02 Febbraio 2023, la caccia causa ogni anno morti e feriti, spesso non cacciatori, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato, per esempio in un bosco facendo una passeggiata.
Nella stagione venatoria appena conclusa si sono registrati, secondo i dati dell’Associazione vittime della caccia (Avc), 12 morti e 56 feriti.
Lo rende noto l’Organizzazione internazionale per la protezione animali (Oipa) che chiede a Governo e Parlamento di valutare seriamente le conseguenze dell’attività venatoria sulla sicurezza pubblica e di mettere mano alla legislazione in materia per evitare che, a fine stagione venatoria, si continui a fare la conta dei morti: cacciatori e non.
Quello delle vittime della caccia è un tema ancora poco considerato dalle istituzioni.
Eppure, dato il conteggio delle vittime, Governo e Parlamento dovrebbero iniziare a riflettere sul problema di sicurezza pubblica evidenziato da questi incidenti, rileva l’Oipa.
Quante vittime umane, senza considerare gli animali, dovrà ancora fare l’attività venatoria prima che questa circostanza diventi un allarme sociale?
Occorrerebbe un giro di vite legislativo per eliminare alla radice questo grave problema di sicurezza pubblica.
Il maggior numero di casi di vittime umane della caccia si è registrato in Toscana, con 10 casi. Seguono la Calabria con 6 casi, e Campania e Veneto con 4 casi ciascuna e 2 minori colpiti.
Ecco più nel dettaglio i dati raccolti dall’Associazione vittime della caccia relativi alla stagione venatoria 2023-2024.
RIEPILOGO DELLE VITTIME UMANE DELLA CACCIA NELLA STAGIONE 2023-2024
68 vittime: 12 morti e 56 feriti
Non cacciatori vittime: 28. Tra queste, 6 sono i morti e 22 i feriti, di cui 7 minori. 13 sono i feriti non-cacciatori in ambito venatorio, di cui 2 minori, mentre 9 sono i feriti non-cacciatori in ambito extra-venatorio, di cui 5 minori
Cacciatori vittime: 40: 6 morti e 34 feriti. Tra queste, 5 sono i morti e 32 i feriti in ambito venatorio, mentre in ambito extra-venatorio si registrano 2 feriti sono 2 e un morto