Critica breve e circostanziata alla psicologia...

Critica breve e circostanziata alla psicologia...
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Kurt Lewin nel suo saggio "Teoria dinamica della personalità" scriveva che i concetti della psicologia erano aristotelici, nonostante l’utilizzo sempre più affinato e complesso della statistica. Secondo Lewin i fenomeni psichici potevano essere ricondotti a leggi se poteva essere calcolata una media. Ma Lewin evidenziava anche alcuni limiti delle ricerche in psicologia: il passaggio dal calcolo della media ad esempio al concetto di bambino o adulto medio, il basarsi esclusivamente sulla frequenza e sulla regolarità, la mancata considerazione delle eccezioni, la mancata considerazione dei dati sia storici che geografici del campione studiato. Ancora oggi, per quanto si siano affinate le tecniche di campionamento e i calcoli vengano fatti col computer (e per questo oggi l’analisi fattoriale è sempre più diffusa, mentre negli anni Ottanta al massimo facevano un'analisi della varianza), la psicologia ha sempre alcune di queste caratteristiche. Non sappiamo se in futuro la psicologia sarà aristotelica oppure galileiana. Come ha osservato Caracciolo nel 1992 c’è chi addirittura da sempre pensa che sia impossibile quantificare le caratteristiche psichiche e mentali degli individui. Eppure anche la psicologia è una scienza, sebbene sia costituita a livello epistemologico quasi esclusivamente da misure indirette soggettive. Le misurazioni dirette oggettive sono proprie della fisica e della medicina. Si hanno misure indirette oggettive in psicologia quando ad esempio un neuropsicologo fa una diagnosi di natura dopo esami neurologici (un eccesso di dopamina nel sistema mesolimbico per la schizofrenia, un deficit di serotonina nel lobo frontale per la depressione, l’atrofia dell’ippocampo per un disturbo post-traumatico da stress, etc etc). Ma l’oggettività è molto rara. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di misurazioni indirette soggettive, cioè per misurare lo stress o l'intelligenza gli psicologi prima di mettere a punto un test devono dare la loro definizione operativa di stress o intelligenza.  Anche in psicologia comunque viene fatta una distinzione tra ricerca di base e ricerca applicata. Sono molte le questioni irrisolte a livello di concetti e di metodi. Gli sperimentalisti che vogliono quantificare cercano di creare campioni rappresentativi della popolazione e di controllare le variabili. A livello teorico valuteranno la validità di costrutto (cioè teorica). A livello pratico valuteranno invece la capacità predittiva ad esempio di un test.  Non solo ma per dare definizioni operative e per rendere tutto misurabile spesso gli psicologi semplificano. I clinici invece basano la loro ricerca su casi singoli, cercando di avere un ruolo neutrale nei colloqui terapeutici. La psicologia è “citazionista”. Bisogna sempre trovare qualche psicologo autorevole che nel saggio porti acqua al nostro mulino. Più che le considerazioni in un saggio sembra spesso più importante la bibliografia. Così talvolta si perdono per strada ipotesi, argomentazioni, nessi logici, sottili distinguo, intuizioni originali. Eppure se si legge il dialogo sui massimi sistemi galileiano si può constatare che ciò non è scientifico perché la scienza è contro il principio di autorità. Si rischia di fare come Simplicio. Ancora una volta la psicologia si dimostra aristotelica. Alcuni libri di professori  sembrano rasentare il  plagio che essere saggi, farina del loro sacco. Ma d’altronde secondo un celebre aforisma di Chet Atkins "copiare da uno è plagio, mentre copiare da molti è ricerca".  