Il direttore vendite non può ricevere regalie dai fornitori, neanche se amici

Il direttore vendite non può ricevere regalie dai fornitori, neanche se amici
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L'amicizia non giustifica il dirigente che frequenta i fornitori - Il direttore vendite che accetta in modo sistematico regali dai fornitori e frequenta con assiduità alcuni di loro, seppur per motivi di consolidata amicizia, compromette l'integrità e la reputazione delle parti e il comportamento può essere interpretato da un soggetto esterno come destinato a ottenere vantaggi e favori in modo improprio.

Pertanto, secondo la sentenza n. 1963/2019 della Corte d'appello di Milano tale comportamento da parte del direttore vendite è idoneo a giustificare il licenziamento, in quanto fa venir meno il vincolo fiduciario con il datore di lavoro, particolarmente intenso a fronte della carica ricoperta in azienda.

Nel caso specifico il regolamento aziendale stabiliva il divieto di chiedere, accettare e ricevere regali e altre agevolazioni di qualsiasi tipo da parte di soggetti con cui si entri in contatto per motivi di servizi; il codice etico richiedeva di mantenersi liberi da obblighi personali verso i fornitori e che omaggi e ospitalità erano consentiti se di valore contenuto, se non avessero compromesso integrità e reputazione, e comunque avrebbero dovuto essere sempre autorizzati e documentati. Infine, il codice disciplinare prevedeva il licenziamento se si fossero accettati regali e altri benefici dai fornitori (nel caso di specie il direttore vendite risulta aver beneficiato di almeno otto cene, due bottiglie di magnum di vino pregiato e soggiorni presso alberghi).

Il Collegio non ha ritenuto sufficiente il fatto che il dirigente avesse rapporti di amicizia con alcuni di questi soggetti, specificando che il rapporto di amicizia «non può fungere da scriminante né può escludere l'elemento soggettivo». Anzi, avrebbe dovuto portare a gestire i rapporti con queste persone in modo ancor più prudenziale, onde evitare di creare l'impressione, verso l'esterno, di un trattamento di favore per alcuni fornitori a discapito di altri.

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