Sul femminicidio

Sul femminicidio
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La parola femminicidio è un neologismo che indica l'omicidio preterintenzionale o volontario di una donna molto spesso da parte del compagno, del marito o dell'ex (raramente da parte di uno sconosciuto o di un conoscente). Negli ultimi dieci anni sono circa 2000 le donne assassinate in Italia. Molto spesso anche da alcuni giornalisti vengono usati termini come "lite degenerata" o "raptus di follia". A cosa è dovuto tutto questo? Difficile dirlo senza utilizzare sociologismi e psicologismi. A mio avviso nell'epoca dei social e dei nativi digitali certi uomini non sanno ancora accettare la fine di una storia e non solo, ma anche le trasformazioni e i mutamenti della società, che non è più patriarcale con il capofamiglia e la donna che si cura delle faccende domestiche. Questa è un'epoca post-femminista in cui sono sempre meno le casalinghe e sempre più le donne emancipate, evolute e in carriera. Come ha scritto tempo fa  egregiamente Michele Serra su La Repubblica certi uomini non riescono a riconoscere "il margine di autodeterminazione" alle loro compagne o ex. Ma non c'è solo questo motivo a mio avviso. C'è anche la cosiddetta psicopatologia della gelosia. Certi uomini sono psicopatici o quantomeno molto disturbati psicologicamente. La loro affettività è disturbata gravemente. Difficile dire come fermare questa strage. C'è chi dice con leggi più severe e senza benefici di pena. Chi dice con un'educazione sentimentale maggiore; chi con più centri antiviolenza; chi con più denunce da parte delle donne. C'è anche chi si chiede se è sempre stato così. Io non voglio fare ricostruzioni storiche. Un tempo c'erano il matrimonio riparatore e il delitto di onore. Nel 1975 ci furono i fatti del Circeo. Secoli fa le donne venivano bruciate vive dalla Santa Inquisizione. Oggi dai Talebani in alcuni casi vengono lapidate. Potremmo affermare che ogni cultura ha il suo oscurantismo. Ma non è proprio così. Accade anche dove i costumi sono apparentemente evoluti. La barbarie probabilmente è in aumento anche nell'Italia di oggi, dove c'è una guerra moderna tra i sessi dovuta ai tradimenti, alle separazioni, ai divorzi, ai figli contesi, alle battaglie legali che durano anni. Dovremmo forse giustificare gli assassini per i loro problemi economici, culturali o psichici? No. Non hanno scusanti. Non hanno attenuanti, ma casomai aggravanti se ci mettiamo ad analizzare caso per caso. A mio avviso il loro maggior problema è quello di non aver accettato la parità dei sessi, a causa di un intreccio di mentalità atavica e patologia. Potevano avere il buon senso di fermarsi prima dell'omicidio. Potevano avere il buon senso di cercare una valvola di sfogo da uno psichiatra. Sicuramente andavano fermati prima perchè in questi casi le avvisaglie ci sono sempre prima e le donne dovevano essere veramente tutelate. La legge sullo stalking c'è. Ora si tratta di applicarla adeguatamente, perseguendo i veri stalker ed anche le rarissime  donne che fingono di essere stalkerizzate (basta attenersi ai dati oggettivi e non alla percezione soggettiva di certe donne teatranti, che sono molto rare ma esistono). Comunque questa smania di possesso, di controllo e infine di distruzione totale da parte di certi uomini non può essere chiamato amore (nemmeno amore degenerato o sfociato in tragedia). Questo è odio puro, indipendentemente dal modello socioculturale di appartenenza e dal problema psichico del carnefice. Questa è la cruda realtà.

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