MELZO: LA FIERA DELLE PALME 400 + 1 Ed alcune leggende

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Nella scorsa edizione della Fiera delle Palme, durata cinque giorni, organizzata dalla Proloco e patrocinata dall’Amministrazione Comunale,  non sono mancati trattenimenti per giovani e bambini, le attività sportive, mostre fotografiche, presentazione di libri, shopping, percorsi eno-gastronomici, e non per ultima l’inaugurazione della Mostra Galbani.

Protagonisti   gli animali  che, nel rispetto delle Normative di legge, hanno fatto rivivere l’ambiente delle cascine di un tempo.

La Fiera delle Palme di Melzo, rimane tra le piu’ belle e ben riuscite della zona Martesana, alle porte di Milano.

La sua storia è antica, oltre che centenaria: ebbe inizio dal 1553 con varie richieste dei regnanti che  si sono susseguiti: il mercato settimanale fu concesso nel 1619, e   nel 1930   venne istituita    la   FIERA ANNUALE DEL BESTIAME che, in seguito, prese il nome Fiera delle Palme.

Agli inizi, l’attrattiva dell’assegnazione di premi e un diploma di partecipazione, per   i migliori capi in esposizione rilasciato da una giuria, consolidò l’interesse degli allevatori, attratti dal riconoscimento che continuarono a partecipare nei secoli.

La chicca della fiera è stata l’inaugurazione della Mostra della storia Galbani:  materiali storici, migliaia di fotografie, diapositive e negativi: materiale anche pubblicitario presentato nel corso del secolo per la vendita del formaggio BEL PAESE

La Galbani fu fondata a Melzo nel 1911 da Egidio Galbani, dette lavoro a molti cittadini Melzesi e di altre zone, diventando  negli anni, un’azienda   di rilievo   casearia mondiale:   "Galbani vuol dire fiducia".

Il formaggio venne prodotto dal 1906 in forma commerciale,   grazie all’ intuizione del proprietario Egidio Galbani, che decise di  produrre un formaggio  che primeggiasse  anche con  formaggi esteri.

Era infatti possibile leggere sul Catalogo Illustrato delle Varie Specialità del 1906, il pensiero di Egidio Galbani: Non era senza un vero dispiacere che per l'addietro, sostando davanti al negozio dei principali salumieri delle nostre città, non si potesse scorgere alcun formaggio di lusso che portasse un nome italiano. Fui il primo che, dopo lunga esperienza, riuscii a soppiantare l’importazione estera, mettendo in commercio i miei formaggi di lusso, uso Francesi".

Il suo formaggio lo volle di gusto semplice, con materiale di alta qualità, facile conservabilità, digeribilità.

Il suo intento era di rivolgersi ad un pubblico elitario, esteso all’intero mondo, e conquistò i consumatori del mondo intero,  facendo  anche leva sui sentimenti nazionalistici degli italiani emigrati all’estero, trasportandolo sui camioncini aziendali,  mezzi di trasporto ferroviario ed aerei.

Pochi anni dopo l’inizio della produzione, dai suoi stabilimenti,  uscirono  poco meno di 10000 quintali   di formaggio: il suo obiettivo fu coronato  con successo  e  testimoniato da una serie di riconoscimenti a concorsi internazionali, tra cui uno,  a Parigi dove il Bel Paeseera stato definito   Roi des fromages.

La mostra  Galbani attualmente  è possibile   visitarla ,  al cinema   Arcadia di Melzo, grazie alla disponibilità della Dirigenza dell’azienda Lactalis.  

Melzo non è solo ricordata per le sue principali feste e i suoi formaggi, ma anche per i suoi Musei, Chiese antiche e il Castello, per la sua popolazione molto attiva ed operosa,   ma anche per le sue sfumature  di storie eroiche e   rosa del passato di un certo rilievo, di due donne in particolare:

Agnese Pasta,  eroina leggendaria, che guidò una rivolta  femminile,  contro la miseria e le violenze  pro-sforzesca  e contro i soldati veneziani:  salita sulle mura cittadine sventolando lo stendardo  della Repubblica Ambrosiana incitò le donne a ribellarsi e a scacciare gli occupanti lanciando sassi e impugnando i forconi .

Oltre alla eroica Agnese Pasta, non è da dimenticare la giovanissima nobile di Angera:  Lucia Marliani , della quale il duca Galeazzo Maria Sforza  si innamorò  perdutamente.

Fino alla morte del Duca ebbe  in dono il feudo di Gorgonzola e Melzo.

La storia   riporta che  Lucia incontra il  Galeazzo nel  1474 e ben presto ne divenne l'amante, dalla loro passione nasce un figlio, riconosciuto e battezzato   Ottaviano Maria Sforza, che divenne vescovo di Lodi e Sezze

Nel gennaio dell’anno successivo, Galeazzo   le  assegnò il feudo di Melzo  e Gorgonzola coi rispettivi castelli oltre a molti gioielli e pietre preziose.

La leggenda vuole che fu stipulato un contratto, mai ritrovato, tra il duca e il marito di Lucia: il conte Raverti, si impegnava a non avere rapporti con la moglie, e quale risarcimento ottenne la   podestà di Como e il grado di Capitano di Giustizia a Milano.

Quando il 26 dicembre  1476   il duca Galeazzo Maria Sforza,  muore pugnalato sulla soglia della chiesa di Santo Stefano aMilano, inizia la decadenza di Lucia:  in breve tempo, sotto il governo  di  Ludovico il Moro, ella perde  le ricchezze e  le proprietà donatele.

Ludovico il Moro le impone di rinunciare all'ingiustificato potere che le era stato assegnato, e l’anno successivo Lucia restituisce i feudi di Melzo eGorgonzola alla corona ducale.

Per compensarla delle perdite subite, Ludovico il Moro concede alla contessina la proprietà del castello e delle terre di  Cusago  ed una rendita annua.

Nel 1481  i feudi di Melzo e Gorgonzola vengono  assegnati ad Ottaviano, figlio dell'amore di Lucia e Galeazzo, pur ponendo il giovane ereditario  sotto la tutela dello zio duca.

Gioia Logiri

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