UN PROSIT! LUNGO I MILLENNI

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La birra… si è affermato che con essa sia nata la civiltà, ossia la “sedentarietà”, certo è che la birra ha segnato profondamente la storia, dagli albori dell’Egitto faraonico e della Mezzaluna Fertile fino ai giorni nostri. Fu nel 1912 che l’archeologo Eric Peet scavò nei pressi di Abydos - una antichissima cittadina distante 450 chilometri dal Cairo - una serie di strutture nell’area del cosiddetto “cimitero D”. Il primo impianto sarebbe databile al tardo periodo predinastico o al massimo alla I dinastia dell’Egitto faraonico, in sostanza agli albori dell’antico Regno.

Sappiamo che la prima menzione della birra si ha in una tomba risalente alla terza dinastia, di poco successiva al regno del faraone Netjerykhet-Djoser (quello della grande piramide a gradoni di Saqqara), ma l’inizio della sua produzione, e quindi anche la sua scoperta, si perdono nella notte dei tempi. Probabilmente la birra veniva bevuta durante i rituali funebri e sacrificali, ma nella scoperta del birrificio di Abydos c’è qualcosa di più. Peet aveva trovato otto strutture disposte in file ordinate che chiamò “forni per il grano” ma la cui esatta funzione non era chiara bensì solo ipotetica; in realtà Peet ci era andato vicino. Strutture simili erano state scoperte in altri siti risalenti alla stessa epoca come ad Hierakonpolis, e dall’analisi dei composti chimici effettuata è emerso che quelle 40 vasche presenti in ognuna delle 8 sezioni rinvenute da Peet, servivano proprio per scaldare il grano assieme all’acqua e produrre così la birra. Peet non aveva fatto un buco nell’acqua ma un tuffo nella birra!

L’esatta ubicazione delle 8 strutture con vasche annesse era andata perduta col tempo, sotto la sabbia impietosa, ma scavi effettuati nel 2018 da Matthew Adams della New York University e da Deborah Vishak dell’Università di Princeton hanno ritrovato la posizione del presunto birrificio a nord di Abydos.

Abydos è una delle più antiche città dell’Alto Egitto (posta cioè a sud), una città dal grande valore culturale e cultuale. Ed è proprio su questo aspetto che si gioca l’importanza della scoperta. Le ricerche effettuate hanno persino permesso di risalire alla ricetta per la produzione della birra.

L’impianto di Abydos poteva produrre l’enormità di 22.000 litri alla volta di bevanda; esso non è il più antico laboratorio di produzione della birra, ma è il più grande birrificio regale risalente al periodo Naqada III (detto anche “semainiano”, 3500 - 3150 a. C., periodo importantissimo per la nascita del geroglifico, l’uso del serekht, antenato del cartiglio per racchiudere il nome del sovrano, e per le prime sepolture regali): esso era un’espressione del potere regale in fase di unificazione, collegato ai rituali sacrificali e di sepoltura.

La produzione di birra di Abydos spicca proprio per queste caratteristiche, le proporzioni e l’impronta regale. La birra veniva probabilmente usata nei rituali sacrificali.

A quanto ci è dato sapere, pare che la birra accompagnasse la vita degli antichi egizi dalla nascita alla morte… essa veniva addirittura usata nell’alimentazione neonatale (soprattutto quando le donne non riuscivano a svezzare il bimbo) con un misto di acqua, farina d’orzo, miele e birra chiara. Il consumo di birra al di fuori di questo contesto era sottoposto ad un rigido protocollo rituale, vi era la birra di consumo esclusivo del faraone, la birra da usare nei rituali di iniziazione, al passaggio all’età adulta e… la birra per i defunti. Sappiamo tutti quanto l’aldilà rivestisse un ruolo fondamentale e fondante nella mente e nel cuore degli antichi egizi, basti pensare che quasi tutto ciò che si conosce di quella grandiosa civiltà, lo si deve alle sepolture. Ed in queste sepolture sono state trovate delle anfore che contenevano birra! Essa era importante almeno quanto il pane. Di più, pare che la birra scorresse realmente a fiumi fra le piramidi ed i pilastri dei templi, e nel caso del grande faraone Tutmosis III - che depose anfore stracolme di birra sotto la cinta muraria della città fenicia di Yoppo, per attirare i nemici e farli ubriacare, - addirittura come “cavallo di Troia”.

La birra dell’epoca era più simile in gusto ad un vino di buona gradazione alcolica (circa un 10% in volume), e veniva prodotta col farro o con l’orzo; non era stato ancora introdotto il luppolo, e le birre più antiche erano di produzione predinastica sumera... la birra “Kurunnu” e la “Sikaru”, come riportato nelle tavolette cuneiformi. Ed è proprio in questo connubio fra scrittura e bevanda che si può ravvisare il legame di quest’ultima con la civiltà, quasi che a voler essere conviviali si debba prima di tutto essere un po’ sedentari.

Si invita ad un consumo moderato e responsabile di qualunque bevanda alcolica.

A. Cremonese

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