Spritz che volano e porte sbagliate

Spritz che volano e porte sbagliate
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Ho scelto di dare questo titolo alla mia esperienza a Napoli, ove sono rimasta una settimana e dove ho scoperto di nuovo cosa vuol dire viaggiare: per me è la vita. Mi sono permessa di entrare in una realtà diversa dalla mia solita routine: ho così capito che tutto può essere nuovo e che nulla è banale. È stata una vacanza tranquilla, ho riso molto insieme al mio ragazzo, quella volta, ad esempio, che ha urtato il tavolino facendo quasi cadere il mio spritz a terra; dico quasi perché io, con una mossa da karateka, sono riuscita a prenderlo al volo. Un'altra scena divertente è stato quando, entrambi convinti di essere giunti nell'appartamento prenotato, abbiamo quasi rotto le chiavi tentando di entrare dalla porta sbagliata! Incidenti di percorso ma pur sempre indimenticabili. Mi piacciono queste piccole banalità che rendono tutto vero. A Napoli ho potuto ridere, esplorare e conoscere nuove cose; ho nuotato, camminato, vissuto di nuovo. La pandemia ci aveva fatto dimenticare tutto ciò.

Ma cosa vuol dire tutto questo è difficile da capire: non ero più abituata alla spontaneità delle persone o alla semplice scoperta di nuovi sapori e culture.

Napoli è tutto questo e anche di più. Il centro è intrinseco di storia e amore per la propria terra natia, con uno spiccato senso di orgoglio per i prodotti locali, mischiati i quali nascono i piatti più prelibati. È pieno di colori e suoni, le persone sono vivaci e cortesi, il mare brilla sotto il sole, che di giorno scalda fin troppo un paesaggio pittoresco. Ho visto Capri e i suoi negozietti, non facendomi mancare un tuffo in mare. Sono andata in barca e ho preso più volte la circumvesuviana,cioè la storica ferrovia, anche per giungere a Pompei. Insomma, molte esperienze e tante emozioni.

Con la speranza che ognuno di noi possa piano piano riprendere a scoprire la vita, inviti a riflettere sui problemi che si possono risolvere grazie a tutto questo. La solitudine che abbiamo sperimentato ha spesso portato all'isolamento. È stato scientificamente provato, per l'appunto, che sono cresciuti i casi di disturbi comportamentali quali la depressione, l'ansia, lo stress, i disturbi alimentari o l'aggressività. Alcune persone hanno avuto problemi a lavoro e tanti bambini e ragazzi si sono persi esperienze e la possibilità di integrarsi in un mondo già così difficile.

Ora, fortunatamente, sembrerebbe che le cose siano in miglioramento, sotto alcuni punti di vista. Invito pertanto, chi non l'avesse ancora fatto, a concedersi quel ritorno alla vita che tanto ci era mancato. Staccarsi dalla routine semplicemente andando al cinema per esempio.

L'ostacolo principale però rimane sempre di sottofondo, ovvero la malattia che continua a circolare, anche se si fa meno letale. Ecco che qui scatta l'obbligo del Green Pass, per preservare tutti. Crescono così anche i pareri discordanti su ciò, chi non vuole vaccinarsi e chi lo indica invece come un dovere civile. Purtroppo non possiamo frenare le idee o cambiarle a nostro piacimento, nemmeno possiamo cancellare l'evidenza che il vaccino serva davvero a limitare la pandemia. Mi piacerebbe semplicemente che anche chi non volesse farsi il vaccino, per suoi motivi personali, almeno accettasse l'idea che quest'ultimo effettivamente è efficace e serve davvero a qualcosa e, anche se dura,capire che il green pass può essere l'unica via di ritorno alla nostra vita, così, un giorno, tutti potremmo di nuovo andare in vacanza.

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