Il voto alle donne, o suffragio femminile, è stata una conquista recente della nostra storia. Il 30 gennaio del 1945, con l'Europa e l'Italia settentrionale ancora sotto il giogo dell'oramai esanime tedesco, la questione considerata come qualcosa di inevitabile, venne proposta al Comitato di Liberazione Nazionale (che costituiva il Governo di allora) da Acide De Gasperi e Palmiro Togliatti.
"Ci rendevamo conto che il peggio era passato e che eravamo protese verso un futuro sicuramente migliore". "Noi donne eravamo felicissime di poter andare a votare. Eravamo sempre state escluse". "Non potevamo sbagliare: "O Monarchia o Repubblica".
Con il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 19 Febbraio 1945, 76 anni fa, le donne italiane ottennero il diritto di voto e nel 1946 ottennero il diritto ad ad essere elette. Il 10 Marzo alle elezioni amministrative il debutto elettorale per le donne italiana fu un trionfo: più di duemila candidate vennero elette nei consigli comunali.
Il 2 Giugno del 1946 le donne conquistarono, con il sangue versato anche durante la Resistenza, il diritto di poter scegliere la forma istituzionale dell'Italia liberata e di poter eleggere i rappresentanti dell'Assemblea Costituente, l'organo che avrebbe elaborato la nostra Costituzione.
Niente più discriminazioni sul piano elettorale. Niente più divieti. L'unico, probabilmente, fu "il divieto del rossetto". Quel giorno, infatti, un articolo del Corriere della Sera consigliava alle donne di non avere il rossetto sulle labbra nell0entrare in cabina perchè la scheda elettorale doveva essere incollata e le donne nell'umettarla con le labbra avrebbero potuto lasciare un pò di rossetto rendendo nullo il voto.
Viva la festa della Repubblica, viva le donne!