La società del Dies irae, del Dottore Carlo D'Angelo

La società del Dies irae, del Dottore Carlo D'Angelo
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09 Dicembre 2023, "arriveranno i tempi, anzi sono già arrivati, e già bussano inesorabili con il loro tam - tam"- esordisce così il Dottore Carlo D'Angelo, Psicologo e Psicoterapeuta.

"Il Dies irae della morte dei padri".

"Morte che è stata annunciata, recitata e cantata, l’evaporazione dei padri ha chiuso con la strofa 19 : la sequenza liturgica del Dies irae".  

"Così come si stanno chiudendo molte liturgie religiose che lasciano posto e spazio al profano".
"Il sacro è stato dissacrato dalla stessa chiesa in cerca di ossessivo consenso visto che è nel suo pieno declino morale".
"Ma lei non se ne cura, ha dalla sua parte il potere, in lei si declinano le varie forme di potere ed è tutto intrinseco alla sua stessa organizzazione".
"La chiesa canta il suo Dies  irae ed è arrivata ai sei versi di chiusa della composizione poetica".

"Che brutta fine ha fatto La Sapienza!"


"La morte dei padri si prolunga come ombra nera sui figli, ma tutti i padri, da quelli naturali a quelli spirituali, anche quando i propri figli uccidono, stuprano, abusano di bambini e bambine  violentano, massacrano in guerre e trucidano, si dichiarano innocenti, nonostante le loro fughe e le loro prolungate assenze".

"I padri si giustificano e tendono a buttare la palla nella mischia".

"C’è un tam - tam che si fa spazio nel cuore degli uomini, che ha messo in ginocchio tutti".
"Siamo stati detronizzati, l’uomo ha fatto grandi sforzi per non doversi sentire più una persona, un uomo".
"C’è una volontà generalizzata a svuotare l’uomo e sfigurarlo".
"E chi ha voluto così, ci sta riuscendo, sventola la bandiera della propria vittoria godendo della sconfitta dei molti".
"E tutti stiamo portando avanti vie non nostre e stiamo facendo spreco di vita e di vite".
"Tutto si apre alle porte di questo nostro tempo schizo-affettivo e malato di ferraglia emotiva,  dove tutto deve sembrare, apparire, e dove tutto ciò che è, non è mai del tutto reale".
"Siamo dei geniali mistificatori  di realtà, ingoiamo ed ingurgitiamo realtà artefatte".
"Finzione, teste artificiali, intelligenze o meno, l’uomo è stato finalmente condotto lì dove gli ismo, esaltati all’estremo stanno sovvertendo tutto, anche la nascita e la morte".
"Il dolore è assente, muto, viaggia per altri lidi".
"Uno scenario capriccioso e devastante si fa spazio: si nascerà, si verrà al mondo non più da donna o da uomo, i generi stanno combattendo una stupida lotta di potere che sacrificherà il grembo materno in un utero artificiale, avremo grembi tecnologici che accoglieranno nuove vite, tutto in una realtà ben programmata ed asettica".

"Questo tempo sta partorendo tutte le follie che ha inoculato, sta generando follie, ed il trionfo dell’inutile".

"E’ il trionfo dell’era della tecnica".

"E’ l’elogio alla follia individuale e collettiva che ci sta perseguitando,  dai media ai social, dai sindacati alla politica".ù

"Nulla sembra normalizzato,  una patologia della normalizzazione è la norma, questa è la nuova regola degli umanoidi".

"I sentimenti e le emozioni saranno diluiti in integratori artificiali, le macchine umane non potranno assumerli, ma in compenso un sistema bioelettrico monitorerà ed inoculerà questi prodotti, al bisogno".
"Le donne non avranno bisogno degli uomini,  potranno avere figli senza il maschio, ci sarà la fine dei membri artificiali, la sessualità rinchiusa in una scatola nera sarà deposta come reliquia in vecchie e logore chiese quale reliquia dei tempi andati".

"Tutto sarà in continua involuzione e regressione".

"Freud sarà messo in cantina e gli psicologismi in soffitta".

"Lo sviluppo affettivo, emotivo e cognitivo dei nuovi nati sarà veicolato dalle macchine".

"Alle donne non verrà chiesto nulla".
"Gli uomini e le donne hanno rinunciato al mandato biologico".
"Non verrà richiesto il consenso informato, non siete nessuno e non potrete avvalervi su niente, e di niente".

"Tutto si polverizzerà".

"L’uomo sarà scaraventato via dal suo trono, le donne non partoriranno e finalmente avranno raggiunto la parità di genere".

"I bambini nasceranno da nuove macchine della tecnologia, molto sofisticate e preparate pronte a sostituire sia il ruolo di padre sia quello di madre".

"Il mito dell’educazione cederà il posto alla programmazione artificiale".

"Gli uomini saranno sollevati dal peso e dalla responsabilità etica e civile, non ci saranno più le responsabilità educative ma saremo  tutti votati, a piegarci senza il nostro consenso a questo nuovo ordine sociale".
"In primis, il genere maschile scomparirà e le femmine non avranno più bisogno di un maschio per mettere al mondo un figlio".
"Si passerà dall’avaria del motore  a quella del cuore, con l’anemia ed atrofia degli affetti".

"Tutto sarà sovvertito dal nuovo ordine".

"Non si farà l’amore, le macchine non sentono, e tutto sarà calibrato per l’uomo del futuro".

"Nuove credenze si avvicenderanno, ci siamo votati a nuove forme di politeismo. Tutto è qui e non ancora, me tutto è già in questo presente".

"Non sarà lasciata nessuna traccia vitale che feconda le storie e la storia, non ci sarà futuro, nulla sarà percepito di questi mutamenti e  gli uomini e le donne saranno privati dei loro istinti".

"L’uomo psichico sarà sostituito da un abbozzo di umanoide, non reagirà agli stimoli secondo le connessioni cerebrali fissate dalle esperienze della prima fase della sua esistenza, ma da circuiti bioelettrici e dalle regole del nuovo ordine del politicamente corretto".

"Il tratto più chiaro di questa deriva è la perdita della connotazione persona umana".

"Non ci saranno persone volti, uomini e donne, ma abbozzi di umanoidi svuotati di ogni consistenza e di senso".

"Lo sguardo non sarà più rivolto oltre, ma al di qua della superficie delle cose, ed al fluire continuo della vita si staccherà ogni impulso".

"Non ci saranno domande e di conseguenza non ci saranno date risposte, tutto sarà gestito senza nessuna tensione al futuro e faremo ritorno nel silenzioso mondo del nulla".

"Questo è quanto stiamo iniziando a percepire, ma questa percezione durerà ancora per poco, dopo non sentiremo più nulla, anche le verità più profonde lasceranno il posto a questa avanzata barbara".

"Prendiamo atto di questa mostruosa mutazione in corso della coscienza umana e cantiamo con consapevolezza il nostro collettivo Dies irae" - chiosa il Dottore Carlo D'Angelo.

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