Due parole sulle illusioni...

Due parole sulle illusioni...
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Scrivevano Schopenhauer e Leopardi che le illusioni sono necessarie e che non si può vivere senza di esse. Schopenhauer considerava l'innamoramento come la più grande illusione del genere umano e lo riteneva un trucco della natura, un inganno fisiologico per perpetuare la specie. Anche il successo, la fama, il perseguimento della ricchezza, la gloria postuma sono illusioni, perché lo stesso Leopardi in un brano dello Zibaldone (che naturalmente non riguardava la gloria) precisava: "...se ci saranno posteri". Non è detto che in un futuro prossimo ci siano posteri! A mio modesto avviso le illusioni possono farci vivere meglio, possono farci sopravvivere,  addirittura possono salvarci dal suicidio. Anche la stessa speranza è un'illusione. Sperare che domani andrà meglio e che ci sarà un domani non sono forse illusioni? Ma le illusioni per Leopardi erano piaceri. Per Leopardi gli antichi erano più felici, perché sapevano meno cose di noi e riuscivano ad avere più illusioni e a coltivarle meglio, banalizzando il concetto e saltando alcuni passaggi filosofici (che poi Leopardi era anche un grande filosofo). Schopenhauer pensava come gli orientali che la stessa realtà fosse un'illusione e bisognasse strappare il velo di Maya. Concordo anche io sulla necessità delle illusioni, ma non ci si può nutrire soltanto di esse. Ci vuole anche un sano esame di realtà.  Per Freud si acquisisce maturità psicologica quando il principio di realtà ha la meglio sul principio di piacere. Bisogna insomma saper distinguere, valutare e ponderare bene. Ci sono illusioni positive e negative. Avere troppe illusioni o credere troppo nelle illusioni può essere estremamente deleterio. Ad esempio ci sono persone che si rovinano economicamente,  investendo male i loro risparmi, cercando di tramutare una passione in un lavoro senza riuscirci. Le illusioni possono diventare delle vere fissazioni, delle ossessioni, occupando gran parte della mente e facendo sprecare energie. Si finisce così per rovinarsi con le nostre stesse mani. Senza illusioni probabilmente ci suicideremo, ma anche delle ambizioni sbagliate e smisurate potrebbero indurci al suicidio a lungo termine. A ogni modo abbiamo tutti dei grandi sogni che molto spesso non si realizzano e allora bisogna cambiare piani, ridimensionarsi, ridurre le aspettative.  Ma il problema è che anche  se le nostre illusioni oggi venissero tutte soddisfatte, domani chiederemmo a noi, al mondo, a Dio ancora altro, ancora di più, perché il desiderio non si placa e non siamo mai contenti di quello che abbiamo. Comunque abbarbicarsi alle illusioni può essere autodistruttivo, anche quando, giocoforza,  non abbiamo niente altro.  Le illusioni, giunti alla maturità,  devono essere realistiche. Altrimenti ci si fa troppo male. Di solito alle illusioni giovanili subentrano le delusioni della maturità.  Ma poi siamo così sicuri che se avessimo avuto ciò che volevamo da giovani, la nostra vita sarebbe andata meglio? Nessuno lo sa, ma è meglio avere dei dubbi a proposito.  Avere delle illusioni va bene, ma da qui ad essere degli illusi il passo è breve ed essere tali può peggiorare la vita. Questo mi dice il buon senso, la logica.  Eppure esiste anche la nota frase che Camus fece dire a Caligola, poi diventata un motto del'68: "Siate realisti: chiedete l'impossibile". Insomma cosa sarebbero gli uomini senza la capacità di sognare? È tanto bella la rêverie! Non solo ma l'immaginazione,  la creatività finirebbero senza illusioni. Queste attività non nascono forse da delle illusioni? Il sapere, la cultura, la loro trasmissione ai più giovani non sono anch'esse delle illusioni? Perciò va bene che ci siano coloro che vogliono scrivere il romanzo della loro vita o che vogliono scoprire la cura contro il cancro. Non tutto andrà perduto. Qualcuno ci riuscirà. Il professore de "L'attimo fuggente" fa vedere ai suoi allievi le foto di un annuario scolastico di molti anni addietro e dice loro che ora  quegli studenti sono tutti morti, ma dopo in una sua lezione cita Whitman: "Il potente spettacolo della vita continua e tu puoi contribuire con un tuo verso". E poi siamo sicuri che Schopenhauer e Leopardi avessero ragione a considerare certe cose della nostra vita delle illusioni? A tal riguardo ci sono due scuole di pensiero: Sgalambro diceva che gli ottimisti sono dei pessimisti male informati e Tonino Guerra in un noto spot recitava che l'ottimismo è il profumo della vita. Inoltre ci potrebbero anche essere dei piaceri che non sono illusioni. E come ho detto prima le illusioni possono anche rivelarsi dei dispiaceri. Nessuno sa se le illusioni sono veramente illusioni. Qualsiasi cosa può essere o non essere illusione. Questo varia a seconda della concezione dell'esistenza, della mentalità, della cultura, della visione del mondo. Anche lo stesso Dio, il paradiso, l'aldilà possono essere considerate illusioni, mentre altri ci credono ciecamente. Nel corso di psicologia generale fanno studiare le illusioni ottiche. Detto in parole povere tutti ci cascano. E la medesima cosa non vale solo per le illusioni ottiche ma anche per le illusioni cognitive, dell'animo, della vita in genere: tutti ci cascano! È più forte di noi.  La verità è che ognuno ha le sue illusioni a cui si aggrappa individualmente o collettivamente (ideologie, filosofie, religioni, partiti politici, etc etc). E quindi si ritorna al punto di partenza perché ogni illusione è un eterno, inafferrabile uroboro.

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