LE RISORSE DEL FANTASY: CECILIA RANDALL A LI.VE
Li.ve nel suo terzo evento si concentra su una narrativa “diversa”, lasciando spazio ad un autrice italiana e ad un genere spesso etichettato come infantile.
Il 4 Novembre il salone di Palazzo Erbisti si è riservato ad un pubblico di nicchia, che si è riunito per dare ascolto ad una voce autorevole del panorama fantasy italiano: Cecilia Randall. In aula con lei anche l’editrice C. Codeca, con l’obiettivo di spiegare la ricchezza dietro questo tipo di opere, da sempre bersaglio di pregiudizi.
Nata a Modena, Cecilia Randazzo è laureata in Lingue e Letterature Straniere e lavora come grafica e web designer in un’azienda specializzata. Nel 2006 pubblica il suo primo romanzo “Hyperversum”, che darà origine alla sua saga più prolifica. Altre opere da segnalare sono la saga breve “Millennio di fuoco” e “Artia”, in uscita nelle librerie il 9 Novembre.
“Se Dante pubblicasse la Commedia nel 2022, verrebbe venduta assieme agli altri libri fantasy.” Esordisce con questa provocazione la scrittrice emiliana, decisa a far capire come la nostra letteratura sia immersa nella dimensione fantastica senza sminuire l’opera del poeta fiorentino. Da qui è semplice per la dottoressa Codeca citare autori-simbolo come Tolkien e Bradbury, rendendo chiaro come il fantasy possa essere anche un genere intellettuale e non solo puro escapismo.
[Copertine della prima trilogia di "Hyperversum"]
“In “Hyperversum” cerco di unire una dimensione fantastica alla realtà della Francia medievale. È proprio attraverso la ricostruzione degli usi e dei costumi che cerco di far immergere il lettore in un’altra epoca.” Afferma l’autrice, ricordando il suo impegno nella costruzione di uno sfondo storico come protagonista aggiuntivo. Oltre a questo, Cecilia Randall ha voluto presentare “Artia” dando qualche anticipazione delle tematiche che affronterà.
“Artia e Ygraine rappresentano due disgrazie che anche le donne di oggi possono dover affrontare in età diverse e in contesti culturali diversi.” Dice la scrittrice emiliana, riferendosi al fenomeno delle spose bambine riguardo la protagonista e allo stupro per il personaggio pre-esistente della madre di re Artù.
Sebbene le tematiche interessanti e il grande successo delle saghe estere (sia a livello commerciale che di importanza intellettuale), il fantasy italiano resta un sottogenere pressoché inesplorato e che non ha mai preso del tutto piede dalla sua fondazione. Non resta altro che domandarsi se questa situazione si evolverà in meglio o no.
Di Alessandro Bellamoli