Internet: pregi e difetti

Internet: pregi e difetti
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Vent'anni fa Internet era per pochi; i modem erano lenti, c'erano tanti tempi morti, la navigazione non era illimitata. Fino al 2006,  in cui hanno iniziato a diffondersi i siti di porno sharing, la pornografia era a pagamento. Le fashion blogger allora non erano ancora ricche e famose, ma scrivevano solo per passione. Per avere un sito personale bisognava conoscere un poco di Html. Gli smanettoni si divertivano nelle mailing list, nelle chat a suon di espertismo. Gli estremisti politici utilizzavano il web come strumento di propaganda e avevano già intuito la possibilità di fare rete, di creare ed estendere i movimenti: tutte potenzialità, allora appena accennate, che sono state sfruttate a dovere per la primavera araba e anche dai grillini. Allora Internet era il futuribile. Gli studiosi e gli imprenditori informatici cercavano di capire quali potessero essere gli sviluppi di Internet. Negli ultimi anni Novanta molti pensavano che solo pochissimi avrebbero potuto arricchirsi tramite il web e perciò Internet avrebbe dato pochissimi posti di lavoro. Dopo gli attentati dell'11 settembre, la guerra e la conseguente crisi qualche opinionista dichiarò che da lì in poi accedere al web sarebbe stato caro economicamente. Molte profezie non si sono avverate.  Il web continua a essere uno strumento,  ma anche una realtà nuova, che interagisce continuamente con il mondo concreto, dato che oggi non è più possibile tracciare un confine tra reale e virtuale. Oggi siamo sempre connessi.  Diciamocelo pure: oggi chi non è connesso viene considerato un disadattato, uno fuori dal mondo, mentre chi soffre di dipendenza da Internet e dal porno online non è minimamente considerato patologico. La vera follia oggi è non essere sui social, non avere Whatsapp, non avere un indirizzo di posta elettronica, non navigare. Eppure anche se il Web offre molte opportunità, nasconde molte noie, molte insidie, molti pericoli. Per quanto riguarda la posta elettronica  esistono lo spam (buono e cattivo), le cosiddette mail fredde da parte di aziende con cui non siamo mai entrati in contatto, i tentativi di phishing e degli hacker.  Se vogliamo acquistare un prodotto online o decidere dove andare in pizzeria la sera nelle nostra città,  ebbene spesso ci imbattiamo in recensioni farlocche: positive perché a pagamento oppure negative perché scritte dalla concorrenza,  ed essendo in dubbio la veridicità di esse rimaniamo interdetti. Nei social ci sono i fan e gli hater dei vip, le liti all'ultimo sangue, i troll, i bot. Questi ultimi non sono persone in carne e ossa ma creazioni dell'intelligenza artificiale. Pensate di dialogare con una bella ragazza e invece interagite con un robot (bot è l'abbreviazione di robot) per poi subire un ricatto sessuale o una truffa sentimentale!  Navigando, il vostro computer può essere infettato da virus, da malware. Quindi giornalmente bisogna effettuare una scansione con l'antivirus. Non parliamo poi del sexting, del cyberbullismo, della diffamazione aggravata, del revenge porn, della pedofilia! Il web è ancora un territorio selvaggio! Si pensi solo al dark web, dov'è possibile ogni nefandezza! I limiti legislativi sono evidenti. Nel frattempo il capitalismo di sorveglianza sa tutto di noi, le multinazionali del web trovano sempre il modo di pagare pochissime tasse, le influencer guadagnano cifre stratosferiche e sono un modello per i giovani, la nostra vita dipende sempre più dagli algoritmi, ognuno vive nella sua bolla di filtraggio e chi si occupa della privacy passa più tempo  a vedere se i  siti rispettino la legge sui cookie e non se vengono tutelati adeguatamente i minori. Le vere ricchezze del web sono quelle di essere un'incredibile intelligenza collettiva,  di poter conoscere persone di ogni parte del mondo  e di avere una libertà d'espressione, fino a pochi anni fa inimmaginabile. Resta anche  un altro grande pregio del web: le tracce che lasciamo in rete, frutto della nostra personalità, saranno ancora lì dopo la nostra dipartita e i nostri cari, che saranno interessati, potranno visitare ancora i nostri profili social, i nostri blog, etc etc. A riprova di questo basti pensare che quando muore una persona tutti i giornalisti per scrivere un articolo cercano informazioni su di lei, facendo surfing su Google o visitando la sua pagina Facebook. Anche questo è un lato positivo del web. Oggi è anche il web che dice chi siamo. In fondo non può essere altrimenti, dato che è proprio sul web che passiamo una discreta parte della nostra vita. È vero comunque che noi siamo i siti che visitiamo, le fake news che leggiamo, il tempo che perdiamo in rete, le parole che scriviamo online,  le arrabbiature e le delusioni che proviamo nel mondo virtuale. Di fatto è così. Non neghiamo l'evidenza dei fatti.

Credits: foto dell'amico Emanuele Morelli







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