L'Italia saluta l'Europa delle grandi a Marzo, l'Italia saluta la Champions con rammarico e se vogliamo anche dirla tutta: meritatamente. Era dall'anno 2015-2016 che ai quarti non approda a nessuna squadra italiana. All'epoca c'erano solo Juve e Roma, quest'anno ne erano ben 3 agli ottavi.
Quella che chiaramente continuerà ad emanare scalpore sarà pur sempre l'uscita della Juventus per la caratura inferiore dell'avversario.
All'eliminazione dei bianconeri, si sono aggiunte questa settimana prima l'Atalanta e poi la Lazio.
Alla Dea non riesce l'impresa contro il Real Madrid e perde per 3-1.
Diciamocelo, sull'Atalanta c'erano troppe aspettative e troppo ottimismo come se il Real fosse una squadretta in declino. Macché. Gente come Ramos, Benzema, Modric e Kroos, appena sentono la musichetta della Champions, non c'è declino che tenga nella loro qualità e nella loro tecnica immensa. Il Real ha fatto semplicemente il Real. È l'Atalanta che non ha giocato da Atalanta, facendo molti errori soprattutto nella finalità dell'ultimo passaggio e di impostazione dell'azione ed è proprio dalla costruzione dal basso che un rinvio sbagliato di Sportiello servendo a Modric che passa a Benzema facendo l'1-0. È stata la chiave di rottura, sia della partita e sia nella mentalità tattica degli orobici. Di Ramos e Asensio le altre marcature, inutile il gol del momentaneo 2-1 del solito Muriel.
Gasperini ha peccato nelle scelte tecniche, lasciare in panchina Ilicic e Zapata è stato un suicidio.
Senza rancore, va detto che l'Atalanta rispetto a quanto dimostrato lo scorso anno, fa un leggero passo indietro dove contro Il PSG era a 3 minuti da una storica semifinale.
E forse forse… Il Papu Gomez nella doppia sfida col Real è mancato eccome, per quanto la favola Dea resti bella e da ammirare, Gasperini faccia un po di mea culpa.
Fuori l'Atalanta e fuori anche la Lazio che perde 2-1 contro il Bayern Monaco.
L'impresa di ribaltare l'1-4 era pressoché quasi impossibile, la Lazio se le anche giocata, ma il ritmo partita dato il finale scontato è sembrato più da amichevole estiva che da ottavo di Champions. Finale scontato, tanto scontato che addirittura lo stesso S. Inzaghi lascia in panchina per turnover Immobile.
Alla Lazio le colpe vanno soprattutto alla scellerata partita d'andata, dove i primi 45 minuti era stata inesistente.
D'accordo solo applausi per esser arrivati agli ottavi dopo 18 anni e per giunta giocarsela contro i campioni in carica del Bayern… ma una volta in campo, bisogna giocare, soprattutto nella gara di andata in casa a Roma. La Lazio non lo ha fatto ed è stata sovrastata dalla troppa forza dei tedeschi.
L'unica squadra che va avanti nelle coppe è la Roma che accede ai quarti di Europa League per la prima volta nella storia D quando questa Coppa Uefa cambiò nome nel 2009.
Lo fa con merito e gli dobbiamo rendere onore e rispetto, passata ingiustamente inosservata in questi giorni, dove la squadra di Fonseca in Ucraina ha dettato di nuovo legge vincendo contro lo Shakthar per 1-2. Seppur forte del 3-0 dell'andata la Roma fa un pò di turnover lasciando in panchina Dzeko, Pellegrini, Mancini ed El Sharaawy (domenica c'è un'altra importante gara contro il Napoli). La partita è stata decisa da una doppietta dall'uomo di questa Roma europea: Borja Mayoral.
Lo spagnolo con i due gol siglati sale a quota 7 nelle marcature di questa competizione. Tutto nella ripresa prima su colpo di testa in tap-in dopo una grande occasione di Pedro e poi su uno splendido contropiede in assist del connazionale Carles Perez. In mezzo il gol del pareggio d'orgoglio dello Shakthar firmato Junior Moraes.
