Dottore Carlo D'Angelo "Perché si continua a rendere invisibile le famiglie?"

Dottore Carlo D'Angelo "Perché si continua a rendere invisibile le famiglie?"
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23 Novembre 2023, "ed è sempre così, un copione che si ripete - esordisce così il Dottore Psicoterapeuta Carlo D'Angelo - ogniqualvolta che succede un fatto di cronaca, dalla violenza sulle donne, alla violenza fisica, psichica e sessuale sui minori, o uno stupro di gruppo ci accaniamo ed invochiamo la Legge, invochiamo l’inasprimento  delle pene, o la presenza dello psicologo nei contesti educativi".

"Ma siamo talmente certi che la Legge possa educare alle emozioni, alle relazioni ed al contatto con le persone, con i coetanei, la famiglia e con il gruppo dei pari?"
"Siamo certi che questo tipo di intervento possa aiutare e comprendere i modi di essere e di comportarci con le persone in generale e non solo con le donne?"

Basta invocare questa tipologia di interventi?

"La legge, con gli istituti penitenziari affollati potranno dare risposte comprensibili ed esaustive?"
"Potranno mai essere peso e misura dei nostri interventi?"

"Dov’è la qualità di questi interventi?"

Continua il Dottore Carlo D'Angelo : "Il demandare a delle specializzazioni non è forse un modo per delegare?"

"Lo psicologo nelle scuole sarà di supporto ai docenti o agli allievi?"

"La scuola sarà trasformata in una sorta di appiglio ad un facile psicologismo?"

"Fare ricorso alla psicologia all’interno dei contesti di istruzione potrà mai essere la misura ed il peso di una risposta adatta a quanto emerge dal sottobosco della società?"

"Potrà curare e medicare relazioni?"

"Non rischiamo una facile "psicologizzazione" delle relazioni che dovrebbero viversi e strutturarsi in contesti normali di vita?"

"Non è a monte che va visto il problema?"

"Non è la risoluzione a valle che ci consente di vedere meglio. In questi interventi manca una coerenza interna, visto che l’intervento psicologico ha un setting diverso, modalità di approccio del tutto diversi da un approccio psicopedagogico. Potranno essere di aiuto questi tipi di intervento?"
"Non sarebbe più adatto formare i docenti alla dinamica di gruppo?"
"Non sarebbe più lungimirante formare docenti alla relazione ed alla comunicazione?"
"Non darebbe più frutti formare i docenti a percorsi di giochi relazionali da strutturare e mettere in atto con il gruppo classe?"
"La presenza di psicologi richiede che gli stessi abbiano fatto un percorso di formazione personale e non solo intellettuale, anche perché una laurea in psicologia non abilita alla formazione personale".
"Coniugare il Sapere, il saper essere ed il saper fare dovrebbero essere la piattaforma privilegiata  di base per qualsiasi intervento, sulla quale innestare qualsiasi tipo di intervento futuro!"

"Nelle scuole ci saranno psicologi o psicoterapeuti?"

"Il fatto di essere laureati in psicologia ed essere abilitati all’esercizio della professione  è la certezza che si è anche persone formate?"

"Non credo!"

"E non lo penso!"

"Quando non sappiamo cosa fare ci inventiamo inasprimento delle leggi e l’inserimento di figure nella scuola?"

"Dimentichiamo che le famiglie sono alla base di ogni processo di relazione sano o malato presente e futuro".

"Dimentichiamo che le famiglie non devono essere deresponsabilizzate?"

"E' dalle famiglie e dalle dinamiche interne alle famiglie che possiamo individuare il problema, ed il problema bersaglio ed anche chi è il sintomo e chi fa il sintomo di quella particolare famiglia".
"Dimentichiamo che i ragazzi di oggi hanno soppiantato la famiglia e che il loro punto di forza è il gruppo dei pari?"

"Il gruppo dei pari ha sostituito in tutto la famiglia!"

"Ci stiamo battendo contro gli omicidi di donne, e socialmente e civilmente dobbiamo sempre perseguire questi obiettivi con determinazione e tenacia".
"Ma dinanzi a tanto frastuono di tamburi e segnali di fumo una domanda mi assale: come mai lo Stato, la società e la chiesa, le istituzioni non hanno ancora debellato una piaga criminale ulteriormente tragica della violenza alla donna che è quella esercitata sui minori: violenza, maltrattamenti, vendita, abuso sessuale su bambini e bambine".

"Il danno che accusano questi bambini e bambine  una volta adulti, non avrà una ricaduta negativa e disfunzionale sulla società?"

"Quante famiglie vertono in una profonda povertà materiale, spirituale, umana e culturale?"
"Quante famiglie sono disorganizzate, scomposte, potenzialmente distruttive nel loro processo ed intervento educativo?"

"Interventi mirati devono puntare alle famiglie, da come si muovono e crescono le famiglie possiamo anche misurare il livello di una società civile, ulteriori interventi devono mirare agli adulti che sono i primi formatori".

"Ciò che è patologico e disfunzionale si attiva in processi familiari".
"Le prime relazioni nelle famiglie sono lo specchio di ulteriori modelli relazionali e comunicativi che il figlio porta fuori dal proprio sistema familiare".
"Interventi estemporanei e sull’onda emotiva tentano un’ulteriore deresponsabilizzazione e discriminazione sociale: rendere visibili le famiglie ed il gruppo dei pari che ha sostituito le famiglie".

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