Il compito di un artista? Smuovere le coscienze.

Il compito di un artista? Smuovere le coscienze.
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Ho  visto il video del discorso di Fedez sabato 1 Maggio. Non ho potuto fare a meno di osservare la sua espressione, i suoi movimenti. Tremava quell'uomo, tradito da quel foglio bianco che non è riuscito a nascondere quel movimento involontario: un movimento, il tremore, che difficilmente sappiamo controllare e  che quasi sempre sfugge al nostro dominio. Sudava quell'uomo, un sudore che rendeva la pelle tesa del suo viso per la contrazione dei muscoli, lucida come uno specchio. Aveva la voce rotta quell'uomo, come se un peso gli avesse ostruito la bocca, rendendogli difficile pronunciare parola. In pochi minuti ho osservato un travaglio emotivo inimmaginabile di un uomo, un artista. Vedere un uomo, un artista che nel sostenere in maniera pacifica una tutela giuridica (disegno di legge Zan) per tutti i cittadini nel giorno in cui si celebra il diritto fondamentale del lavoro, diritto calpestato tra i diritti calpestati, viva quelle emozioni perché sarebbe stato inopportuno riportare i nomi di politici e citare le loro dichiarazioni pubbliche omofobe, evidenzia la cifra morale di questo Paese.  Infatti, una volta richiesto il testo del discorso per una previa visione, sarebbe stato inopportuno secondo gli organizzatori dell'evento e del servizio pubblico televisivo fare quelle dichiarazioni perché Fedez avrebbe dovuto “adeguarsi a un sistema” che non avrebbe previsto discorsi e polemiche di un certo tipo al Concerto. Adeguarsi ad un sistema, quello del contraddittorio, del politicamente corretto il cui significato oramai è stato sostanzialmente mistificato, rappresentando così l'anticamera della nuova censura: non più Inquisizione o Comitati di controllo ma sottili consigli che lascerebbero intendere di evitare certi discorsi, certe prese di posizione, mettendo in questo caso in uno grave stato d'animo l'uomo, l'artista che, nonostante tutto, è comunque riuscito ad esprimere ciò che pensava.  E quanti altri "sottili consigli" sono stati dispensati e vengono dispensati? Ed è accettabile ciò?

Fedez si sta battendo da tempo per informare i più giovani sul ddl Zan, per smuovere l’opinione pubblica, per tentare, con il suo pubblico, di mettere sotto la luce di tutti l’impegno per far approvare il disegno di legge contro l’omotransfobia e l’abilismo. Si sta battendo perché ha capito, lui come altri, che il pensiero, la mentalità dell'opinione pubblica sta cambiando. Sta cambiando la sensibilità verso il significato delle parole e verso le parole stesse. Non è possibile che determinate parole o frasi possano essere giustificate se usate goliardicamente o al di fuori di un contesto d'odio. Se pensassimo che il mondo sia diventato una terra rosea dove ogni categoria di persone viene accettata a braccia aperte, saremmo dei bravi e ingenui sognatori. Così non è. Così non è perché nel 2021 c’è chi pensa queste cose orribili: "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", "gay vittime di aberrazioni della natura", "i gay sono una sciagura per la riproduzione" o "il matrimonio gay porta l'estinzione della razza”. Esiste la censura in  Italia e nei media italiani? Esiste ed  è giusto combatterla. Fedez ha fatto bene ad intervenire con il suo discorso? Ha fatto bene perché il compito di un artista è quello di smuovere le coscienze e perché quel suo discorso rappresenta la realtà di oggi. Una realtà che ha bisogno di più persone che si schierino e che si battano per un prossimo ancora troppo marginalizzato.
Infine fare censura è una cosa molto grave, una cosa di cui nessuno vuole essere accusato, per questo sarebbe finalmente ora che avvenga una riforma della RAI adeguandola all'attuale società che corre molto più velocemente rispetto alla politica e rendendola indipendente dai partiti, dalle loro inopportune richieste e dal politicamente corretto che appiattisce il pensiero e ogni dibattito.

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