La nazionale in ginocchio? Un gesto a metà

La nazionale in ginocchio? Un gesto a metà
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Prima della partita contro il Galles valida per il girone A degli europei di calcio, cinque giocatori si sono inginocchiati in segno di solidarietà nei confronti di coloro che sono vittime di razzismo e come segno di lotto contro le discriminazioni, mentre altri sei giocatori hanno scelto di non inginocchiarsi.

Una decisione che va presa all'unanimità oppure va lasciata alla libertà del singolo ?

Se nello spogliatoio della nazionale italiana nessuno si è fatto portavoce di una decisione comune è giusto che il gesto sia partito dalle singole individualità e dalle singole coscienze. Di fronte a tematiche di sensibilità è bello che ogni persona faccia delle scelte e ci metta la faccia.

Questa mancata unità non è una bella immagine da proporre al mondo però è anche figlia di una libertà individuale sacrosanta senza imporre a nessuno una scelta etica. Coloro che sono rimasti in piedi ovviamente non vuol dire che siano dei razzisti non vuol dire che non siano contro alle discriminazioni razziali, però hanno perso un'occasione per dimostrare in maniera palese ed evidente un sostegno alle lotte contro le discriminazioni razziali. Il Galles dal canto suo si è inginocchiato in modo totale all'unisono, tutti i giocatori si sono inginocchiati, come anche altre nazionali di calcio hanno fatto in partite precedenti.

Quindi in questi europei di calcio si è creata una vera e propria dicotomia con una zona di mezzo dove c'è l'Italia che a metà si inginocchia recuperando un gesto del black lives matter

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