Riaperto il caso sulla morte del grande ciclista Marco Pantani.

Riaperto il caso sulla morte del grande ciclista Marco Pantani.
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Emilia Romagna 23 Novembre, i magistrati romagnoli lavorano da tempo, in silenzio, hanno riaperto l'inchiesta sulla morte di Marco Pantani.

C'è una testimonianza depositata presso la commissione Antimafia, quella di Fabio Miradossa, l’ex pusher, condannato per aver venduto la dose fatale al ciclista, che risale a Gennaio 2020.

Testimonianza che fu anche comunicata a Rimini, dal presidente Nicola Morra nei mesi successivi, quando i pm erano già a lavoro sul nuovo fascicolo.

Le dichiarazioni del Miradossa (ex pusher) gettano molte ombre sulla faccenda : "Sono convinto che Marco Pantani fu ucciso", inoltre il Miradossa aggiunge : "l’ho conosciuto 5 o 6 mesi prima della sua morte e di certo non mi è sembrata una persona che volesse smettere di vivere".

Altro particolare agghiacciante sulla morte del grande campione del ciclismo Pantani, è il proseguo della testimonianza di Miradossa, in cui asserisce che le cause della morte di Marco Pantani, siano da attribuirsi a qualcun altro, visto che il campione non aveva mai spesso di ricercare la verità sui fatti avvenuti a Madonna di Campiglio, quando venne squalificato per doping, nonostante Marco abbia sempre asserito di non essersi dopato assolutamente.

Come spiega il legale della famiglia Pantani, l’avvocato Fiorenzo Alessi, "c'è un indagine per omicidio che porta la data del 2019, e di cui nulla si sapeva prima".

Si sono degli aspetti da chiarire da troppo tempo, sulla morte di Pantani, infatti nel Febbraio 2004, mentre i genitori di Pantani, si accingevano a partire per trascorrere una vacanza in Grecia, Marco li avvisò di voler andare in vacanza in montagna, passando per Milano.

Pantani però cambiò idea, e decise di rientrare a Rimini, come asserito anche dal tassista, che aggiunge un particolare importante, il solo bagaglio in possesso di Marco Pantani, era costituito unicamente da una piccola busta in plastica, contenente dei medicinali.

Una volta arrivato a Rimini, alloggiò prima per una notta, e poi prolungando il suo soggiorno di altri 4 giorni, presso  il residence "Le Rose".

Il 14 Febbraio 2004, fu ritrovato senza vita, nella stanza D5 del residence Le Rose, oggi non più esistente, in quanto l'edificio è stato demolito e sostituito, dalla costruzione di un Hotel.

Fu l'autopsia a chiarire l'orario della morte, avvenuta fra le 11:30 e le 12:30, causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente ad overdose di cocaina, e come confermato in seguito anche da psicofarmaci.

Si riapre così il fascicolo a carico d'ignoti, per ora, la famiglia Pantani annuncia che andrà fino in fondo, per saper la verità su quanto accaduto al loro figlio.

La procura intanto lavora in silenzio.

Le inchieste del passato avevano concluso che la stanza in cui era morto Pantani, fosse chiusa dall'interno, per cui si presumeva che Marco Pantani fosse morto da solo all'interno della stessa, ed era stata esclusa l'ipotesi di assunzione sotto costrizione delle sostanze che lo hanno ucciso, fatto sta che dopo le prime indagini all'epoca Miradossa patteggiò 4 anni e 10mesi di reclusione, mentre Ciro Veneruso fu condannato a 3 anni e 10 mesi per aver procurato la dose mortale, che consegnò a Miradossa.

C'era anche un terzo imputato che rifiutò il patteggiamento, che invece fu assolto.

Si spera che dopo 17 anni di indagini, si giunga alla verità e che venga davvero scandagliata ogni ipotesi, che all'epoca fu definita senza fondamento.

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