L’INGIUSTIZIA DELLA TAMPON TAX

L’INGIUSTIZIA DELLA TAMPON TAX
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La cd. tampon tax è l’iva che viene applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali.

In Italia l’iva sugli assorbenti femminili è stata introdotta nel 1973 e, come per altri beni e servizi, è cresciuta nel tempo dal 12 al 22 per cento. A quanto pare in Italia gli assorbenti sono tassati come beni non di primaria necessità, come se avere il ciclo mestruale fosse un lusso che solo le donne ricche possono permettersi di avere ogni mese. L’uso degli assorbenti, qualunque forma essi abbiano, non è un capriccio delle donne, è una necessità di cui non si può fare a meno. Una donna durante la propria vita mestruale consuma in media dai diecimila ai quattordicimila assorbenti. Molti ritengono la tampon tax come una discriminazione di genere, questa è la motivazione principale che sta spingendo molti governi a diminuirla o ad eliminarla del tutto.

Una novità molto recente riguarda la Gran Bretagna, che con la Brexit, ovvero l’uscita definitiva dall’UE, ha deciso di abolire l’iva sui prodotti igienici, finora tassati al 5% perché ritenuti da Bruxelles beni non essenziali. Le prime stime parlano di un risparmio di 40 sterline nella vita di una donna britannica, con una riduzione di 7 centesimi su una confezione di 20 tamponi e 5 centesimi su una 12 assorbenti. Il Canada ha preso questa decisione già nel 2015, gli Stati Uniti nello stato di New York nel 2016 e il Kenya addirittura nel 2004.

La Scozia ha avviato un programma di distribuzione gratuita di assorbenti nelle scuole per contrastare la period poverty, ovvero l’indisponibilità economica per l’acquisto di assorbenti che può ostacolare la presenza scolastica.

La tampon tax non è solo una questione economica, essa è anche e soprattutto una questione culturale. Un governo che tassa un cellulare al pari di un tampone o che riduce l’iva sul tartufo come se fosse più importante dell’igiene personale di una donna sta lanciando un messaggio errato, ci sta dicendo che le donne sono l’ultima ruota del carro della società e in quanto tale non meritano di essere agevolate nemmeno per questioni igieniche. Viviamo in una società che per troppo tempo è stata governata, ed è in parte anche oggi, da uomini, e adesso ne stiamo pagando le conseguenze.

V.C.

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