Sniper: l'occhio del male

Sniper: l'occhio del male
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Scritto dal Pavel Hack, Sniper è il libro più terribile, crudo e realistico che potrete trovare in circolazione. Come si evince già dal titolo, l'opera parla e racconta la guerra vista con gli occhio o meglio l'occhio del cecchino, un uomo sadico, indifferente al mondo e alla sofferenza che uccide per il gusto di uccidere, uccide perchè è il suo lavoro, uccide perchè non crede più a nulla, soltanto alla morte. Non è l'unico personaggio presente nel libro, perchè Hack indagando il male dall'interno necessità di due punti di vista: chi lo fa e chi lo subisce. Dunque troviamo il punto di vista dei soldati, la loro violenza mentale ma soprattutto fisica che devasta come cavallette tutto ciò che incontra, specialmente il sesso femminile. E poi ci sono le vittime: i messaggeri che il cecchino uccide con un colpo secco in testa, i civili seviziati e anch'essi uccisi dal cecchino che, senza pietà, aspetta la loro fame o la sete che li stani, per poi poterli uccidere. E infine le donne, violentate e guerriere, ultimo barlume di speranze, bambine che ritrovano la loro famiglia e riescono a passare il confine e altre donne, prigioniere di guerra che riescono a scappare ai loro carnefici usando la migliore arma a doppio taglio: il sesso. Quello che rende interessante questo libro, oltre all'indagine del male senza veli, giustificazioni o altre boe di salvataggio della coscienza, è che l'autore non dice mai in quale guerra ci troviamo ne, chiaramente il periodo storico in cui ci troviamo. Un espediente sottile quanto intelligente che vuole alludere e stringere l'occhio all'illimitato concetto del male, che non sta da una parte o l'altra, ne in un tempo piuttosto che un altro ma si trova ovunque e dentro ogni uomo, perchè il male siamo noi e la nostra violenza che ci porta a fare guerre su guerre e calpestare la vita. E Hack ci vuole far vedere, più che insegnare, che davanti al male non esistono scuse, o lavaggi di coscienza che riescono a cancellare tutto il dolore che noi stessi creiamo.

Un libro spietato e senza via d'uscita, non adatto ai più impressionabili ma necessario per vedere senza prendere mai più la mira.

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