Su Barbara D'urso professoressa e sul fatto che c'è molto di peggio nel sistema universitario italiano...

Su Barbara D'urso professoressa e sul fatto che c'è molto di peggio nel sistema universitario italiano...
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Recentemente molti hanno storto la bocca quando hanno appreso la notizia che Barbara D'urso diventerà professoressa universitaria. Innanzitutto terrà dei corsi alla Luiss e alla Iulm, che per quanto prestigiose sono università private. Inoltre alcuni dicono che la D'Urso non è laureata. Neanche Philippe Daverio lo era. Ma aveva meriti, competenze, pubblicazioni scientifiche per insegnare. La nota conduttrice senza ombra di dubbio sa cosa è la televisione e quali sono i meccanismi, le dinamiche che la regolano. Quindi può salire in cattedra e avere qualcosa da dire; può avere voce in capitolo. Certamente non avrà una grande preparazione teorica da intellettuale raffinata. Certamente i suoi programmi spiccano per il sensazionalismo e le ospitate di pseudo-vip alla ricerca ossessiva di notorietà. Si potrebbe discutere se il suo modo di essere nazionalpopolare sia educativo per i giovani. Così come si potrebbe discutere delle università che sono sempre a caccia di finanziamenti privati e di pubblicità per aumentare le iscrizioni (non è un caso che diverse facoltà elargiscano lauree ad honoris causa a vip più per il ritorno di immagine che per gli effettivi meriti culturali dei personaggi famosi in questione). Ma a tutto questo se ci pensiamo bene c'è molto di peggio. La D'Urso ad esempio avrebbe qualcosa da raccontare ai suoi studenti e l'oratoria non le manca. C'è molto di peggio nel sistema universitario della D'Urso professoressa. C'è ad esempio una corruzione, quasi fisiologica ed endemica. La Luiss e la Iulm non sono università di provincia ma legittimate culturalmente e riconosciute: sono delle realtà importanti. Inoltre hanno fatto tutto alla luce del sole. Sapevano che si sarebbero esposte a molte critiche. Chi ha preso la decisione era prima di tutto convinto di quello che faceva, ha soppesato esattamente i pro e i contro. C'è molto di peggio invece. Negli ultimi tre anni 191 docenti da Milano a Palermo sono indagati per i concorsi truccati nelle università. Nel sistema universitario vigerebbe la ricattabilità, il clientelismo e il nepotismo. Sono molti a sostenere che i concorsi sono truccati e che si sa già chi vince. Erano moltissime le segnalazioni che giungevano al giudice Raffaele Cantone, un tempo presidente dell'Autorità Anticorruzione. È il segno inequivocabile di qualcosa che non andava e che non va? Se guardiamo ai premi Nobel per la letteratura anche la Deledda, Quasimodo, Montale e Fo non hanno mai insegnato all'università (Quasimodo insegnò al conservatorio). Grandi scrittori come Pavese e Calvino non insegnarono mai all'università. Non solo ma nella letteratura del Novecento sarebbero un numero consistente gli autodidatti. Bisognerebbe ricordarsi il concetto dantesco secondo cui non è la stirpe che nobilita l'uomo ma è l'uomo che nobilita la stirpe. In termini più moderni bisognerebbe sostituire la parola "stirpe" alla parola"categoria". Tutto ciò non lo scrivo perché io ambisco ad una cattedra universitaria: assolutamente no. Non ambisco a tanto. Lo scrivo per il semplice motivo che non si può far rispettare la legge se la classe dirigente non riesce a dare il buon esempio. In fondo anche i cattedratici terrebbero un comportamento mafioso secondo molti: non sono mafiosi con la M maiuscola (non uccidono) ma con la m minuscola (raccomandano, favoriscono, truccano, ostracizzano). Alcuni potranno obiettare sostenendo che anche gli imprenditori assumono raccomandati e lasciano il timone dell'azienda ai figli. Ma per gli imprenditori esiste il rischio d'impresa. Possono sempre fallire se fanno le scelte sbagliate. Con questa crisi economica spesso falliscono anche se non sbagliano. I giovani professori raccomandati invece sarebbero inamovibili. Possono fare tutti i danni possibili e immaginabili, e nessuno può fare niente. Questo avverrebbe in ogni tipo di facoltà. Posso accettare a malincuore che avvenga in quelle umanistiche ma che dire di quelle scientifiche? Che dire quando si tratta di salvare vite umane o di progettare ponti? Paradossalmente che dire di presunte irregolarità in facoltà di legge che dovrebbero formare avvocati e magistrati? Alcuni potranno affermare che in fondo non si tratterebbe certo di una grande ingiustizia ma di una piccola ingiustizia: i professori non guadagnano cifre da capogiro, si tratta pur sempre di persone culturalmente preparate, i politici e i grandi imprenditori fanno inciuci peggiori, etc etc. Secondo me si tratterebbe (se fosse vero) di un vero e proprio abuso di potere. Una cattedra universitaria è un posto fisso ben retribuito e di grande prestigio. Non ritengo affatto giusta questa disparità di trattamento in virtù di un concorso vinto ma probabilmente truccato in questi casi (e allora chi se ne frega se lo ha vinto?). Non voglio con questo affermare che tutti i professori universitari non sono validi e neanche competenti. Non possono certo mettere una persona totalmente ignorante a insegnare. Ma è il sistema che non mi piace. Per vincere dovresti essere allievo o addirittura pupillo di un cattedratico. Spesso farebbero vincere la moglie, l'amante, il figlio, la nuora, un parente. In alcune facoltà alcuni parlerebbero di una vera e propria parentopoli. Sono forse tutti rosiconi maligni? Siamo forse tutti hater? Talvolta le pubblicazioni su riviste importanti oppure la pubblicazione di libri riguardanti la disciplina di insegnamento non varrebbero assolutamente nulla e sarebbero carta straccia. Ci sarebbero i cattedratici che farebbero pressione indebita e sceglierebbero sempre i loro discepoli. Il merito secondo molte testimonianze passerebbe sempre in secondo piano. Il problema insormontabile è questo: è molto difficile trovare le prove. Il condizionale perciò è d'obbligo. Dal punto di vista formale tutto sembrerebbe svolgersi correttamente. Apparentemente. Però sarebbe solo una formalità. Ma non lamentiamoci. Un poco di libertà ce l'abbiamo: possiamo sempre parlare male del sistema universitario in generale. Comunque aveva ragione Freak Antoni: cosa pretendi da un Paese che ha la forma di una scarpa?

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