Ora anche in Italia il suicidio medicalmente assistito, avviene con la somministrazione di un farmaco letale.

Ora anche in Italia il suicidio medicalmente assistito, avviene con la somministrazione di un farmaco letale.
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23 Novembre, il primo paziente che potrà avvalersi del suicidio medicalmente assistito in Italia, sarà un 43enne marchigiano tetraplegico, immobilizzato da 10 anni.

Questo è ciò che si apprende dall'Associazione Coscioni, inoltre il Comitato etico dell'azienda sanitaria la Asur Marche ha stabilito, che questo caso presenta tutte le condizioni per procedere alla somministrazione del farmaco letale.

Fu proprio l'Associazione Coscioni, a battersi affinché il suicidio medicalmente assistito fosse esteso anche in Italia, dopo la sentenza numero 242, del 2019 della Corte Costituzionale, in merito al caso di Dj Fabo.

Una sentenza che decretò l'illegittimità costituzionale dell'art. 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevoli l'esecuzione del proposito di suicidio a patto che questo si sia formato autonomamente e liberamente da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Ci sono voluti 13 mesi affinché un'equipe di medici e psicologi, verificasse la sussistenza delle quattro condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale, per procedere :

l'irreversibilita' della malattia,

l'insostenibilita' del dolore,

la chiara volonta' del paziente.

Condizioni rigorose quelle imposti dalla Corte Costituzionale, per procedere con il suicidio assistito, che oltre alla sussistenza di una patologia irreversibile, stabilisce che il paziente debba essere capace d'intendere e di volere consapevolmente, facoltà che dovranno essere constatate e verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, solo previo parere del comitato etico di riferimento dell'Asl di appartenenza.

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