Due parole sui poeti romagnoli e sul perché farsi una vacanza in Emilia Romagna...

Due parole sui poeti romagnoli e sul perché farsi una vacanza in Emilia Romagna...
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L'Emilia Romagna è stata colpita molto duramente dall'alluvione. Ci sono stati morti e feriti oltre a migliaia di sfollati.  C'è quasi un'economia in ginocchio, ma gli emiliani e i romagnoli si sono subito rimboccati le maniche e siamo tutti certi che non si perderanno d'animo. È stata colpita una delle regioni più produttive del nostro Paese. Gli emiliani e i romagnoli sono soliti dare ricchezza all'Italia senza lamentarsi, senza mai insuperbirsi,  ma restando umili e con i piedi per terra. La creatività emiliana e romagnola si vede subito di primo acchito, al primo colpo d'occhio soltanto ricordando brevemente alcune grandi personalità artistiche, che vi sono nate e cresciute. Innanzitutto era romagnolo Pascoli. Basta ricordarsi "La cavalla storna". Ma è talmente celebre che passiamo oltre. Era romagnolo Fellini, che ha ambientato diversi film in Romagna e che rimase sempre legato alla sua terra e ai suoi amici d'infanzia, come ad esempio Titta Benzi, che gli ispirò Amarcord (in dialetto "mi ricordo"). Le atmosfere felliniane hanno sempre attinto a piene mani dalla sua terra e dalla sua gente. Anche il grande poeta e sceneggiatore di alcuni film di Fellini, Tonino Guerra,  era romagnolo. Di Tonino Guerra chi non ricorda la poesia sul muratore, che costruisce case da una vita come tutti i suoi avi e non ha una casa di proprietà ("E’ mi nonn e féva i madéun/ e’mi ba e féva i madéun/ mè a faz i madé un: os-cia i madéun!/ Méla, disméla, al muntagni ad madéun/ e mè la chèsa gnént")? Ricordiamo anche Tonino Guerra perché trasformò Pennabili, in provincia di Rimini, in un paese della fantasia, in un luogo dell'anima, grazie a molte installazioni all'aperto. Un altro poeta memorabile come Raffaello Baldini era romagnolo e vinse il premio Viareggio. Il grande poeta Elio Pagliarani, membro della Neoavanguardia (gruppo '63), era romagnolo, anche se si trasferì da giovane a Milano. Di lui ogni appassionato di poesia ricorda capolavori come "La ragazza Carla" e "Lezioni di fisica". La Romagna è sempre stata un'isola felice per la poesia e lo è tutt'oggi: basta ricordare poeti come Davide Rondoni e Francesca Serragnoli. Anche la scrittrice trasgressiva Isabella Santacroce è romagnola e di lei bisogna ricordare il suo romanzo "Rimini", che tratta della gioventù che si diverte in Riviera. Lo stesso Tondelli, emiliano, ha scritto un romanzo intitolato "Rimini". Ho voluto ricordare solo pochissimi poeti romagnoli del secondo Novecento e per brevi cenni, ma la lista sarebbe più lunga. Inoltre l'Emilia Romagna ha dato i natali a molti musicisti, cantanti e cantautori, che non nomino perché sono tutti conosciutissimi. Non vorrei procedere per stereotipi e schematismi che vedono i romagnoli come mattacchioni, sanguigni, donnaioli. C'è una Romagna nazionalpopolare che conosciamo tutti grazie a film come "Rimini Rimini" di Corbucci e all'orchestra Casadei. Si ricorda soprattutto la Romagna per essere la capitale dei divertimentifici estivi, per essere ospitale e accogliente. L'ospitalità e l'accoglienza risalgono alla notte dei tempi. Non a caso Dante, esiliato dai fiorentini, morì a Ravenna. Di certo i romagnoli sono simpatici, imprenditoriali, operosi. Si sono arricchiti con i loro stabilimenti balneari,  le loro pensioni, i loro ristoranti, ma anche grazie a un tessuto industriale ricco di tante aziende. I distretti industriali dell'Emilia Romagna si sono sempre distinti per dinamicità,  liquidità, competitività. Chi non si ricorda del petrolchimico di Ravenna e del ravennate Raul Gardini, che tempo fa segnarono entrambi un'epoca?  Ma l'Emilia Romagna è anche una terra ricca di cultura. Si pensi solo all'università di Bologna, ancora oggi prestigiosa, che è la più antica in Italia. In Emilia Romagna bisogna andare almeno una volta nella vita e non solo per il divertimento e il cibo ma perché c'è tanta bellezza e tanta vitalità autentica, che fa parte delle tradizioni dei suoi abitanti, oserei dire del DNA dei suoi abitanti. A vent'anni feci una settimana a Rimini. Ero andato lì con grandi aspettative. Invece non cuccai, ma fu una vacanza memorabile lo stesso, perché qualcosa ti resta sempre dentro della gente e dei posti di questa terra. Quando venne il terremoto in Emilia intervistarono  un industriale e la prima cosa che disse fu di metterlo in condizione di ripartire, perché lui aveva voglia di ricreare quanto prima di nuovo ricchezza per l'Italia. Ora è il momento della vicinanza, della solidarietà,  della partecipazione collettiva e, visto che ognuno può dare un contributo nel suo piccolo, se dovete proprio farvi una vacanza estiva, andate in Emilia Romagna.

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