Sul caso politico Vannacci...

Sul caso politico Vannacci...
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"Il mondo al contrario",  il libro del generale Vannacci, non l'ho letto e non lo leggerò mai. È primo però nelle vendite su Amazon. Questo dovrebbe far riflettere tutti su quali libri acquistano gli italiani e su come sono fatti gli italiani (dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei). C'è una maggioranza silenziosa che vota Salvini, Meloni e legge Vannacci. Ciò è innegabile. È un dato di fatto incontrovertibile e incontestabile, che ha un'interpretazione univoca: il populismo può andare alla deriva e diventare facilmente razzismo. Vannacci a ogni modo se ne faccia una ragione. Il melting pot, il crogiolo non si arresta e non lo fermerà certo lui con i suoi libri. È un fenomeno ineludibile e fisiologico. Ma nel suo libro c'è molto di più e non sono travisamenti giornalistici, dato che lui non lo ha mai negato: c'è suprematismo bianco, classismo, omofobia, misoginia, razzismo, etc etc. Io mi sono chiesto: chi glielo ha fatto fare? Non sapeva che ci sarebbero state polemiche e sarebbe diventato un caso? Perché non si è tenuto per sé certe "opinioni"? Perché farle diventare pubbliche? A quale pro? A chi giova? Ha tratto forse qualche vantaggio? Ha solo alzato un polverone a suo danno. Di Vannacci nessuno ricorderà le sue onorificenze internazionali, ma le sue farneticazioni (ha scritto di essere l'erede di Giulio Cesare, etc etc). Forse è stato più forte di lui. Doveva a tutti i costi esprimere sé stesso e le sue idee. Se si fosse fermato a qualche battuta in qualche bar o in qualche mensa militare, sarebbe stato molto meglio! Così come mi chiedo se non esista più l'autocensura. Avrebbe dovuto riflettere prima di scrivere e pubblicare. Austin ci insegna che le parole sono atti, ci insegna che le frasi sono anche termini perlocutori. Vannacci a mio modesto avviso non si può difendere appellandosi alla libertà di pensiero, al fatto che siano solo opinioni: questo è hate speech e non a caso lui stesso rivendica "il diritto all'odio". Lui comunque può manifestare il suo pensiero e noi altrettanto possiamo criticarlo, perché questo è il sale della democrazia e questo consentono le regole del vivere civile.  Il generale doveva prevedere a cosa andava incontro e quali effetti poteva avere il suo saggio. Non era poi tanto difficile immaginarlo! Oppure forse aveva previsto tutto e si sentiva coperto, spalleggiato, difeso, tutelato dal governo. A torto o a ragione! Può anche darsi che si sentisse al sicuro con le spalle coperte e  la sua fosse una percezione errata. Crosetto ha preso provvedimenti e lo ha destituito dal comando. Inoltre l'autodifesa ha peggiorato ulteriormente le cose, poiché è stata un autogol. Il ministro Crosetto ha dichiarato che un militare le sue idee se le tiene per sé. No. Bisogna semplicemente vedere se le idee sono offensive e possono istigare all'odio oppure no. Certamente da questo caso politico si capisce la battaglia in atto da tempo tra cultura woke e cultura identitaria, ma anche tra libertà di espressione totale e politicamente corretto; questo caso è talmente un intreccio di queste cose al punto che mi sono chiesto se questo libro autopubblicato fosse un vero e proprio "trollaggio" culturale. Mi sono detto che forse Vannacci vuole diventare ricco facendo il saggista.  Comunque il generale perché non ha riflettuto sull'opportunità del suo gesto? Il suo libro lede la sua immagine,  ma anche l'immagine e la reputazione dell'esercito. Non volevo commentare questo caso, perché uno che parla di "dittature delle minoranze" usa un'espressione delirante. "Dittatura delle minoranze" è un controsenso. È un errore concettuale. Non sta in cielo né in terra. Caso mai governano l'élite e non le minoranze,  che altrimenti non sarebbero tali. Così come chi stabilisce cosa è normale e cosa è patologico non lo stabilisce certo Vannacci (mi riferisco al fatto che consideri i gay non normali).  L'Organizzazione Mondiale della Sanità è dal 1990 che non considera più patologica l'omosessualità, che non la considera più una malattia mentale.  Vannacci è rimasto molto indietro con i tempi. E non può certo difendersi dicendo che le sue sono provocazioni, perché non possono avere lo status di provocazioni dei disvalori e delle esternazioni offensive. Lui ha detto che certe sue dichiarazioni sono state decontestualizzate. Sono tutte frasi estrapolate faziosamente? Nessuno lo pensa a onor del vero. C'è un precedente che può farci pensare: anni fa venne fuori per vie traverse uno stupidario offensivo della Folgore. I superiori si divertivano a diffondere cartine geografiche con l'Italia divisa in 3 zone (Padania, Centronia, Terronia) e altro alle reclute. Ma allora lo facevano di nascosto,  in clandestinità quasi. La cosa non doveva diventare di pubblico dominio ma sfuggì di mano. Erano altri tempi. C'era una condotta da seguire. Oggi tutto sembra lecito. Tutto è permesso a certi personaggi.  Forse Vannacci pensava a torto di potersi permettere un libro del genere. Inoltre consideriamo oggi il contesto politico. De Angelis ha detto una fandonia sulla strage di Bologna,  La Russa su via Rasella ha parlato di banda di semi pensionati, Sgarbi al Maxxi diRoma ha dato il peggio di sé tra sessismo e volgarità, Roccella e Facci hanno fatto dichiarazioni molto discutibili sul caso di presunto stupro in cui è coinvolto La Russa junior. Come potete intuire non si tratta di un caso isolato quello di Vannacci. Mi chiedo dove sia il rispetto della tradizione e il senso delle istituzioni in tutto questo, ma prima ancora forse manca il senso della misura. A ogni modo non preoccupatevi: non si tratta di riscrivere la storia, né di mistificare la realtà,  né di un nuovo gramscismo di destra. Tutto ciò è dovuto al fatto che certi personaggi si sentono legittimati, ora che la destra è al governo, a cagare fuori dal vaso.

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