“Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle” le ultime parole di Seid Visin.

“Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle” le ultime parole di Seid Visin.
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Seid Visin, ex promessa del calcio giovanile del Milan, è  morto a soli 20 anni suicida.

È stato trovato senza vita, nella sua abitazione a Benevento. Prima di morire scrisse una lettera d’addio straziante per familiari e conoscenti in cui denuncia fatti xenofobi: “sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle” sono alcune parole della sua lettera d’addio.

Seid è nato in etiopa ed è stato adottato in Italia. Un talentuoso ragazzo con la grande passione per il calcio per questo motivo si trasferì da piccolo da Nocera Inferiore, la città dei suoi genitori adottivi, a Milano nel tentativo di inseguire il sogno di fare il calciatore che purtroppo non si avvererà mai.

I genitori, però, smentiscono il fatto che il gesto estremo del figlio fosse a causa del razzismo.

Salvini alla tragedia ha deciso di rispondere così: “Agli sciacalli alla Saviano che cercano di fare polemica politica anche su una tragedia come questa, smentiti dai genitori di Seid che fanno sapere che ‘il suo gesto estremo non deriva da episodi di razzismo’. Ricordo infine che il primo senatore nero eletto nella storia della Repubblica italiana, l’amico e imprenditore di origine nigeriana Tony Iwobi, è stato candidato ed eletto con la Lega. C’è chi parla di integrazione - ha chiosato - e chi la realizza”.

Presunta lettera di Addio di Seid Visin:

“L'unica cosa di troneggiante però, l'unica cosa comprensibile nel mio modo di fare era la paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati, la paura per il disprezzo che sentivo nella bocca della gente, persino dai miei parenti che invocavano costantemente con malinconia Mussolini e chiamavano "Capitano Salvini". La delusione nel vedere alcuni amici (non so se posso più definirli tali) che quando mi vedono intonano all'unisono il coro "Casa Pound". Con queste mie parole crude, amare, tristi, talvolta drammatiche, non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d'acqua in confronto all'oceano di sofferenza che stanno vivendo quelle persone dalla spiccata e dalla vigorosa dignità, che preferiscono morire anziché condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaporare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente "Vita".

Queste sono le presunte parole con le quali  visin ha deciso di porre fine alla sua vita a causa forse delle violenze razziste subite che non li consentivano di integrarsi nella società in cui è cresciuto, restano comunque non chiari i motivi ufficiali del suicidio.

Zahira Moussaid

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