Totemismo, vip, adorazione, ovvero il piano di rincoglionimento è servito...

Totemismo, vip, adorazione, ovvero il piano di rincoglionimento è servito...
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Oggi viviamo un'epoca di totemismo individuale, sociale, onirico. Oppure meglio ancora: oggi viviamo un'epoca di migliaia di totemismi, tanti quanti sono gli appartenenti allo show business, che vengono idolatrati,  ammirati,  amati. La massa non è più la folla che si riversa nelle strade, ma un insieme di individui asociali, alienati, che si ritrovano online per fare i follower, mettere i cuoricini, commentare, creare fanclub online,  fare da lurker, etc etc. Insomma la tecnologia e il potere hanno creato nuove solitudini e se un tempo le dittature cercavano di aggregare le persone, oggi è molto più facile dare alla gente feticci di libertà individuale e disgregarla socialmente, psicologicamente. Ma ritorniamo al rapporto tra persone comuni e vip: oggi più che mai avviene un processo di idealizzazione, un fenomeno di proiezione delle parti migliori di noi verso i totem, incarnati dai vip. Un secolo fa le donne si suicidarono dopo aver appreso la morte di Valentino. Oggi ci sono degli efficaci antidepressivi (nessuna si uccide più per la morte di un attore e poi di attori di cui una donna può innamorarsi ce ne sono tantissimi), ma i vip sono oggi più di ieri simboli e miti della nostra società. Il rapporto di identificazione è radicato oggi più che mai, è addirittura malato. Non si tratta di stima ma di indiscutibile adorazione. Tutto si basa nell'instaurare nelle menti delle persone cosiddette comuni una fascinazione incredibile. È l'ipnosi di massa di cui scriveva McLuhan.  Gli esperti di marketing dicono che per avere successo bisogna saper occupare la mente delle persone.  I giovani pochi anni fa fermavano per strada i partecipanti del Grande Fratello e chiedevano loro come avessero fatto a svoltare, a entrare nella casa più spiata d'Italia e chiedevano loro l'autografo. Un tempo per essere famosi bisognava avere talento o competenza in qualcosa. Oggi no. L'importante è apparire. Per esistere bisogna apparire, uscire dall'anonimato. La metropoli è spersonalizzante, stressante. La provincia è noia mortale e vuoto. Diventare famosi oppure conoscere i famosi, anche solo sporadicamente per un selfie, è considerata l'unica via di uscita da questa gabbia, che è la nostra vita, sempre uguale a sé stessa. Freud scoprì che la massa era tenuta insieme da dei legami libidici e oggi ciò avviene soprattutto a livello virtuale con l'ammirazione degli influencer. Lo show business cerca il consenso universale. Chiunque critichi anche nel modo più sensato e avveduto il sistema o anche uno dei rappresentanti del sistema viene fatto rientrare nella categoria degli hater o dei troll. Nessuno può ribellarsi al sistema, se non rischiando di passare per pazzo, per disturbato, per invidioso, per disadattato. Negli anni '70 contestare il sistema aveva un suo valore e una funzione sociale riconosciuta. Contestare era nobile, giusto e sacrosanto.  Il padre oggi non può essere ucciso. Anzi i molti padri non possono essere uccisi. Non solo politicamente, ma neanche psicologicamente,  neanche simbolicamente.  Il '68 è stata una favola che non si è concretizzata. Era un ottimo inizio. C'erano tutte le premesse.  Con il '77 è finito tutto. Da un lato le nuove generazioni sono più informatizzate, più acculturate, più istruite rispetto a un tempo, ma dall'altro ci sono troppe cose oggi che disturbano e distraggono i giovani. Ci sono molte più possibilità di un tempo per un giovane di crescere personalmente, ma al contempo anche di perdersi, di autodistruggersi,  di restare bambino. Inoltre le nuove leve vivono in buona parte dei casi come se non ci fosse un domani per loro, come se non avessero un domani. Ecco allora che per molti di loro ribellarsi è inutile. Ecco allora che si diffonde a macchia d'olio l'odio strisciante  nei confronti dei cosiddetti boomer, considerati coloro che hanno rovinato l'Italia e il pianeta intero. Lo show business, i politici  hanno gioco facile nel seminare zizzania e discordia, mettendo contro lavoratori e disoccupati, giovani e vecchi, italiani e immigrati, donne e uomini. L'importante per gli italiani è avere una televisione funzionante nella propria camera e una connessione Internet per ammirare i loro beniamini. In definitiva è il potere che stabilisce chi dobbiamo amare e odiare,  e noi, esercitando il nostro istinto gregario, eseguiamo gli ordini. Non siamo più in grado di scegliere, di decidere. C'è già chi sceglie e chi decide per noi. La democrazia dal basso non è fattibile perché pochi prendono coscienza esatta della situazione e di questo stato di cose. Alcuni non sanno più pensare con la loro testa e molti altri pensano che è molto meglio non pensare. Non sto parlando di un pantagruelico complotto o di un nuovo ordine mondiale. Sto parlando di alcune semplici mosse, tattiche e strategie che il potere ha messo in atto nel corso degli anni, almeno qui in Italia.  Il piano di rincoglionimento si è ormai realizzato.

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