Spesso le scoperte archeologiche più eclatanti avvengono per caso, ma questa volta più che di caso si dovrebbe parlare di evidente “serendipità” o, almeno, Horace Walpole avrebbe definito così una scoperta avvenuta mentre si cercava qualcos’altro.
Nemmeno tutt’altro, in questo caso, ma qualcosa di diverso, quello certamente sì.
Nel settembre del 2020, in piena pandemia di Coronavirus, che ha colpito anche l’Egitto - il paese dei faraoni, fossero essi nubiani, assiri o tolemaici, - un team di archeologi guidati dal celebre Zahi Hawass stava cercando il tempio funerario del (più storico che leggendario) faraone Tutankhamon e ha trovato... un’intera città.
Proprio così.
“Il Sorgere di Aton (o Aten, volendo rammentare che la vocalizzazione della lingua egizia è una convenzione tutta moderna)”; così è stata ribattezzata dagli studiosi.
La sua edificazione risalirebbe al regno di Amenhotep III (Nebmaatra Amenofi, rispettivamente praenomen e nomen del faraone, che di nomi ne aveva addirittura 5), XVIII dinastia, un periodo di pace e stabilità eccezionali per il Paese, così come non poteva che essere eccezionale il ritrovamento dell’insediamento più grande dell’antico Egitto. Si tratta di una scoperta la cui importanza è seconda solo a quella della tomba intatta di Tutankhamon nel 1922, dice l’archeologa Betsy Brian, docente di Egittologia all’Università John Hopkins di Baltimora.
La città sorgeva sulla sponda occidentale del Nilo, nella zona di Luxor, a sud del Paese, nella regione della Tebaide. Proclami a parte, il Ministero della Antichità egiziane ha parlato di una vera “Città d’Oro”, quasi una miniera, certo, non di nobile metallo però, ma di informazioni riguardo la vita degli antichi egizi, trattandosi di un vero e proprio insediamento industriale e produttivo, con muri quasi completi, alti fino a 3 metri, atti a delimitare stanze piene di oggetti ed utensili di uso quotidiano! La città presenta un solo accesso e strade a zig-zag, elementi che fanno pensare ad un elevato livello di sicurezza.
La città fu attiva e popolata dal regno di Amenhotep III fino a quello del successore Akhenaton - il cosiddetto “faraone eretico” - e pare che lo studio de “Il Sorgere di Aton” potrebbe gettare nuova luce sullo spostamento della capitale del Paese ad Akhetaton, l’odierna Amarna. Dopo la parentesi monoteista di Amenofi IV (il succitato Akhenaton), la città venne ripopolata sotto i regni di Tutankhamon ed Ay.
Come è possibile che gli archeologi siano in possesso di queste informazioni? Grazie al ritrovamento di numerose iscrizioni su scarabei rituali, mattoni ed i più svariati oggetti.
Dopo l’imponente parata delle mummie, trasferite dal museo di piazza Tahrir del Cairo, fino al nuovo NMEC (National Museum of Egyptian Civilization), l’Egitto seguita quindi a sorprenderci, ed a vivere (e farci vivere) il fascino dell’antichità.
A. Cremonese