Spesso gli esseri umani cercano la bellezza in ciò che appare immediatamente bello dimenticando però di cercarla in loro stessi e nelle piccole a apparentemente insignificanti cose di cui sono composti. “Ti basta l’Atlantico?” è il libro che racchiude l’intero carteggio, dal 1906 al 1931, tra Virginia Woolf e Lytton Strachey a cura di Chiara Valerio e Alessandro Giammei (rispettivamente scrittrice, responsabile per la narrativa della casa editrice Marsilio, sceneggiatrice, conduttrice radiofonica e traduttrice di diverse opere di Woolf e professore di italianistica al Bryan Mawr college di Philadelphia).
E’ forse troppo poco affermare che leggere questo scritto è un po’ come assistere dalle quinte ad uno spettacolo teatrale perché proprio mentre pensiamo alle menti eccelse con le quali stiamo per metterci emotivamente in contatto, ne scopriamo l’incredibile “umanità”.
Un’umanità fatta di noie, divertimenti, lavori, scrittura, letture, pettegolezzi e da una miriade di piccoli o grandi errori, proprio come nella vita di ognuno di noi.
Vi chiederete quindi, dov è lo spettacolo?
Avete mai riflettuto su cosa possa aver accomunato nel corso della storia grandi artistə, scrittori/scrittrici, pittori/pittrici, musicistə, attrici/attori, pensatrici/pensatori e su cosa li abbia resi tali? Cos’hanno in comune Virginia Woolf e Jimi Hendrix così come Dostoevskij e i Beatles? La consapevolezza.
Sì, quella di avere una “voce” capace di influenzare il pensiero e talvolta il percorso di vita di chi li circonda. E’ leggendo le lettere che si percepisce quando sia Woolf che Strachey fossero consapevoli di essere delle voci autorevoli.
E’ esattamente questo lo spettacolo: vedere come due persone in scambi privati fossero consapevoli di essere i fili d’oro di una tela molto più grande e complessa, nonostante i dubbi e le umane fragilità. Chiara Valerio e Alessandro Giammei in onore di quella consapevolezza, hanno esercitato la loro travestendosi da Woolf e Strachey e traducendo meravigliosamente, durante il periodo di pandemia tramite corrispondenza perlopiù elettronica, ogni lettera creando così un carteggio nel carteggio (presente nelle prime pagine) e dando dimostrazione oltre che di grande ironia e gioia nel sapersi cos player anche del fatto che spesso la bellezza risiede negli abissi di ognuno di noi spingendoci così a puntare nel profondo di un nostro qualsiasi interlocutore consapevole o meno della sua autorevolezza.
Il libro è uscito per la collana “saggi|ritratti” di Nottetempo e aspetta ogni persona che sia disposta a viaggiare attraverso l’Atlantico e oltre.
NOEMI STABILE