06 Dicembre 2023, secondo una relazione firmata dal poliziotto Arnaldo La Barbera, l'agenda rossa appartenente al magistrato Paolo Borsellino, insieme alla borsa, sono state consegnate all'allora procuratore capo di Caltanissetta : Giovanni Tinebra, la data della dichiarazione risale al 20 Luglio 1992, esattamente il giorno dopo, la strage di Via D'Amelio, solo che di questa relazione non vi sarebbe traccia, presso la Procura di Caltanissetta.
Tuttavia vari testimoni avrebbero raccontato che tale valigetta, appartenente a Borsellino, fosse rimasta sul un divanetto, posto all'interno dell'ufficio di La Barbera, per vari giorni, successivi alla strage.
Come si evince dal quotidiano "La Repubblica", la relazione in questione sarebbe stata acquisita dalla Squadra Mobile di Palermo, proprio dalla procura di Caltanissetta, dove si cita nel provvedimento anche l'ordine di perquisire la casa della moglie e delle figlie di La Barbera, deceduto nel 2002, indicato oggi, come gestore del depistaggio.
Indagini riaperte
Sono proprio i procuratori Salvatore De Luca, e l'aggiunto Pasquale Pacifico che hanno riaperto le indagini, basandosi proprio sulla scomparsa dell'agenda rossa, dove Borsellino annotava i dettagli, relativi alla sue indagini, cominciate dopo la strage di Capaci.
Secondo le indagini portate avanti dai pm, insieme al reparto del Ros dei Carabinieri, l'agenda sarebbe finita a La Barbera, che addirittura avrebbe lasciato tale agenda nella disponibilità della sua famiglia, dopo la sua morte.
Il super testimone
Dal racconto di un super testimone, padre di un'amica di Serena La Barbera, (ascoltato in procura), figlia dell'ex capo della Mobile, si evince che gli sarebbe arrivata una richiesta da parte di sua figlia : "La mia amica Serena non si sente più di tenere una cosa di suo padre, che è morto nel 2002, potresti conservarla tu ?
Il testimone chiese di cosa si trattava e la risposta fu proprio : "E' l'agenda rossa di Borsellino", è da qui che si sviluppa la nuova inchiesta della procura di Caltanissetta, che ha deciso appunto, di scrivere nel registro degli indagati la moglie e la figlia di La Barbera.
Perquisizioni
Nei mesi scorsi sono scattate le perquisizioni, anche presso la postazione di lavoro occupata dalla figlia di La Barbera, impiegata presso l'Aisi, ovvero i servizi segreti interni.
Il testimone ha anche raccontato : "Mia figlia mi ha raccontato anche un'altra confidenza su Serena La Barbera, sua madre su indicazione fornita dal marito prima di morire, ha usato la documentazione che nascondevano per fare assumere la figlia ai servizi di sicurezza".
E mentre le indagini continuano, emerge anche un'atra relazione in cui La Barbera sosteneva di aver consegnato tutto : borsa e l'agenda di Borsellino, a Tinebra, ma di quella relazione non sembra esserci traccia a Caltanissetta.
La funzionaria di Polizia Gabrilla Tomasello sostiene di aver visto nei giorni successivi alla strage di via D'Amelio la valigetta di Borsellino, presso gli uffici della Mobile.
"Potrei averla vista sul divano dell'ufficio dell'allora Dirigente della Squadra Mobile, Arnaldo la Barbera, ma non ho la certezza" - ha dichiarato la Tomasello.
Aggiungendo : "che questo si potrebbe essere verificato nella tarda serata del 19 Luglio" - dichiarazione già messa a verbale nel 2006.
Un altro funzionario Andrea Grassi ha detto di "aver visto la borsa di cuoio, del magistrato, negli uffici della Squadra Mobile di Palermo, forse nella stanza del Dirigente della Sezione Omicidi" - ed inoltre dichiara - "non ho visionato il contenuto della borsa, che ricordo aperta, circostanza che mi fece notare alcuni effetti personali, quali un pantaloncino o una maglietta tipo tennis".
Eppure quella borsa rimarrà nella diponibilità degli inquirenti per più di tre mesi, solo a Novembre La Barbera andrà a consegnarla alla famiglia Borsellino.
Nella valigetta però non c'era più l'agenda rossa come farà notare agli inquirenti Lucia Borsellino, "Quando chiesi che fine avesse fatto, mi fu risposto appunto che non c'era, e al mio insistere il questore La Barbera, disse a mia madre che io probabilmente avevo bisogno di un supporto psicologico, perché ero molto provata".
"Mi fu detto addirittura che deliravo" - così racconta figlia del giudice, durante l'udienza del Borsellino quarter.
Il verbale risale al 5 Novembre 1992, firmato dal pm Fausto Cardella, dove viene elencato il contenuto della valigetta di Borsellino :
- 2 pacchetti di sigarette marca Dunhill;
- un paio di pantaloncini da tennis;
- un costume da bagno;
- un carica batterie per telefono con batteria e accessori;
- un ritaglio di giornale;
- un paio di occhiali;
- un mazzo di chiavi;
- un pacchetto di fazzoletti;
- uno scontrino fiscale;
- tre fogli spillati;
- un'agenda legale di colore marrone, con rubrica telefonica .
Cardella ordina di restituire tutto : borsa e contenuto alla famiglia.
Lucia Borsellino di recente ha consegnato la rubrica telefonica marrone, alla commissione antimafia, la domanda ora è se La Barbera faceva riferimento a questa agenda, quando ha scritto di averla consegnata a Tinebra, oppure si trattava dell'agenda rossa ?
Il poliziotto Francesco Maggi, sostiene di aver prelevato la borsa del magistrato Borsellino, dall''auto in fiamme, e di averla portata alla Mobile.
Un racconto che però di recente tre testimoni, tutti poliziotti, avrebbero smentito: raccontando di un possibile passaggio di mano della borsa, avvenuto in via D'Amelio, tra un capitano dei Carabinieri che in teoria sarebbe Giovanni Arcangioli, che per è già stato prosciolto, e l'ispettore Giuseppe Lo Presti "quest'ultimo mi fece consegnare dal militare la borsa per poggiarla dentro la macchina di Maggi" - ha affermato e messo a verbale Armando Infantino.
Lo Presti ricorda di essere "certissimo" di aver compilato un relazione di servizio, che descrivo i suoi movimenti in via D'Amelio, però quella relazione non si trova.
Anche Maggi aveva stilato un documento che riassumeva le sue attività sul luogo della strage, che includeva anche l'informazione del ritrovamento della valigetta, che secondo il suo racconto sarebbe stata prelevata direttamente dall'auto in fiamme di Borsellino, per poi essere portata alla Mobile, nell'ufficio di La Barbera appunto, una relazione che risalirebbe a Dicembre 1992, che Maggi redisse su espressa richiesta, di La Barbera, esattamente 5 mesi dopo la strage, appunto.