposato con Fiorella e ha da due figli, Nicola e Marianna.

È socio ordinario dell’Associazioni GueCi, della Bottega degli Hobbyes e dal 2016 anche della prestigiosa Accademia Cosentina.

Nel gennaio 2021 è stato inserito nell’Albo D’Oro dei Poeti Contemporanei

Molte delle sue poesie sono citate in oltre 200 antologie -

Ha avuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, molte premiazioni:  primi posti ed  altri decisamente di rilievo, partecipando ai  molteplici concorsi

E’ Menzione D’Onore  Premio Letterario Internazionale EUROPA

Premio Carriera Associazioni GueCi e Culturale e Teatrale Luce dell’Arte.

Gli è stato  conferito il Premio  Cultura dall’ Associazione Culturale Onlus La Rabbia e L’Amore, Alti Meriti Culturali dall’ Associazione Culturale e Teatrale Luce dell’Arte

Appassionato del dialetto, ha publicato il suo primo libro a fine anno 2009: Ad Acri si parla così: un vocabolario acritano – italiano, composto da oltre 7.000 lemmi in dialetto con traduzione a fronte.

Sono  state pubblicate, nel corso negli anni successivi, poesie in vernacolo  Storielle rimate in vernacolo acrese,  Rimannu vi cuntu, C’era na vota,  Assettàtivi ca vi cuntu, Profumi e cosi antichi,  U Tìampi juti e ttìampi e mò, U nonnu mi dicìa , U tìampu passa … u signu resta : raccolta di modi di dire, detti, proverbi, storielle e altro, della Acri di un tempo.

Nel     2022 ha pubblicato Spizzicarìalli: in questo testo ha unito anche una sua personale  analisi  di alcuni episodi accaduti e trascritti nella sua consuetudine poetica  acrese con schiettezza e generosità.

Ad  Angelo Canino  abbiamo chiesto  dove trae la sua ispirazione

Mi ispiro al tempo passato, a come si viveva tanti anni fa ed ai tanti racconti di vita dei nonni.

Ho scelto il dialetto, principalmente  per preservarlo perchè nella mia Città sta scomparendo del tutto.

E' una lingua con una musicalità deliziosa, ed anche perchè scrivendo il passato in lingua dialettale, da un tocco in più alle poesie.

Come vive il suo terriotrio che tanto ama??

Il territorio, in cui vivo, andrebbe migliorarlo e preservato, perchè necessita di tanto recupero: per esempio  andrebbe rivalutato il centro storico della mia Acri,  in totale degrado ed in continuo invecchiamento.

Anche nei dintorni, nelle campagne c'è una sorta di desertificazione, posti meravigliosi lasciati all'incuria preferendo  le città...il progresso deve andare avanti ma la storia non va dimenticata.

Quali consigli da ai  giovani??

Ai giovani consiglio di non abbandonare la lingua madre,  sforzarsi ad imparare qualche termine dialettale:soltanto così gli daremo ancora vita

Il consiglio maggiore lo darei  alle scuole, affinchè inseriscano il dialetto nelle ore di studio, basterebbe anche un'ora a settimana per far continuare a vivere la lingua degli avi.

Una curiosità su Angelo Canino:  è anche un collezionista di  francobolli, oltre duemila, santini, santini elettorali, monete, biglietti da visita, bottiglie di vino circa trecento.

Il dialetto, è stato scritto piu’ volte, su diversi testi, rappresenta   la lingua del focolare, degli affetti, dell’essere, testimonia la storia, l’economia, l’evoluzione dell’uomo e della società.

Utile, al bambino come all’adolescente per socializzare: partecipando con le  proprie  esperienze del vissuto, insegna a conoscere la vita dei padri, dei nonni e, più in generale, dell’uomo.

Gioia Logiri

Dalla stessa Categoria