La professoressa Maria Armezzani in "L'indagine di personalità. Metodi e paradigmi della ricerca" scriveva che gli psicologi sono attaccati come non mai alla scientificità della loro disciplina proprio perché molti la criticano per svariati motivi. Attualmente troppi psicologi hanno un'impostazione sperimentale e non fanno abbastanza ricerche qualitative. Va ricordato inoltre  che dopo il principio di indeterminazione di Heisenberg e il principio di complementarità di Bohr in fisica, l'antinomia delle classi di Russell e il teorema di Godel in matematica nessuna scienza è più esatta. Anche in psicologia tutto dipende dalla probabilità. La psicologia utilizza la statistica inferenziale o induttiva. È da relativamente poco tempo che la psicologia è una scienza indipendente. La psicologia come scienza nasce nel 1879 con il laboratorio di Lipsia di Wundt. C’è ancora chi è scettico e ha dei pregiudizi nei confronti di questa scienza. La psicologia a livello popolare non gode di molto credito. L’istituzione del corso di laurea in psicologia è molto recente, ovvero nel 1971 a Roma e a Padova. Prima diventavano psicologi persone laureate spesso in filosofia o in legge che facevano dei brevi studi di psicologia. D’altronde c’è sempre stato un ritardo rispetto ad altri Paesi. Il neoidealismo considerava la psicologia una pseudoscienza. Croce scriveva al professore di psicologia De Sarlo che doveva scegliere se fare il medico o il filosofo. Gentile metteva al bando la psicologia con la sua riforma scolastica. Ancora oggi ci sono molti pregiudizi riguardo alla psicologia e agli psicologi. Gli psicologi non possono prescrivere  farmaci e il loro potere risiede nell’utilizzo dei test, ma oggi ad esempio fanno selezioni del personale in modo approssimativo e improvvisato quasi tutti (ingegneri, laureati in economia o in legge) tranne gli psicologi. Il professor Vincenzo Majer, grande psicologo del lavoro, scrisse una volta sulla prestigiosa risorsa "Risorsa uomo", edita dalla Franco Angeli,  che sarebbe stato contento quando avrebbe visto i laureati in psicologia fare il lavoro per cui avevano studiato. Questo suo sogno non si è ancora avverato. Purtroppo la realtà odierna è molto diversa. Non solo ma la diffidenza che molti hanno nei confronti degli psicologi non aiuta a combattere lo stigma sociale nei confronti dei disturbi psichici.  Come se non bastasse ci sono troppi psicologi. In Veneto negli anni Novanta ad un concorso per un posto da psicologo clinico si presentavano quasi un migliaio. Ora molti psicologi per cercare di avere un poco di lavoro dopo aver superato l’esame di stato sono costretti a fare quattro anni di specializzazione per diventare psicoterapeuti. Essere abilitati alla professione di psicologo non garantisce un lavoro certo. Anzi è il contrario perché ogni anno con l'iscrizione all'albo professionale  sicuramente ci saranno delle spese da sostenere. Nonostante molte problematiche comunque non va dimenticata la cosiddetta “delega sociale” della società odierna alla psicologia. C'è  anche un poco di confusione per i troppi orientamenti psicoterapici: basta leggere a riguardo  il  volume "Quale psicoterapia?" del  professor Marhaba e della professoressa Maria Armezzani, pubblicato nel lontano 1988. Ma non voglio dilungarmi sui molti nodi irrisolti a livello scientifico. A ogni modo la qualità di uno psicologo necessaria e indispensabile è l’empatia, la capacità di ascoltare e di mettersi nei panni del paziente. Senza empatia la preparazione scientifica non può niente. In passato però alcuni psicologi erano carenti anche dal punto di vista della preparazione.




Nota bene:

È una misurazione diretta oggettiva quando si misura il lato di un tavolo. È una misurazione indiretta oggettiva quando si calcola l'area o il volume dello stesso tavolo. Quasi tutti i manuali di fisica iniziano con questa distinzione. Le uniche  cose non oggettive ad esempio nella fisica sono le unità di misura, che però sono convenzioni, quindi riconosciute universalmente.  Sempre in fisica le grandezze utilizzate per i sistemi di unità di misura sono scelte dalla comunità scientifica e perciò convenzionali. In psicologia la misurazione indiretta è spesso soggettiva perché la definizione operativa è soggettiva ed è relativa all'ideatore o agli ideatori del test che si vuole mettere a punto. Ogni definizione operativa in psicologia  dipende in parte anche dalla cultura di appartenenza,  dal talento, dalla mentalità,  dalla personalità di base dell'ideatore o degli ideatori del test in questione. Potremmo affermare che tutto ciò rientra nell'errore sistematico (vedere la distinzione tra errore sistematico ed errore casuale) dei test psicologici.

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