Un articolo di giornale pubblicato il 13 settembre 1972 sul Corriere della sera recita: “Il divario fra nord e sud verrà colmato solo nel 2020”. Si riteneva che negli anni settanta del novecento il sud riponesse ancora molta poca fiducia nelle nuove macchine, affidandosi all’arcaica mentalità basata sulla cultura del mattone e dell’edilizia, producendo pochi posti di lavoro per i diplomati e per i laureati. Il “management” e la tecnologia erano visti come l’unico riscatto possibile per i meridionali. Noi che nel 2020, (purtroppo o per fortuna), ci viviamo, sappiamo che le cose non sono andate esattamente così. Certo, le innovazioni tecnologiche degli ultimi tempi, anche se in ritardo rispetto al resto delle regioni italiane, sono arrivate anche al sud ma permane ancora il senso di scoraggiamento, comune tra i giovani meridionali, che qui non riescono a immaginare un futuro florido e meritocratico.
Si scappa dal mezzogiorno principalmente per cercare autonomia economica e maggiori possibilità di realizzazione personale che, purtroppo, il posto in cui si è nati non può offrire. I motivi di questa negazione di opportunità da parte della propria terra madre sono tanti, ma la maggior parte ritrovano la loro matrice nella mafia. Le organizzazioni criminali sono per i meridionali uno dei peggiori cancri della società, esse tolgono il lavoro, pretendono denaro, impediscono crescita economica e intellettuale: devono imporsi e per farlo conoscono solo minacce, estorsioni, omertà. La mafia non esiste solo al sud, essa è ovunque, anche a Milano, Torino, Genova, ecc., ma nel mezzogiorno è visibile, imponente, eterna. Finché la mafia continuerà ad essere un crudele parassita che trae beneficio dai sogni di emancipazione altrui, le regioni meridionali continueranno a “svuotarsi” di tante menti brillanti che avrebbero potuto fare la differenza.
L’emigrazione verso il nord è intrinseca, quasi strutturale nella storia unitaria italiana. Sarebbe bello un giorno poter raccontare la storia inversa, quella delle migrazioni da nord a sud alla ricerca di una vita genuina. Il mezzogiorno ha tanto da offrire: paesaggi mozzafiato, cibo salutare, persone calorose e accoglienti, la calma quasi onirica della vita rurale, tanta ricchezza d’animo delle sue popolazioni e la bellezza surreale del suo patrimonio artistico e culturale. Cosa manca? Opportunità di autorealizzazione.
V.C.