Verona 19 Febbraio, sono passati 40 anni da quel triste giorno, di cui la bambina, oggi donna e madre 40enne, scopre tramite i social la verità sulla vera identità.
Un paio di mesi fa Enrica L. ha scoperto di essere stata rapita in Paraguay, quando aveva pochi mesi, e poi venduta ad una coppia italiana.
Per questa donna è stato un duro colpo scoprire che coloro che si ergevano a sui genitori, in realtà l'avevano ottenuta pagando del denaro.
Enrica ha presentato formale denuncia alla Procura di Bergamo, contro i presunti coinvolti nella sottrazione illecita di minore : Don Attilio Cordioli un prete missionario veronese.
Il prete è originario di Mozzecane e fa parte addirittura degli Redentoristi, al momento nega tutto, parlando di bugie ad opera del demonio, questo è quello che il prete ha dichiarato durante una puntata della trasmissione "Le Iene".
Il prete già da giovedì risultava irraggiungibile, si dice che sia ritornato in Paraguay, in quanto sembrerebbe che viaggi spesso facendo spola tra Sudamerica e Verona.
Incredibile la storia di Enrica, che ha dovuto fare i conti con la realtà, scoprendo le sue vere origini, che la famiglia coinvolta nella compravendita, si guardava bene di rivelare.
Sono passati 40 anni senza verità.
Anni in cui l'allora bambina, ed oggi donna, guardava due persone estranee come fossero i suoi genitori, che l'hanno acquistata come si fa con qualsiasi altra merce.
I due compratori di bambini, una casalinga originaria del Canavese, ed un industriale bergamasco, sono deceduti, prima che Enrica scoprisse tutta la verità.
Giusto due mesi fa Enrica venne a sapere che subito dopo la sua nascita, era stata sottratta ai suoi genitori a Pilar in Paraguay, insieme a suo fratello gemello.
Enrica racconta di aver trascorso un infanzia piena di domande e dubbi, in particolare quando le persone gli chiedevano se fosse sudamericana, proprio per quei tratti somatici non tipicamente bergamaschi, e per la pelle un pò brunita.
I genitori che l'avevano acquistata però, continuavano a simulare il loro falso ruolo, cercando di sminuire le domande della bambina, per zittirla.
Oggi grazie all'incoraggiamento da parte di suo marito, Enrica ha scoperto finalmente la verità.
Le prime indagini Enrica le fa parlando con i parenti, in particolare con una zia di Padova, che è la prima a raccontare di questo Don Attilio, e di quello che era successo in Paraguay.
Infine tramite i social, ha postato foto e documenti che i due italiani compratori di bambini, avevano nascosto in garage.
Piano piano grazie a tutte le informazioni ricevute, Enrica è riuscita a ricostruire la sua vera identità.
A quel punto chiamò il prete, inviandogli tutte le prove raccolte.
Ma il prete ha negato qualsiasi suo coinvolgimento.
Solo tramite i social e le riposte arrivate dal Paraguay è riuscita ad avere le risposte che cercava.
Riuscendo a ritrovare anche i fratelli.
MINACCE DI MORTE
Trapelata la notizia, grazie all'attenzione dei media sudamericani, cominciano ad arrivare minacce di morte anonime, nei confronti di Enrica.
Enrica si è recata a Bussolengo dal prete che non solo ha negato tutto, ma ha anche parlato di bugie ad opera del demonio.
Addirittura il prete avrebbe asserito che la ragazza avrebbe dovuto ringraziare Dio per aver trovato una famiglia che l'ha cresciuta, si vede che per il prete una compravendita, ed un rapimento di minore, non sia opera del demonio invece.
Il prete ora ha fatto ritorno nel grande Centro formativo culturale e religioso "Marianela" di proprietà della Chiesa, fondato ad Atyra nel 2007.
Un centro di 7mila metri quadrati frequentato da adolescenti, famiglie, sacerdoti e religiosi.
Il prete la definisce un'oasi di spiritualità, noi ci auguriamo che la spiritualità non riguardi i rapimenti e la tratta di minori.
Ad ogni modo noi come Enrica vogliamo giustizia.
Chissà se vi sono altri bambini, ed altre famiglie di origine, che stanno vivendo lo stesso incubo di questa donna, a loro insaputa.