Prato. Sembrava un prete, ma in realtà era uno spacciatore, sottraeva i soldi dalle offerte della parrocchia, destinati ai bisognosi, e ci comprava la droga dello stupro, per i suoi festini a luci rosse.

Prato. Sembrava un prete, ma in realtà era uno spacciatore, sottraeva i soldi dalle offerte della parrocchia, destinati ai bisognosi, e ci comprava la droga dello stupro, per i suoi festini a luci rosse.
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Prato 15 Settembre, si faceva chiamare Don Francesco, il parroco spacciatore, della Parrocchia dell'Annunciazione, nel quartiere pratese della Castellina.

Don Francesco Spagnesi, di anni 40, si occupava di accumulare più offerte possibili, con la scusa di aiutare alcune famiglie di bisognosi, sottraendo i soldi delle offerte della parrocchia, per comprare cocaina e droga dello stupro, il Gbl, sostanze che usava durante i festini sessuali a base di droga, che organizzava.

Dal 2019 ad oggi sono circa 200 le persone che partecipavano ai festini a luci rosse a base di droga, organizzati dal prete spacciatore, la cosa più sconcertante è che si tratta di : medici, infermieri, professionisti, e bancari, reclutati tramite il web nei siti d'incontri.

A dare il via alle indagini, è stato l'arresto di Alessio Regina, quarantenne pratese, che ad agosto aveva acquistato 1 litro di droga dello stupro, Gbl, l'uomo a quanto emerge, intratteneva una relazione omosessuale con il parroco.

Questo parroco, con le offerte destinate ai bisognosi, ed alla parrocchia, ci comprava la droga, per i suoi festini, sarebbero DECINE DI MIGLIAIA DI EURO, I SOLDI UTILIZZATI PER LA DROGA ED I FESTINI DAL PARROCO, PENSATE A QUANTE FAMIGLIE SI SAREBBERO REALMENTE. POTUTE AIUTARE CON QUEL DENARO.

Lo Spagnesi, sarebbe solo agli arresti domiciliari, con l'accusa di spaccio, e importazione di sostanze stupefacenti.

Inoltre da un'intercettazione, emerge che lo Spagnesi, si era rivolto al vescovo Nerbini, per metterlo al corrente circa la sua tossicodipendenza, fattore che il vescovo cercò di celare, utilizzando parole del tipo "custodire la vicenda", che ci fanno chiaramente capire che la diocesi sapeva della droga già da Aprile, sollevando il prete drogato, solo l'1 Settembre.

Mai come negli ultimi anni si è assistito ad un degrado così profondo della Chiesa.

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