Venezia. Mazzacurati la famiglia rifiuta eredità, lo Stato non avrà nemmeno la Villa a Cortina D'Ampezzo.

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Venezia 30 Luglio lo chiamavano il "Doge di Venezia" in quegli anni durante i quali Giovanni Mazzacurati era il Direttore, e poi anche Presidente del Consorzio Venezia Nuova, periodo in cui finanziava mezza Venezia.

Mazzacurati era uno degli uomini più ricchi della città, tanto che gli fu attribuito un capitale che si aggirava intorno a 54 milioni di euro, in un trentennio.

Nel 2013 venne arrestato, a causa dello scandalo sulle tangenti, epoca in cui le sue testimonianze accusatorie sconvolsero i pm, per poi rimanere vittima della demenza senile.

Ormai a due anni dalla sua morte, avvenuta il 25 settembre del 2019, negli Stati Uniti, dove si era trasferito, la sua ricchezza non esiste più.

Tanto è vero che da un contenzioso alla Corte dei Conti si scopre che la sua eredità è ancora «giacente» perché nessuno dei famigliari, moglie (Rosangela Taddei), i 4 figli viventi, e nemmeno nipoti o amici, l'ha mai accettata.

Evidentemente i beni a disposizione sono molti meno rispetto a quelli da pagare all'erario, che lo condannò a pagare 6,9 milioni di danni.

La Guardia di Finanza, nel tentativo di accertarsi sul patrimonio del "Doge", fece un'amara scoperta, infatti del suo patrimonio non rimaneva nulla, solo l'ultima tranche della liquidazione di quando, a Giugno 2013, se ne andò dal Consorzio, che ammonta a 800 mila euro, ed una villa a Cortina, che però nel frattempo aveva venduto nel 2017, ad un imprenditore vicentino, valutata oltre 2 milioni di euro.

Le altre case, inclusa quella in California, non erano intestate a lui.

La Procura ha tentato di annullare la vendita della villa sita a Cortina D'Ampezzo, in quanto ritenuta una vendita simulata, ma con la morte di Mazzacurati, e l'impossiblità di riassumere la causa nell'arco di tre mesi, dalla morte dell'ingegnere, e la mancanza di eredi, ha portato all'estinzione del contezioso.

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