Avv. Miraglia replica all'articolo: "Non maltrattiamo i ragazzi, né li leghiamo la mamma che protesta fa solo danni al figlio" a firma Maria Teresa Marchese minore in comunità a Casalnoceto della Diocesi di Tortona, dove scappano continuamente ragazzi

Avv. Miraglia replica all'articolo: "Non maltrattiamo i ragazzi, né li leghiamo la mamma che protesta fa solo danni al figlio" a firma Maria Teresa Marchese minore in comunità a Casalnoceto della Diocesi di Tortona, dove scappano continuamente ragazzi
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Casalnoceto (AL) 7 Dicembre 2023, Avvocato Miraglia: «Giusto protestare se la situazione è drammatica".

"Intervenga il vescovo!"
«Quanto dice il direttore della comunità terapeutica Paolo VI di Casalnoceto non corrisponde al vero, per lo meno per quanto riguarda la mia assistita».

L’avvocato Miraglia interviene a seguito di alcuni articoli di stampa che riportano la posizione del direttore della comunità, contro la madre di un ragazzino di undici anni, ospite della struttura, che da tre anni non lo incontra e non sa nemmeno come stia.

Questa mamma da due giorni staziona in tenda davanti al cancello per cercare di parlare con qualcuno.

Finora, nonostante appelli accorati, non è mai stata ricevuta.

"Addirittura la struttura si è rifiutata di far entrare il tecnico incaricato dal tribunale di svolgere una perizia per valutare il rapporto madre figlio" – prosegue l’avvocato Miraglia.
"Cominci lui ad avere rispetto per le persone e per il dolore di questa madre, che non solo non ha mai incontrato, ma l’ha pure denunciata più volte".
"Come può parlare di mancata collaborazione della signora se è lui il primo a negarla?".

Il ragazzino ha undici anni e da tre non vede la propria mamma, perché vive rinchiuso in una comunità terapeutica in attesa di venire adottato.

Una comunità, la Paolo VI di Casalnoceto, da cui proprio mentre la mamma del ragazzo chiedeva per l’ennesima volta di poterlo vedere, una ragazzina ospite della struttura è fuggita in lacrime, chiedendo di poter tornare a casa propria.

"Il direttore medico Giovanni Brisone asserisce che le fughe siano normali – dichiara l’avvocato Miraglia, legale della donna – ma se un ragazzo sta bene dentro una comunità, di certo non pensa o fuggire in lacrime per cercare di raggiungere casa propria".
"Tra l’altro non è la prima volta che dei ragazzi appunto scappano".
"Ma qualcuno vuol verificare lo stato in cui vivono i ragazzi alla Paolo VI?"
"Sarebbe importante sapere, tra le altre istituzioni, quante volte la Procura della Repubblica del Tribunale per i  minori ha predisposto delle ispezioni a sorpresa in questa comunità, per capire come vivono questi minori, come vengono trattati e soprattutto quali sono i progetti che vengono pensati a loro favore".
"Il figlio della mia assistita non sappiamo nemmeno come stia: da tre anni non gli consentono di vedere la madre e lo hanno persino dichiarato adottabile, ma senza pensare a una soluzione diversa, a un progetto di ricollocazione in seno alla sua famiglia".
"Non è orfano, ha una madre e una nonna: perché non mandarlo a casa, seguendo con lui e con la famiglia un percorso di reinserimento educativo e anche terapeutico?"
"Visto che la comunità è legata alla Diocesi di Tortona, che intervenga il vescovo a fare chiarezza e soprattutto, con la carità cristiana che dovrebbe contraddistinguere il suo ruolo e le comunità di ispirazione cattolica, incontrare questa madre e ascoltare la sua sofferenza".
"Intanto si è in attesa della pronuncia della Corte di Cassazione, alla quale è stato presentato ricorso per chiedere la revoca del decreto di adottabilità per mancanza dei presupposti legali".

"Il Tribunale per i minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta aveva disposto una consulenza tecnica con la valutazione della relazione tra il ragazzino e la madre, ma la comunità terapeutica ha espresso parere negativo e l’incontro non è mai avvenuto".

"Le informazioni rilasciate dalla comunità sono difformi e ambivalenti – prosegue l’avvocato Miraglia".
"A volte dicono che il bambino voglia vedere la madre e che la sogni persino la notte, altre che si agiti solo al pensiero di rivederla perché la teme".
"Dicono che stia bene dentro la struttura, poi però affermano che sia agitato e necessiti di un piano terapeutico a base di farmaci".

"Come sta davvero questo ragazzino?"

"La comunità afferma che vuole farlo rientrare a casa, ma come può essere possibile dal momento che sino ad oggi non siamo mai stati coinvolti in riunioni, in incontri e in un progetto di reinserimento?"

"Non ha nemmeno fatto entrare i tecnici incaricati dal tribunale di redigere la Ctu sul rapporto tra madre e figlio!".

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