Sulla Biblioteca Comunale Gronchi di Pontedera

Sulla Biblioteca Comunale Gronchi di Pontedera
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Siamo in balia della corrente dalla sorgente alla foce. Forse apparteniamo a un misero affluente. Meglio non pensarci. Meglio distrarsi. Prendersi una boccata d'aria fresca fa sempre bene. Cerchiamo di andare oltre alla quotidianità alienata, alla noia che ci assale. Così talvolta vado a camminare con mia madre. Altre volte vado da solo. Porto anche a spasso il mio lagotto romagnolo. Argo tira a più non posso. È già un lavoro mettergli la pettorina: bisogna essere in due, uno lo deve reggere per il collare. Non devo lasciarlo libero perché ci sono strade troppo trafficate e le macchine lo metterebbero sotto. Ho paura che scappi verso la circonvallazione, dove le auto sfrecciano. Quando è bel tempo, io e mio padre lo portiamo in aperta campagna. Andiamo allo Scolmatore. Lo lasciamo libero allora. Però dobbiamo stare attenti perché talvolta ci imbattiamo nel pastore con le pecore e il suo cane, che potrebbe mordere Argo. Niente di personale. Bisogna fare attenzione perché sono animali. Poi quando è bella stagione, ci sono i forasacchi e lui mette sempre il naso in terra per annusare: una volta è stato già operato per un forasacco. Un tempo mi recavo  alla Biblioteca Comunale Gronchi di Pontedera, proprio dove un tempo c'erano alcune officine della Piaggio. Erano altri tempi. Era una camminata distensiva. Attraversavo tutta la briosa Sozzifanti. La Biblioteca Comunale è in via Rinaldo Piaggio. Nella stessa via c'è appunto la Piaggio, il polo del Sant'Anna, il museo Piaggio, una pizzeria, un ristorante cinese, un bar ristorante, una edicola, un tempo c'era anche un centro massaggi thailandese. Non ci facciamo mancare niente a Pontedera. Alla Biblioteca Comunale c'era anche la bancarella all'interno: c'erano dei libri usati in vendita a bassi prezzi.  Io ho comprato un libro di filosofia di Russell a cinquanta centesimi. Ho comprato tutti i romanzi brevi di Moravia a soli due euro. Basta solo saper cercare. Basta intendersene un poco, saper distinguere il grano dal loglio. A volte con cinque euro ho comprato sette libri. Hanno anche organizzato una ottima rete documentaria. È la rete documentaria della provincia di Pisa. Molte biblioteche della mia provincia sono collegate. Questa rete si chiama Bibliolandia.  È difficile non riuscire a reperire un libro. La rete comprende 57 biblioteche della provincia di Pisa. Il prestito interbibliotecario funziona efficacemente. Quando una biblioteca non trova il libro voluto dall'utente, lo richiede alle altre biblioteche della Rete. Male che vada un volume viene reso disponibile nell'arco di pochi giorni! I bibliotecari sono efficienti, preparati e cortesi. È disponibile anche il catalogo online della Rete Bibliolandia. Uno va sul sito internet e può consultare il motore di ricerca di Bibliolandia. Il mitico Umberto Eco ne "Il secondo diario minimo" in un suo saggio breve molto ironico dal titolo "Come organizzare una biblioteca pubblica" scriveva che "il prestito interbibliotecario deve essere impossibile, in ogni caso deve prendere mesi. Meglio comunque garantire l'impossibilità di conoscere cosa ci sia nelle altre biblioteche". Naturalmente Eco scherzava e qui i bibliotecari hanno ideato una struttura in grado di fare ottimamente tutto il contrario. Mi sono iscritto gratis alla Biblioteca Comunale e così posso prendere a prestito anche sei libri alla volta. Per chi non lo sapesse il prestito è gratuito. Nel 2019 ho letto circa un centinaio di libri, presi a prestito dalla Biblioteca. Inoltre ogni giorno con il tablet posso consultare gratis quasi tutti i quotidiani online, tranne La nazione, Il Tirreno, La stampa. Può farlo ogni iscritto alla Biblioteca Comunale. Insomma una grande opportunità. La Biblioteca Comunale inoltre era frequentata da persone di tutte le età. C'era un gran mare di gioventù, ma c'erano anche insegnanti e anziani, che consultavano libri e giornali. All'interno dell'edificio c'era anche la Biblioteca per ragazzi. Tutto questo prima del Covid. La Biblioteca Comunale ha riaperto da tempo. Chi vuole può andarci anche adesso. Deve rispettare il distanziamento sociale, igienizzarsi le mani, farsi controllare la temperatura, utilizzare naturalmente la mascherina. Ma io potendo evitare, ancora evito. Poi mi immalinconisce  vedere la Biblioteca Comunale così vuota, le sue sale di lettura ed il suo ingresso così deserti. Mi faceva allegria quello sciame di persone così vivace. La Biblioteca Comunale era anche un luogo di incontro e di aggregazione, un centro dove pulsava la vita. Vederla deserta o quasi lo trovo triste. Posso ora comprare qualche libro su Internet. Di solito li ordino su Libraccio. Ci sono anche gli sconti del 50%. Oggi c'è una fruizione culturale inimmaginabile un tempo, per chi ha voglia di leggere e di imparare. Ora comunque aspettiamo la fine del tunnel, la via di uscita. Aspetto il vaccino. Faccio vita ritirata, per quanto possibile. Evito gli assembramenti. Mi limito a prendere un caffè al bar della stazione, gestito da una famiglia cinese. Marito e moglie, sono sempre gentili e cordiali. Lo so che sarebbe facoltativo, ma a questo rito riesco a rinunciare molto difficilmente. Ho bisogno anche di questo semplice contatto sociale sporadico. Ho bisogno di questa convivialità.  Forse quando tutto finirà, sapremo apprezzare di più le nostre piccole libertà, di cui un tempo non facevamo minimamente caso. Se non mi ammalerò di Covid ritornerò molto volentieri alla Biblioteca Comunale. Da una parte mi troverò un poco spiazzato ed imbarazzato di fronte a tutto quel mare di gioventù, forse un poco disorientato per quell'affollamento di ragazzi, ma dall'altro probabilmente sarò contento di essere ritornato alle cose di sempre, alla normalità. Ho nostalgie di quelle passeggiate, della Biblioteca Comunale e del peso di quei libri portati sottobraccio nel tragitto verso casa.




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