Intervista a Manuel Iori, Cittadella

Intervista a Manuel Iori, Cittadella
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Manuel Iori, 38 anni e non sentirli, 9 già i gol in stagione e col suo Citta ancora in corsa per la promozione diretta in Serie A

- Complimenti per la ripresa, due vittorie importanti su due campi molto difficili. Com’è stata la prima sensazione nel tunnel di Livorno prima del fischio d’inizio?! Raccontaci cos’hai provato.

È stata una situazione particolare, bella; anche perché dopo mesi chiusi in casa con l’incertezza di non sapere quando e se saremo potuti tornare a giocare.

La situazione rimane strana, le squadre non entrano insieme come al solito, però fortunatamente siamo tornati a fare ciò che più amiamo cioè giocare a calcio

- Due partite in cui avete dimostrato la vostra solita identità di gioco, ma anche una condizione fisica invidiabile; si può dedurre che tutti i ragazzi abbiano svolto un ottimo lavoro in quarantena, o no?!

Abbiamo dimostrato di aver tenuto la testa collegata, siamo riusciti a fare il nostro gioco ed esprimere i nostri concetti di calcio; io e i ragazzi siamo stati veramente bravi a lavorare a casa con intensità anche quando non c’era la speranza di tornare a giocare.

Grazie a questo la nostra ripresa non è stata graduale ma da subito ai 200 all’ora, non c’è stato bisogno di un periodo di adattamento, siamo riusciti a ripartire subito ad alta intensità.

- Ti condivido una mia impressione, dimmi cosa ne pensi: sembra che dopo questa quarantena, tu sia molto più sereno in campo(non che prima non lo fossi), sembra quasi ti stia divertendo di più, cos’è cambiato?

Credo di essere sempre lo stesso onestamente, mi sto godendo questo ultimo periodo perché adesso apprezzi ancora di più ogni singola situazione, sono molto concentrato sull’obiettivo da raggiungere.

Ho semplicemente chiarissimo nella mia testa dove voglio arrivare con la mia squadra.

- L’obiettivo tuo e della società lo sappiamo, cosa ci vuole secondo te per riuscire a raggiungerlo in questo rush finale?

il nostro obiettivo è fare più punti possibili da qui alla fine, cercando di stare li davanti, dato che in tre partite siamo riusciti a rosicchiare 6 punti, abbiamo la possibilità di centrare il secondo posto, che sarebbe qualcosa di straordinario.

- Giocare a porte chiuse…Quanto e come influisce sull’andamento di una partita?

Giocare a porte chiuse non è calcio, adesso è un atto dovuto e necessario ma il calcio ha bisogno del contorno dei tifosi; molte situazioni in campo non si percepiscono come prima, tutte le situazioni di pressione, esaltazione, gioia e tristezza non si vivono più come prima.

- 38 anni, dai confidaci il tuo segreto per questa condizione psico fisica invidiabile

Il segreto è andare forte, forte sempre, allenarsi sempre con un’intensità altissima; tanti anni fa dicevano che col passare degli anni bisognava iniziare a gestirsi ma non è vero!

Quando cominci a gestirti è il caso di non andare neanche più in campo.

Il segreto mio è andare la davanti e provare a dare il massimo ogni singolo allenamento, così lo riporti in partita anche a 38 anni.

-In ultimo ti lasciamo lo spazio per lanciare un messaggio ai vostri tifosi che saranno costretti a sostenervi da fuori.

Il messaggio che voglio lanciare è che sicuramente noi ci proveremo fino in fondo per regalare loro una gioia, proveremo a fare qualcosa di straordinario. C’è voglia di provare a fare un’impresa storica.

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