Nel centodecimo anniversario del naufragio del Titanic è stato pubblicato il nuovo libro dello scrittore Claudio Bossi.
Il libro è il frutto della collaborazione tra uno storico del Titanic, e una storica della musica Daniela Rota.
Unite le loro forze, hanno esplorato in perfetta sincronia, da angolazioni diverse, ma complementari, il microcosmo conviviale e musicale della nave dei sogni.
Il Titanic, ci ha raccontato Claudio Bossi, era il transatlantico più grande e lussuoso che mai avesse solcato le acque dell’oceano.
Con il suo variegato carico umano di miliardari e di poveri emigranti, salpò dal porto di Southampton il 10 aprile.1912.
Tutti sappiamo come andò a finire, anche perché a ricordarcelo ha provveduto, dal 1912 ad oggi, una proliferazione infinita di film, di libri, di canzoni, di siti internet.
Di questa rievocazione costante, a metà tra storia e leggenda, costituisce parte essenziale l’immagine dell’orchestrina di bordo che continuò eroicamente a suonare valzer, ragtime e inni religiosi, fino quasi alla fine, per impedire che il panico s’impadronisse dei passeggeri.
Quello dell’intrattenimento musicale a bordo, è forse l’unico aspetto della vicenda del Titanic che, non sia mai stato ancora pienamente affrontato: non si è mai scritto della musica suonata e ascoltata a bordo del transatlantico durante la crociera inaugurale, prima della collisione fatale.
Eppure, con i suoi oltre 1300 passeggeri, provenienti da tutte le parti del mondo, con le sue tre classi socio-economicamente così ben differenziate, il Titanic rappresenta un formidabile campione sociologico dei gusti, usi e costumi musicali vigenti su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico, all’alba del XX secolo.
Il testo è, a tutti gli effetti, è un saggio storico-musicologico, con un taglio divulgativo, scritto con
penna leggera per essere letto tutto d’un fiato.
Si apre con un’analisi essenziale del contesto storico e musicale del tempo, e si articola idealmente in due parti: la prima parte è dedicata alla descrizione della nave e della vita di bordo, e alla puntuale rievocazione della musica che vi fu suonata durante l’intera traversata; la seconda parte è incentrata sulla narrazione del viaggio e sulla ricostruzione dell’ultimo, eroico concerto dell’orchestrina di bordo.
In fondo al libro si trova un dossier di immagini d’epoca, raffiguranti il Titanic e i suoi musicisti.
Inoltre, per aiutare il lettore a orientarsi a bordo della nave, nel volume è inserita una
mappa del Titanic, curata da Federico Serrentino, bravissimo grafico che ha realizzato la
copertina, in cui sono indicati i ponti e i luoghi in cui gli eroici musicisti erano soliti esibirsi.
Infine, per i non musicisti, è stato predisposto un piccolo glossario che chiarisce il significato
dei termini più tecnici, relativi a forme o strumenti musicali.
Daniela Rota, musicologa di Martina Franca, diplomata in Pianoforte, laureata in Lettere
Moderne con indirizzo storico-musicale, è stata titolare per quarant’anni della cattedra diStoria ed Estetica della Musica presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Giovanni Paisiello di Taranto.
All’attività didattica ha sempre affiancato la ricerca storica: per più di vent’anni si è occupata della trattatistica musicologica gesuita d’età barocca, pubblicando libri e partecipando a importanti convegni nazionali e internazionali.
Daniela è una convinta sostenitrice della necessità di una divulgazione intelligente che sappia conciliare il rigore scientifico dei contenuti con la leggerezza e la fruibilità della forma espositiva.
Claudio è stato più volte ospite in trasmissioni televisive tenute da Piero ed Alberto Angela, a Roberto Giacobbo.
Oltre che radiofoniche, nazionali ed estere.
E’ considerato tra i più qualificati esperti internazionali del Titanic. nel 2015gli è stato assegnato il Premio Nazionale Cronache del Mistero, nel 2016è stato ospite d’onore al Titanic Musical di Lugano, nel 2017ha partecipato a
Titanic -The Exhibition Artifact, una mostra di carattere internazionalesvoltasi a Torino.
Abbiamo curiosato anche nella sua vita privata e ci ha raccontato che è nato a Gallarate, è sposato da quarant’anni, padre di due figlie e nonno di tre nipotine. Ha un cane che si chiama Archie, nomignolo di uno degli eroi per eccellenza. della tragica notte del Titanic.
Ama leggere e andarsene, appena può, nel suo rifugio tra le sue montagne verdi. Da sempre appassionato di storia
E la domanda opportuna da porgli è stata: come sei arrivato ad appassionarti al Titanic, diventando uno dei piu' grandi esperti?
Ero poco più di un adolescente, quando vidi un film sull’argomento: si chiamava “Titanic. 41° Latitudine Nord”. Già allora rimasi affascinato da quella vicenda. Poi quando, nel 1985, l’oceanografo Robert Ballard scoprì il relitto, capii che ne dovevo sapere e sapere di più di quello che ne sapevano gli altri dI su questa storia.
E da allora è diventata la mia “ossessione” mentre oggi è un lavoro vero e proprio che mi porta a scrivere articoli, libri e tenere conferenze in ogni angolo di mondo.
Gioia Logiri