Venezia, orrori, la scuola delle sofferenze.

Venezia, orrori, la scuola delle sofferenze.
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Venezia 27 Marzo 2022, la scuola degli orrori dove i bambini erano sottoposti a gravi vessazioni, eppure chiusi in una stanza al buio, se solo osavano non volere entrare in classe, dopo aver salutato la loro mamma all'ingresso.

Un solo asciugamano per pulire tutti i bambini, anche per il cambio dei pannolini.

L'abominio risale al 2018, quando delle maestre degne di nota, si recarono presso i Carabinieri per sporgere formale denuncia, nei confronti di questa struttura sita a Mirano in Provincia di Venezia, rifiutandosi di rinnovare il loro contratto, per proseguire l'impegno scolastico, raccontando le motivazioni con dovizia di particolari davvero inquietanti.

L'autrice di tale abominio sarebbe da attribuirsi, a quella che si faceva chiamare addirittura "boss", direttrice e proprietaria del lager.

Eppure la struttura in questione si era addirittura conquistata il titolo di scuola privata rinomata, celandosi dietro a insegnamenti ispirati all'insegnamento anglosassone, mentre invece causavano solo sofferenza ai bambini.

I militari su indicazione della Procura, avviarono le indagini, da cui emersero spaventosi racconti, anche a mezzo intercettazioni ambientali.

Le video spie, installate all' interno delle scatole elettriche di derivazione, a causa di un errore banale nel richiudere le scatole, causarono la morte di un addetto alle pulizie, da cui poi altri addetti segnalarono alla direttrice, la presenza di micro telecamere.

La preside che si sentiva un "boss", allora allarmata aveva fatto rimuovere le telecamere, tranne una di cui non si era accorta, con angolazione laterale che continuò a fornire video e audio agghiaccianti.

Ed ecco la prima violenza, su un bambino che piangeva non appena arrivato in asilo, subito sgridato dalla preside, e rinchiuso dentro la famigerata stanza, al buio.

Una stanza che la stessa aguzzina riapriva dopo vario tempo, continuando a sgridare il bambino, talmente tanto traumatizzato da vomitare per la paura.

Dopo le denunce passano alcuni mesi, tanto che altri docenti si presentarono in caserma per depositare altre denunce, dai loro racconti emergono vere e proprie violenze fisiche, bambini sollevati per le braccia, strattonati, insultati, incastrati tra il materasso e il copriletto chiuso con la cerniera dei letti di sicurezza, dotati di sponde.

Fatto sconcertante è che nonostante le tante denunce la procura procede con l'archiviazione, per mancanza di prove audio e video, che attestassero il proseguo delle violenze.

Intanto il fascicolo viene inviato a Trento per conflitto di competenze, dove inizialmente, il procedimento stava subendo la stessa sorte : l'archiviazione, se non fosse che un giudice ha appoggiato l’opposizione dell’avvocato Graziano Stocco, che rappresenta diverse famiglie, grazie al quale le carte sono tornate al Pm di Trento.

Dalle indagini sembrerebbe che un bambino iscritto in questa struttura sia figlio di un magistrato.

Ci si auspica che questa volta la giustizia faccia il suo vero corso, e che il capo d’imputazione per maltrattamento di minori nei confronti di questa direttrice, venga istruito, in modo che certe nefandezze vengano punite adeguatamente.

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