Arriva la rubrica musicale de IlPostScriptum #psrumori

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Ogni sabato una recensione, da artisti emergenti a grandi classici Giovanni Siliotto ci guiderà alla scoperta di generi, autori e rumori.

ALBUM DELLA SETTIMANA: Weather Alive di Beth Orton

Il 2022 è un anno di ritorno anche per Beth Orton, cantautrice folk inglese attiva dal 1992 con 8 album all’attivo compreso questo. Dopo un silenzio durato 6 anni dall’ultimo album “Kidsticks” pubblicato nel 2016, ci regala un album molto interessante per la strumentalità, il sound e le tematiche.

L’album presenta poche tracce, con durate che vanno dai 7 minuti ai 4 minuti e mezzo, caratterizzate da un suono molto tranquillo e ricercato; già si capisce lo stile dalla prima canzone, “Weather Alive”, stile indirizzato verso la tranquillità, non priva però di vita.

Riconoscibile anche un sound indie-folk nella canzone “Fractals”, scritta pensando a chi non molla di fronte a nulla, creandosi di conseguenza un mondo di magia attorno a sé e non del tutto vero, il tutto narrato da una voce simile a un singhiozzo, contenente una lieve disperazione, e molto graffiata.

In “Haunted Satellite” si sente un’influenza latina nell’accompagnamento percussivo iniziale, e recuperata nella batteria, che accompagna un sound di chitarra folk molto orecchiabile, che richiama a una sensazione simile alla meraviglia di fronte alla notte.

Molto tranquillo il suono indie presente in “Lonely”, consigliato durante una camminata in completa solitudine, riflettendo sulla propria vita, accompagnata dalla melodia costante del pianoforte.

“Arms Around a Memory” si presenta come una canzone di media durata, dotata di forte espressività. L’accompagnamento percussivo lascia navigare l’udito dentro questa canzone così nostalgica, con lievi influenze urban, dove prevale la voce triste, rievocante molti ricordi.

“Unwritten” è di difficile interpretazione, ma qui vediamo sperimentare l’artista, e dare un elemento, per dire, di sapienza all’album. Da ricordare “Fractals”, ispirata al romanzo “Il Tempo Perduto” di Proust, per descrivere a pieno questo album, di livello molto alto ma non per tutti, dato il suono molto ricercato.

Valutazione: 8,5/10

Articolo di Giovanni Siliotto

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