Sui giornali cartacei e la libertà sconfinata del web...

Sui giornali cartacei e la libertà sconfinata del web...
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Aveva ragione Grillo quando diceva che dovevano finire i finanziamenti pubblici ai quotidiani cartacei, che ammontano a milioni e milioni di euro? Forse era esagerato, ma un fondo di verità c'era eccome. Decenni fa gli anziani compravano il giornale anche per vedere chi era morto nella loro città.  Per Heidegger la lettura del giornale era la preghiera laica del mattino dell'uomo contemporaneo.  Le cose però sono radicalmente cambiate in questi ultimi anni. Diciamocelo francamente: sono davvero pochi oggi coloro che leggono i giornali. Sono rimasti i boomer a leggere ogni giorno i quotidiani.  I grandi giornalisti dichiarano che i quotidiani sono necessari per il pluralismo dell'informazione. Ma costoro sono diretti interessati. Sono di parte. Difendono strenuamente la loro categoria.  La realtà è che il pluralismo dell'informazione nazionale e locale è garantito comunque dal web con la sua miriade di testate giornalistiche online. Allora i direttori dei quotidiani possono controbattere che nel web ci sono troppe fake news e troppa disinformazione. In realtà questa argomentazione fa acqua da tutte le parti: basta andare su testate giornalistiche online, regolarmente registrate, e non su siti farlocchi per ricevere notizie vere e accertate. Un'altra argomentazione dei giornalisti è che i quotidiani sono fondamentali per la formazione dell'opinione pubblica. Eppure lo stesso Eugenio Scalfari 15 anni fa confessava che ormai l'opinione pubblica non esisteva più da tempo. Mi chiedo io sempre più spesso perché mai devo acquistare un quotidiano cartaceo a 1,70 euro se mi basta visitare due testate giornalistiche online della mia cittadina gratis per leggere quello che leggerò il giorno dopo nella cronaca locale dei due quotidiani della mia regione. Mi chiedo perché devo acquistare un quotidiano se la sua terza pagina non è più una pagina veramente culturale ma di fuffa con la giustificazione che è diventata una pagina riguardante la società e lo spettacolo. Mi chiedo perché devo acquistare un quotidiano, visto e considerato che, secondo una ricerca del 2019 della federazione nazionale italiana della stampa, l'85% delle giornaliste ha subito molestie sessuali nelle redazioni da parte di colleghi e superiori (Giorgio Gaber era troppo indulgente e benevolo quando definiva i giornali "bordelli di pensiero").  Mi chiedo perché devo acquistare un quotidiano se non ci sono pezzi di bravura, che dimostrano la superiorità come editorialisti, commentatori, recensori del giornale cartaceo rispetto a siti, blog, riviste culturali, che leggo gratis.  I direttori dei giornali hanno una bella parlantina, ma se leggo i loro articoli non vedo l'effettiva bravura: sanno parlare meglio di come scrivono oppure si autolimitano a fare un compitino striminzito quando il loro ruolo e i loro stipendi richiederebbero elzeviri di altissima qualità (e invece talvolta i loro sono pezzi facili)!  Oh certo ecco l'argomentazione dei grandi giornalisti: noi abbiamo una linea editoriale, noi dobbiamo abbassarci al livello dei nostri lettori, mentre nel web non ci sono paletti e la libertà è sconfinata. E allora viva la libertà sconfinata del web! W l'articolo 21! W la libertà di pensiero e la sua espressione! W i letterati, i lettori forti, le persone colte che con il loro volontariato intellettuale riempiono di contenuti culturali di qualità il web! W il giornalismo partecipativo! W le testate giornalistiche online che vanno avanti con il finanziamento pubblicitario dei privati! Una cosa che mi fa sorridere è la spocchia che molti giornalisti hanno nei confronti del web. È sempre la stessa cantilena: loro sono pagati per scrivere, loro hanno passato l'esame e sono diventati giornalisti. A onor del vero anticamente si diceva che non è la stirpe che nobilita l'uomo, ma che  è l'uomo che nobilita la stirpe. La stessa cosa vale non solo per la stirpe ma anche per la categoria. È l'ora di finirla con questa solfa; non importa se si viene pagati o meno, non importa se e dove si scrive; bisogna vedere invece se si scrive cose rispettabili o meno. Ma purtroppo molti non sanno valutare esattamente a riguardo. Ricordo soltanto che Alda Merini e Valentino Zeichen hanno fatto la fame, mentre giornalisti raccomandati di infima specie hanno avuto laute pensioni. E poi questo continuo tono dispregiativo da parte di certi giornalisti della carta stampata nei confronti di tutto il web, come se tutto Internet fosse una cloaca! Lo stesso identico web che toglie spazio, potere, lavoro, soldi ai giornali e di cui i direttori dei quotidiani non ne hanno capito i rischi e le potenzialità anni fa, snobbandolo e dimostrandosi miopi. Guarda caso.

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