Ilaria Maiorano massacrata di botte, l'omicida sarebbe il marito marocchino, cosa hanno visto le bambine ?

Ilaria Maiorano massacrata di botte, l'omicida sarebbe il marito marocchino, cosa hanno visto le bambine ?
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Ancona 20 Gennaio 2023, l'11 Ottobre scorso, in un casolare sito in Via Montefanese a Padiglione di Osimo di proprietà di un'istituto religioso, i Carabinieri rinvenivano il corpo martoriato senza vita di Ilaria Maiorano, la mamma 41enne, massacrata di botte, con una violenza inaudita.

In casa durante l'intervento dei militari c'è il marito, un marocchino di 42anni, già noto alle forze dell'ordine per i reati di spaccio, lesioni personali aggravate, minacce, e violenza sessuale, un certo Tarik El Ghaddassi, di 42 anni, ora accusato anche di omicidio volontario aggravato.

Da quel giorno le bimbe di 5 e 7 anni vivono dentro una casa famiglia.

Alla madre di Elena, ed al fratello, era impedito di entrare in casa, nessun compleanno da festeggiare con le nipoti per la nonna materna e lo zio, da quando Elena si era sposata con Ghaddassi.

Un fidanzamento durato 10 anni e poi il matrimonio, caratterizzato dalle continue liti scaturite dalla gelosia del marito.

Elena prima di morire ha tentato di difendersi, ma non ce l'ha fatta, braccia rotte, graffi, e ferite alla testa, lesioni che non le hanno lasciato scampo.

La famiglia era assistita dai servizi sociali, date le precarie condizioni economiche.

Il marocchino stava scontando una pena agli arresti domiciliari, usciva solo per recarsi a lavoro, come muratore.

Il presunto assassino nega l'efferato delitto, dicendo di aver picchiato Elena, con schiaffi e spintoni, attribuendo le ferite riscontrate sul corpo martoriato della vittima, ad una caduta dalle scale, asserendo addirittura di averla vista alzarsi e andare a dormire in camera della bambine.

Nega l'omicidio il marocchino, proprio come negò la violenza sessuale ai danni di una 20enne anconetana, che lo accusò di violenza sessuale, avvenuta il 17 Dicembre del 2017, reato per il quale era stato riconosciuto colpevole, tanto che gli venne inflitta una condanna ridotta a 3 anni e 8 mesi, ai domiciliari.

In seguito a quell'ignobile episodio il marocchino continuò a delinquere, tanto che si presentò a casa di un 24enne ucraino, in pieno centro storico zona Santa Lucia, fidanzato della malcapitata 20enne, che aveva subito lo stupro, che si vide minacciare dal marocchino, e colpire con un machete alla testa, per aver convinto la fidanzata a denunciare lo stupro.

Anche in quel caso per il marocchino si era trattato solo di un litigio, e di una colluttazione culminata con un colpo di bottiglia alla testa, al ragazzo 24enne.

Così il marocchino ha atteso per 3 mesi agli arresto domiciliari l'esito del processo, beneficiando di uno sconto di pena, grazie al ricorso al rito abbreviato.

Ma perché è stato lasciato libero ?

Insomma una violenza sessuale, le minacce e le lesioni, avvenute prima della morte di Elena, ai danni dei due ragazzi, non erano abbastanza per assicurarlo alla giustizia?

Ora si sta valutando la capacità testimoniale delle figliolette di Elena, grazie all'incidente probatorio chiesto dalla procura, visto che a quanto si apprende, il giorno della morte della loro mamma, le bimbe erano in casa.

A stabilire l'attendibilità delle minori è stata chiamata una psicologa, che al termine di una perizia psicologica, potrà attestare le capacità testimoniale delle due bambine, che potrebbero essere ascoltate in forma protetta davanti al gip, per raccontare ciò che hanno visto, e sentito, il fatidico giorno in cui la loro mamma moriva, ammazzata di botte.

Intanto dalle prime indiscrezioni le bambine avrebbero assistito agli schiaffi ed agli spintoni subiti da Elena, per la procura la lite sarebbe sfociata in un'aggressione mortale.

Intanto va assolutamente ricordato che le ferite riscontrate sul corpo di Elena, non erano assolutamente compatibili con una caduta accidentale, bensì si evincerebbe che Elena è stata colpita più volte con calci e pugni, e con un oggetto non appuntito, e si presume inoltre, che sia stata scaraventata addosso ad alcuni mobili.

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