Mario Fragiacomo American Dream?  Last but not least!

Mario Fragiacomo American Dream?  Last but not least!
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FRAGIACOMO   THAT ONE TIN TRUMPET OF THE EASTERN ITALIAN BORDER

Nasce a Trieste ed inizia lo studio della musica in età giovanile con  Guido Brunner, prosegue iscrivendosi al corso di tromba, sotto la guida di Dino Sandri: a Milano  la sua formazione musicale si completa con Giorgio Gaslini, Sergio Fanni e Paolo Tomelleri.

In seguito segue diversi seminari con Evan Parker, Gabriele Cassone e con i trombettisti americani Adam Rapae Ralph Alessi.

A partire dagli anni ’70, si esibisce a Trieste con il gruppo del pianista Silvio Donati e con il Trieste Jazz Ensemble.

A Milano, viene identificato, come una delle voci più impegnate sul versante del sincretismo tra jazz, musica accademica e tradizioni popolari dell’est Europa,  grazie alla collaborazione con noti musicisti ed intellettuali come Markus Stockhausen, John Tchicai, Moni Ovadia, Fulvio Tomizza, Daniele Abbado,   Enrico Baj, Bruno Chersicla, Luigi Donorà, Abdulah Sidran,  Darko Jurkovic e Murray Lachlan Young.

E' tromba solista nel film SENZA PELLE di Alessandro D'Alatri, realizza anche colonne sonore per diversi docu-film tra cui MAGNA ISTRIA e FERTILIA ISTRIANA di Cristina Mantis e ITALIANI PER SCELTA di Nevio Casadio.

Al suo attivo ha diversi album a proprio nome e molte collaborazioni discografiche, completa il quadro dell'artista il libro autobiografico, scritto insieme a Luigi Maria Guicciardi: Quella tromba di latta del confine orientale italiano.

Penso che la mia policroma poetica, apre il discorso Fragiacomo, e l'incrocio fertile tra le arti, e sia stata sempre una delle mie costanti principali, avvalorate anche dalla frequentazione di personaggi che comunicavano arte e creatività.

Mario Fragiacomo ora vive da piu’ di un anno a New York, ma già dal  2018 ha vissuto per lunghi periodi in America.

New York è una città che mi ha sempre affascinato, ci racconta, già negli anni ’90, infatti avevo partecipato ad una tournée con Moni Ovadia: facevo parte, come tromba solista, della sua TheaterOrchestra, nello spettacolo musico-teatrale Golem, con altri sei musicisti sul palco coreografati al La Mama Theatre dalla leggendaria Ellen Stewart, struttura d’avanguardia, naturalmente Off-Off Broadway.

Nel 2018  sono sbarcato nuovamente nella Grande Mela, presentando un mio piccolo recital presso l’Italian American Museum di Joseph Scelsa a Manhattan, in Mulberry Street, cuore di Little Italy, in occasione del Day of Remembrance,  storia nell’oblio in Italia per oltre sessant’anni, mentre l’anno successivo il recital è stato organizzato dall’Associazione Giuliani nel mondo di New York e New Jersey,  rappresentato al Consolato Generale d’Italia di Park Avenue.

In quest'ultimo periodo invece, convivendo questa situazione pandemica del Covid, ho lavorato anche su un sogno che avevo nel cassetto da tanto tempo: HISTRIA ED OLTRE, non esclusivamente musicale, ma pluridisciplinare:

il cofanetto raccoglie tre espressioni artistiche: un libro di disegni del grande artista triestino, di origine istriana, BRUNO CHERSICLA, dedicato a Portole d'Istria, paese natale di entrambi i suoi genitori,  un cd audio di musiche popolari dell'Istria veneta e canti dell’esodo istriano, realizzato a Milano dal mio Mitteleuropa Ensemble, e il dvd video d'autore di Cristina Mantis, intitolato Fertilia Istriana scritto da Francesca Angeleri e Daniela Piu, prodotto da Gianmichele Manca.

Allegato al cofanetto anche la presentazione della guida all'ascolto e pagine didattiche raccolte in anni di ricerca.

Le peculiarità della musica popolare istriana sono state messe in evidenza con il linguaggio attuale da Ensemble Mitteleuropa: nel cd che troverete nel cofanetto, ascoltabile in anteprima su YouTube a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=U3odNh4Iuuw

con ospite il trombettista sardo Paolo Fresu, quasi a rappresentare anche in musica, quell’elemento di fratellanza che ha contraddistinto l’accoglienza sarda, facendo di Fertilia esempio vincente d’incontro di culture.

Gran merito di questa pubblicazione va comunque a Bruno Chersicla, artista, prematuramente scomparso, mio grande amico: mi ha lasciato in dote il suo libro di disegni intitolato Portole Taccuino Immaginario, fonte di creatività per la realizzazione di questo cofanetto d'arte.

Con grande stima ricordo che nel 2000 Chersicla ha realizzato un grande graffito in piazza Unità d’Italia a Trieste, entrando nel Guinness dei primati come dipinto più grande del mondo e coinvolgendo piu’ di   4500 persone per la sua realizzazione.

Dopo 20 anni dalla realizzazione dell’opera, la scorsa estate a Palazzo Gopcevich, il figlio Andrea, con la partecipazione della municipalità pubblica triestina, ha realizzato una grande mostra dedicata all’artista, intitolata Trieste Teatro d’Europa.

Ritengo comunque sia il mio più grande ampio lavoro artistico, quasi didattico ed oso dire enciclopedico.

Da diversi anni  manco da Trieste, ma  ho sempre mantenuto  contatti culturali con tanti personaggi anche di origine triestina:

Fulvio Tomizza nel 1988 fece una bellissima presentazione del mio primo album di musica Trieste, ieri un secolo fa, Claudio Magris e Giorgio Strehler, hanno sempre stimato la mia musica, oltre  a  Franco Basaglia, Bruno Maier, Claudio Grisancich, Vladimiro Miletti,  Gabriella Valera Gruber, Liliana Bamboschek, Irene Visintini, Silvio Delbello e Rosanna Turcinovich Giuricin, personaggi della Trieste di oggi.

In Italia non avevo più tanti stimoli, termina dicendoci Mario Fragiacomo, che stimolassero  la mia creatività musicale.

Andando via dal mio Paese,  alla mia età, ho fatto il percorso inverso: è plausibile farlo da giovani, perchè l’America è il Paese delle opportunità e della meritocrazia, ma farlo ora viene considerata quasi una pazzia o è l'American Dream, il sogno americano dell'artista?

Chi mi conosce sa che mi piacciono le sfide, anche se l'America non è proprio il paese d'oro, come viene dipinta:

Non l'ho scoperto io, ma nel Museo dell'Immigrazione di Ellis Island ho trovato uno scritto di un vecchio emigrante italiano che mi ha fatto riflettere:

Well, I came to America because I heard the streets were paved with gold. When I got here, I found out three things: first the streets weren't paved with gold; second they weren't paved at all: and third, I was expected to pave them" Bene, sono venuto in America perché ho sentito che le strade erano lastricate d'oro.

Quando sono arrivato qui, ho scoperto tre cose: primo le strade non erano lastricate d'oro, in secondo luogo non erano affatto lastricate, ed in terzo luogo, ci si aspettava che le lastricassi io.

Auguri Fragiacomo, ricordati che in America, musicisti con origini italiane, e non solo,  si sono fatti sempre onore!

Gioia Logiri

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