I giallorossi hanno giocato una partita di contenimento e temperamento con la giusta mentalità.
Quella mentalità europea vista sia contro il Braga e sia in questo doppio confronto contro gli ucraini, che ribadisco per la caratura europea degli ucraini, i giallorossi hanno fatto un'impresa.
La Roma in Europa va forte e si giocherà i quarti di Europa League tra le favorite. Con merito e onore.
L'onore lo ha messo anche il Milan seppur sia stato eliminato dal Manchester United per 0-1.
I rossoneri escono con onore, per aver giocato alla pari, a tratti anche meglio per almeno 130 minuti contro una squadra sulla carta più forte.
Ma le assenze per Pioli erano davvero troppe, praticamente senza attacco laddove il mister di Parma si è dovuto arrangiare mettendo Castillejo falso 9.
Qualificazione degli inglesi nel nome di Paul Pogba, al rientro dall'infortunio dopo un mese e mezzo, entra nel secondo tempo e ci mette giusto 4 minuti a siglare il gol (più d'astuzia che di tecnica) che vale l'accesso ai quarti per i Red Devils.
Il Milan ha giocato un buonissimo primo tempo, ma nel secondo complice colpo psicologico del gol di Pogba e soprattutto complice la stanchezza, la squadra di Pioli non è riuscita ad arginare l'ordinata e compatta difesa inglese. Ibrahimovic è entrato per gli ultimi 25 minuti ed ha dato un po di brio alla manovra offensiva, creando tra l'altro la miglior palla-gol impegnando Henderson ad una grande parata sul suo colpo di testa, ma nulla più. Lo United ha emulato un pò la gara fatta dal Napoli proprio contro i rossoneri, dove subito dopo esser passata in vantaggio ha pensato soprattutto a tenersi stretto il risultato.
Il Milan saluta l'Europa League dopo un percorso lungo, un sogno partito dai preliminari di Agosto. Lo ha fatto con onore per tutto quello che si poteva e con il rammarico di non aver disputato queste gare con Ibra a poco servizio fisico e senza Leao, Rebic e Mandzukic. Davvero sarebbe stata dura per chiunque.
Il Milan adesso che ha assaporato lo spirito europeo, quello che più gli appartiene, adesso deve pensare al campionato e difendere con le unghie e con i denti il piazzamento Champions, che vale tantissimo per i rossoneri e per.. Ibra.
Italiane fuori dalle Coppe a Marzo, restiamo quindi aggrappati solo alla Roma.
Colpa della mentalità? Certo, finché continuano a pensare che il piazzamento Champions sia un obiettivo più economico anziché sportivo, si andrà sempre incontro a queste figure.
Colpa del gioco innovativo? Certo, gli errori che sono costati cari proprio a Juve, Atalanta e Lazio, nati dal passaggio sbagliato nella costruzione dal basso. Ci dobbiamo rinnovare con gioco di intensità e velocità come calcio europeo richiede ma non sempre basandosi al possesso palla di una costruzione da dietro.
La costruzione dal basso, la si può fare solo con i giocatori in grado di farlo e intendo a livello tecnico. Guardiola ha inventato questo stile di gioco, lui è un genio si sa, ma vedete con quali giocatori lo si fa e vediamo quali allenatori lo emulano: quelli che hanno giocatori da permettersi ciò.
Colpa dell'inesperienza tecnica? Ovvio.
Tra le prime 7 squadre del campionato italiano, l'unico allenatore che ha vinto il campionato è Conte ed è primo in classifica con la sua Inter seppur il grave difetto di amare le coppe solo quando non ci sono obbiettivi.
Nelle 7 squadre italiane in Europa, l'unico allenatore che ha esperienza vera nel settore europeo è Paulo Fonseca. Lui, che ha portato l'unica squadra a giocarsi i quarti di Coppa, ossia la Roma.
Il resto, solo chiacchiere, i vari Pirlo, S. Inzaghi, Pioli e lo stesso Gasperini avranno modo di rifarsi altre esperienze, magari già il prossimo anno. Ma serve riflettere tanto e crescere.