Un virus minaccia le balene del Mediterraneo

Un virus minaccia le balene del Mediterraneo
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Dal rapporto di Greenpeace, sullo spiaggiamento e la morte dei grandi cetacei nel Mar Mediterraneo, è emerso che cinque esemplari su sei erano affetti da un virus

La balena, termine generico per indicare i grandi cetacei, è considerato il più grande mammifero del pianeta, è capace di raggiungere i trenta metri di lunghezza e più di una tonnellata di peso. Ne esistono diverse specie e molte delle quali sono a rischio d'estinzione; tanti sono i fattori che minacciano questo animale, molti dei quali sono causati dall'uomo. Oltre all'inquinamento da plastica, alla pesca e alla collisione con le imbarcazioni, a causare la morte dei cetacei c'è anche un virus.

Il rapporto di Greenpeace

Nell'ultimo rapporto di Greenpeace, sullo spiaggiamento e la morte dei grandi cetacei nel Mar Mediterraneo, è emerso, grazie anche allo studio condotto dal Dipartimento di Biomedicina comparata dell’Università di Padova, che un virus è responsabile della morte di cinque balene su sei ritrovate spiaggiate sulle coste italiane nel 2019. Il "morbillo dei cetacei" sta preoccupando non poco gli studiosi, perché mai così tanti esemplari ne sono stati affetti nel Mediterraneo e ad allarmare di più c'è la facilità con sui si sta diffondendo. Purtroppo questa è una storia a noi molti familiare e molto contemporanea.

Il morbillo dei cetacei

Il Morbillivirus, o anche morbillo dei cetacei, è un virus che sta colpendo molte specie di mammiferi marini, tra cui balene e delfini e che sempre più spesso vengono ritrovati spiaggiati sulle coste italiane. Questo virus sta causando delle vere e proprio epidemie, paragonabili in tutto al covid-19 con cui l'essere umano combatte da circa un anno. A facilitare la diffusione del patogeno c'è, secondo delle analisi batteriologiche ed ecotossicologiche, la condizione in cui versano i mari italiani. Si è infatti notata la presenza di "policlorobifenili" (insetticidi usati anni fa) che possono creare nell'animale un effetto immunosoppressore. Questo, più i vari sterss ambientali a cui sono sottoposti, porterebbe il sistema immunitario ad un importante deficit che agevolerebbe il contagio.

Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace, ha voluto esprimere la sua preoccupazione: "Non possiamo permettere che attività illegali e il degrado ambientale causato dall’uomo, a partire dall’inquinamento da plastica facciano scomparire questi animali dai nostri mari. La vulnerabilità dei cetacei a un virus dipende anche dallo stress causato da un ambiente malato, l’uomo è quindi complice di questa epidemia"

Federico Felici

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