Il ministro Nordio vuole somministrare i test psicoattitudinali ai futuri magistrati. Probabilmente ciò avverrà dal 2026. Insomma per la maggioranza ci vorrebbe l'esame psichiatrico per entrare in magistratura. Per fare ciò docenti universitari di psicologia userebbero un test di personalità, definito obiettivo, ovvero il Minnesota, che consiste in un questionario di centinaia di domande. Prima cosa: alcuni candidati possono rispondere non sinceramente ma in base alla presunta desiderabilità sociale. Seconda cosa: l'ideatore del Minnesota, Hathaway, dopo decenni di utilizzo del test, ha avuto dei grandi ripensamenti sulla sua efficacia. Non lo ha rinnegato totalmente, ma ha nutrito molti dubbi sull'effettiva validità scientifica. Nel migliore dei casi questo test dovrebbe essere continuamente aggiornato, modificato, rivisto e corretto anche in base alla cultura di appartenenza. Terza cosa: ci sono problemi riguardanti la privacy dei candidati. Quarta cosa: perché non fare l'esame psichiatrico a tutti, anche ai politici, dato che, se è vero che i giudici devono far rispettare le leggi, onorevoli e senatori scrivono e approvano le leggi oltre a governare? Il primo nel centrodestra a volere una valutazione psichiatrica per i magistrati fu Silvio Berlusconi, che per le note vicende giudiziarie, non poteva avere un giudizio imparziale sui giudici. Mi sembra che, fino a oggi, siano più i politici dei magistrati ad aver dato segni di squilibrio mentale e di evidenti disturbi di personalità. Però questa è una mia personale opinione. Se nella storia avessero fatto l'esame psichiatrico a ogni candidato politico in tutte le nazioni, ci saremmo risparmiati molti dittatori folli e sanguinari. Quinta cosa: i problemi della magistratura, a mio modesto avviso, sono altri e di difficile soluzione. Sesta cosa: fare i test ai candidati giudici significa in un certo qual modo insinuare che i magistrati di oggi e di ieri non siano e non fossero tanto sani mentalmente! Ritornando ai test di personalità, un tempo una versione ridotta del Minnesota veniva somministrata ai giovani nella visita di leva. Posso raccontare la mia personale esperienza. Dopo il test dovetti parlare con una psichiatra dell'esercito, che ventilò l'ipotesi di non farmi fare il militare perché troppo sensibile (non femminile ma sensibile) e perché la vita di caserma avrebbe potuto ferire la mia sensibilità. La psichiatra non aveva paura riguardo alla mia incolumità, ma temeva che, per la mia aggressività smodata (sempre secondo il test) potessi avere delle reazioni spropositate e fare seriamente male a qualcuno. Non mi ritengo particolarmente sensibile o aggressivo. Non ho mai dato segno di essere troppo sensibile o aggressivo. Il test per ora non si è rivelato, per quel che mi riguarda, attendibile o predittivo. Non ho mai fatto del male a nessuno. La mia aggressività l'ho sempre sublimata. Nella vita ho avuto momenti di crisi, frustrazioni, delusioni, arrabbiature, che non sono mai sfociate in violenza. I freni inibitori hanno sempre avuto la meglio. Per inciso rifiutai di essere scartato dalla leva per motivi psichiatrici, perché sarebbe stata un'onta. Finii per fare l'obiettore in un collegio salesiano: avevo fatto domanda in altri enti, ma, per un errore del ministero della difesa, venni precettato e destinato in quel collegio; comunque questa è un'altra storia. Insomma si ritorna al solito discorso che nessuna scienza oggi è ritenuta esatta, essendoci dei paradossi e dei limiti intrinseci in ogni ramo dello scibile. Tantomeno la psicologia è una scienza esatta! Diciamocelo chiaramente: le scienza umane sono le discipline meno scientifiche, più grossolane e più approssimative nella misurazione delle caratteristiche degli individui, i cui tratti attitudinali stimati non sempre corrispondono a effettivi comportamenti nella vita reale. Quindi l'esame psichiatrico, se lo faranno ai futuri magistrati, dovrebbero farlo anche a molte altre categorie lavorative, che hanno responsabilità e potere maggiori dei giudici, considerando il beneficio di inventario di questi test di personalità, certamente standardizzati ma perfettibili.