IL RAGNO DELLE PIOGGE

IL RAGNO DELLE PIOGGE
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Di certo sappiamo che costruiscono ragnatele di seta, forse portano guadagno, come vorrebbe un adagio popolare, ed alle volte… finiscono sui murales di qualche antica civiltà sudamericana. Stiamo parlando dei ragni.

Proprio così; siamo in Perù, nel dipartimento di Lambayeque, in provincia di Virú, in quello che fu il cuore della cultura Cupisnique, fiorita fra il 1500 ed il 500 a.C. circa, nei siti di Caballo Meurto, Kuntur Wasi etc. Dei Cupisnique, sappiamo che riuscirono addirittura a fabbricare degli specchi di notevole qualità tecnica, e che eressero monumenti in terracotta e mattoni adobe.

Ed è proprio su questo supporto stuccato che è stata rinvenuta una raffigurazione di un ragno di enormi dimensioni, ormai ridotto quasi ad un rudere privo di leggibilità dai suoi stessi scopritori, che non furono né archeologi né tombaroli, ma contadini del luogo che aravano la terra per coltivare canna da zucchero e avocado.

Il sito, prontamente ribattezzato “Tomabalito”, era forse parte di un complesso sacro, nel quale si venerava il pantheon dei Cupisnique, soprattutto durante il periodo delle piogge, fra Gennaio e Marzo. È importante ricordare che le civiltà precolombiane non erano civiltà “idrauliche”, non disponevano cioè, in genere, di lunghi corsi dai quali attingere l’acqua, come in Antico Egitto o nella Cina imperiale… la pioggia era allora l’unico mezzo per procurarsela. Da qui la forte connotazione sacra della stessa.

Per i sudamericani pre-ispanici il ragno era associato alla creazione dell’Universo, con la straordinaria complessità della sua ragnatela. E il sito in questione è una rappresentazione di tutto ciò.

I contadini del luogo hanno scoperto e (purtroppo) seriamente danneggiato il 60 percento di Tomabalito, e la raffigurazione della divinità in forma di ragno che probabilmente era connessa al culto della pioggia, dell’agricoltura e della fertilità. Tale tipo di rappresentazione non è affatto rara fra le culture della zona. In questo caso, forse, l’elemento più bizzarro ed originale è che l’aracnide regge fra le zampe dei coltelli. Il murale misura circa 15 x 6 metri, dipinto su un fondale di fango con ocre gialle, bianche e grigie.

Ad accorrere sul posto dopo la parziale distruzione del graffito è stato Régulo Franco Jordàn direttore archeologo dell’associazione no-profit “Augusto Wiese”; ora il sito è protetto e segnalato, ed i ricercatori hanno potuto recuperare parte dei resti e metterli in sicurezza.

A. Cremonese

FONTI:

https://it.sputniknews.com/mondo/2021032910341850-peru-scoperto-il-dio-ragno-di-3200-anni-fa---foto/

https://en.wikipedia.org/wiki/Cultural_depictions_of_spiders

https://tech.everyeye.it/notizie/peru-riportato-luce-graffito-bizzarro-dio-forma-ragno-511634.html?fbclid=IwAR369z07etcXU1rBzF_2USX5atrj2Vr7MfvE_Dkc0tZZJr6pnWzq7hYqkuw

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